Sarà un 2016 negativo per l'olio molfettese
Scarsa qualità e modeste quantità alla base di un'annata negativa
venerdì 21 ottobre 2016
2.34
Si sta svolgendo proprio in questi giorni il consueto rito secolare, per le nostre campagne, della produzione dell'olio e, stando ai dati da noi raccolti, questa sarà purtroppo un'annata negativa. A testimoniarlo vi è anche il prezzo al dettaglio attuale di un litro d'olio che oscilla fra i 5 e i 5,50 €: un prezzo destinato ancora a salire e che ha già superato quello dello scorso anno che si aggirava attorno ai 3,70 €.
Quali sono dunque i motivi di questo rincaro così corposo?
Lo abbiamo chiesto a diversi agricoltori diretti, frantoi ed aziende agricole e due sono i motivi maggiormente emersi: la scarsa qualità dell'olio e la bassa quantità di olive a disposizione per la macinatura e di conseguenza una bassa resa.
Alla base di questi due elementi c'è stata una stagione estiva troppo o troppo poco ventosa, il che ha impedito una giusta impollinazione del frutto favorendo invece la proliferazione delle larve delle mosche che hanno così ridotto ulteriormente la qualità delle olive.
Ovviamente prezzi dell'olio così alti hanno ripercussioni gravi anche sui lavoratori: se è vero che circa il 70% del prezzo finale entra nelle tasche dei produttori, gli stessi devono però far fronte ad una minore quantità di prodotto venduto. A ciò va poi aggiunta la concorrenza spietata dei grandi marchi che hanno spezzato la tradizione olearia molfettese.
Emblematiche, su tutte, a tal proposito le parole del produttore De Luca: ogni anno va sempre peggio. Nonostante il buon lavoro dei nostri contadini, quello di quest'anno è uno degli scenari peggiori che io ricordi.
Aggiungiamoci anche la considerazione che le abitudini dei molfettesi sono cambiate nel corso degli anni e non è più costume comune ad esempio quello di rifornirsi di olio una sola volta per tutto l'anno: la diffusione del commercio al dettaglio ha modificato questa abitudine favorendo forniture più piccole e comode, come le lattine da 5 litri.
Molfetta quindi, dopo aver perso la sua vocazione marittima, rischia ora di perdere anche una sua altra storica risorsa, ovvero la produzione di un olio di qualità.
Quali sono dunque i motivi di questo rincaro così corposo?
Lo abbiamo chiesto a diversi agricoltori diretti, frantoi ed aziende agricole e due sono i motivi maggiormente emersi: la scarsa qualità dell'olio e la bassa quantità di olive a disposizione per la macinatura e di conseguenza una bassa resa.
Alla base di questi due elementi c'è stata una stagione estiva troppo o troppo poco ventosa, il che ha impedito una giusta impollinazione del frutto favorendo invece la proliferazione delle larve delle mosche che hanno così ridotto ulteriormente la qualità delle olive.
Ovviamente prezzi dell'olio così alti hanno ripercussioni gravi anche sui lavoratori: se è vero che circa il 70% del prezzo finale entra nelle tasche dei produttori, gli stessi devono però far fronte ad una minore quantità di prodotto venduto. A ciò va poi aggiunta la concorrenza spietata dei grandi marchi che hanno spezzato la tradizione olearia molfettese.
Emblematiche, su tutte, a tal proposito le parole del produttore De Luca: ogni anno va sempre peggio. Nonostante il buon lavoro dei nostri contadini, quello di quest'anno è uno degli scenari peggiori che io ricordi.
Aggiungiamoci anche la considerazione che le abitudini dei molfettesi sono cambiate nel corso degli anni e non è più costume comune ad esempio quello di rifornirsi di olio una sola volta per tutto l'anno: la diffusione del commercio al dettaglio ha modificato questa abitudine favorendo forniture più piccole e comode, come le lattine da 5 litri.
Molfetta quindi, dopo aver perso la sua vocazione marittima, rischia ora di perdere anche una sua altra storica risorsa, ovvero la produzione di un olio di qualità.