Santo Stefano, sulle tavole di Molfetta è il giorno del "triddo"

Nella tradizione popolare rappresenta la "purificazione" dopo le abbuffate di Natale

martedì 26 dicembre 2023 10.08
Arriva il giorno di Santo Stefano e sulle tavole di Molfetta è il giorno del "triddo e del brodo di carne" perché, come ripetono le nonne, bisogna purificarsi dopo le abbuffate culinarie dei giorni della Vigilia e di Natale.

Ma perché si festeggia Santo Stefano?
Bisogna dire che il rosso sul calendario a questa data dell'anno arrivò solo nel secondo dopo guerra, almeno in Italia tra le nazioni che lo vivono ancora come giornata festiva subito dopo Natale. Così succede, ad esempio, anche in Inghilterra dove è celebre il "boxing day" calcistico mentre l'Irlanda si ferma per celebrarlo in quanto patrono.

Santo Stefano, per la Chiesa Cristiana Cattolica, è il primo martire della storia, morto lapidato qualche anno dopo l'uccisione di Gesù perché accusato di blasfemia.

C'è sicuramente da premettere che quello che noi chiamiamo "triddo" in altre località assume altre denominazioni. Mal tagliati, mille infranti, mallband, semola battuta o come vogliate chiamarlo in fondo parliamo della stessa cosa, di sfoglie di semola di grano duro impastata con uova e tanto prezzemolo tritato e spezzettate a mano in forme irregolari.

Naturalmente non possono mancare le varianti: c'è chi all'impasto ci aggiunge qualche cucchiaio di parmigiano o pecorino, che oltre alle uova impasta la semola con acqua salata o addirittura con lo stesso brodo di carne in cui il "triddo" viene poi cotto.

Altri ci aggiungono un pizzico di noce moscata per un aroma più intenso, ma onestamente è meglio senza per esaltare e gustare tutto il sapore della pasta all'uovo fatta in casa.