Sanb, quale futuro? Si attendono le decisioni di Molfetta e Corato
157 dipendenti ad oggi non conoscono il proprio futuro lavorativo
venerdì 4 ottobre 2019
La vicenda legata alla ricapitalizzazione della SANB sta accendendo la politica di Molfetta e non solo nelle ultime settimane.
In particolare lo scorso 30 settembre, il Consiglio Comunale molfettese monotematico è stato sospeso con diversi strascichi polemici tra maggioranza e opposizioni facendo anche intravedere addirittura crepe nella maggioranza di Tommaso Minervini, poi categoricamente smentite da Pasquale Mancini, capogruppo di NOI che, col PD, sostiene proprio il primo cittadino in Aula Carnicella.
Ma cosa è la SANB?
E' una società per azioni, costituita nel 2014, con soci i comuni di Terlizzi, Ruvo di Puglia e Bitonto, Corato e Molfetta. Nelle intenzioni la SANB avrebbe dovuto gestire l'organizzazione dei rifiuti in queste città ma di fatto la macchina non è mai partita e nel 2017 la società è stata posta in liquidazione.
Se l'ok alla ricapitalizzazione è arrivato da Terlizzi, Ruvo di Puglia e Bitonto, Corato e Molfetta non si sono ancora espressi. Corato, a causa della fine anticipata dell'amministrazione comunale, non è riuscita a perfezionare l'atto amministrativo; a Molfetta, il punto sulla ricapitalizzazione del SANB dovrebbe essere ridiscusso nuovamente il 7 ottobre in Consiglio Comunale.
Punto che diventa focale per l'intero territorio. A Bitonto, ad esempio, non esistono alternative: a causa della legge regionale del 2012 il comune non può più affidare il servizio di gestione dei rifiuti all'Azienda Servizi Vari perchè al suo interno vi è una componente privata. Nè la soluzione della liquidazione della parte privata appare possibile perchè il Comune non ha abbastanza fondi a disposizione per acquistare le quote del socio privato.
Quel che è certo è che, fino a quando la situazione della SANB non sarà definita, il Comune non potrà effettuare, attraverso l'ASV, investimenti per il miglioramento della raccolta dei rifiuti, per l'ampliamento della raccolta porta a porta, per contrastare il fenomeno degli abbandoni abusivi di immondizia e rottami o per la pulizia di cassonetti e strade.
Nel frattempo 157 lavoratori della ASM e della TRASMAR attendono risposte e certezze sul futuro.
In particolare lo scorso 30 settembre, il Consiglio Comunale molfettese monotematico è stato sospeso con diversi strascichi polemici tra maggioranza e opposizioni facendo anche intravedere addirittura crepe nella maggioranza di Tommaso Minervini, poi categoricamente smentite da Pasquale Mancini, capogruppo di NOI che, col PD, sostiene proprio il primo cittadino in Aula Carnicella.
Ma cosa è la SANB?
E' una società per azioni, costituita nel 2014, con soci i comuni di Terlizzi, Ruvo di Puglia e Bitonto, Corato e Molfetta. Nelle intenzioni la SANB avrebbe dovuto gestire l'organizzazione dei rifiuti in queste città ma di fatto la macchina non è mai partita e nel 2017 la società è stata posta in liquidazione.
Se l'ok alla ricapitalizzazione è arrivato da Terlizzi, Ruvo di Puglia e Bitonto, Corato e Molfetta non si sono ancora espressi. Corato, a causa della fine anticipata dell'amministrazione comunale, non è riuscita a perfezionare l'atto amministrativo; a Molfetta, il punto sulla ricapitalizzazione del SANB dovrebbe essere ridiscusso nuovamente il 7 ottobre in Consiglio Comunale.
Punto che diventa focale per l'intero territorio. A Bitonto, ad esempio, non esistono alternative: a causa della legge regionale del 2012 il comune non può più affidare il servizio di gestione dei rifiuti all'Azienda Servizi Vari perchè al suo interno vi è una componente privata. Nè la soluzione della liquidazione della parte privata appare possibile perchè il Comune non ha abbastanza fondi a disposizione per acquistare le quote del socio privato.
Quel che è certo è che, fino a quando la situazione della SANB non sarà definita, il Comune non potrà effettuare, attraverso l'ASV, investimenti per il miglioramento della raccolta dei rifiuti, per l'ampliamento della raccolta porta a porta, per contrastare il fenomeno degli abbandoni abusivi di immondizia e rottami o per la pulizia di cassonetti e strade.
Nel frattempo 157 lavoratori della ASM e della TRASMAR attendono risposte e certezze sul futuro.