San Martino tra tradizioni, frittelle e... cornuti!
Come ogni anno la città è invasa dall'odore penetrante di frittura, altri invece decidono ci comprare le frittelle già pronte
sabato 11 novembre 2017
3.38
Se a san Martino la credenza popolare vuole che "ogni mosto diventa vino", la regola molfettese invece dice "frittelle per tutti"! E nel 2017 non importa se sono fatte in casa o per motivi di tempo e imprevisti vari sono acquista belle e già fatte dal panificio di fiducia. L'importante è il pensiero, è la "crianza" del rispetto della tradizione, di quella tradizione che ogni anno impesta le case, i condomini, le strade e ogni angolo della città di quel bell'odore genuino di fritto.
E poi diciamola tutta, le frittelle mettono allegria. Chi riuscirebbe a rimanere impassibile dando un morso a quella pasta croccante e dorata, affondando i denti nel ripieno morbido e sugoso; chi non si stupisce guardando fino a che punto può essere teso quel filo di mozzarella; chi non assume la tipica posa che si sporge in avanti nel vano tentativo di non sbrodolarsi il pomodoro addosso; chi non riesce a godere di quella sensazione di unto sulle mani, ricordo di un piacere appena passato.
Ma per molti il momento più bello è proprio quello della preparazione delle frittelle. E anche in questo caso sono gioie e dolori. Il piccolo sacrificio della sveglia presto per preparare la "massa" è ben ripagato dallo stare insieme, da famiglie che si uniscono, da generazioni che si incontrano per creare un piccolo capolavoro del gusto. La tradizione si mescola, è il caso di dire, alla sperimentazione e innovazione: accanto ai classici e intramontabili ripieni con mozzarella, cipolla, tonno, ricotta, si aggiungono quelli alle tape stufate, ai 4 formaggi, con sottoli, con i wurstel, con ricette improvvisare e svuota dispensa e talvolta anche dolce con la nutella.
E poi che "chiusure" diversificate per differenziare i vari ripieni, con rotelle, cordoni, con l'uso della forchetta, con stampini. Insomma in questo caso ogni famiglia ha un suo metodo e non si discute.
Ma il dolore più grande che ci possa essere, che può rompere l'atmosfera gioiosa è solo uno: le frittelle che scoppiano e si rompono in cottura. Capita quando meno te lo aspetti, quando già hai fritto la prima parte di frittelle e tutto sembrava fila re liscio come l'olio nella pentola. Poi è un attimo, la pentola si riempie di schiuma, esplosioni e urla varie, si salvi chi può e alla fine rimane solo una carcassa di pasta fritta ma vuota. Ma anche in quel caso non si butta via nulla, si mangia lo stesso tra una cottura e l'altra, facendosi i complimenti per l'ottimo impasto che anche se vuoto è buono lo stesso.
Che le prepariate voi o le compriate già fatte siamo sicuri di due cose: oggi la frittella sarà la regina della tavola. Oggi qualcuno vi guarderà e vi dirà "auguri per la festa dei cornuti"!
E poi diciamola tutta, le frittelle mettono allegria. Chi riuscirebbe a rimanere impassibile dando un morso a quella pasta croccante e dorata, affondando i denti nel ripieno morbido e sugoso; chi non si stupisce guardando fino a che punto può essere teso quel filo di mozzarella; chi non assume la tipica posa che si sporge in avanti nel vano tentativo di non sbrodolarsi il pomodoro addosso; chi non riesce a godere di quella sensazione di unto sulle mani, ricordo di un piacere appena passato.
Ma per molti il momento più bello è proprio quello della preparazione delle frittelle. E anche in questo caso sono gioie e dolori. Il piccolo sacrificio della sveglia presto per preparare la "massa" è ben ripagato dallo stare insieme, da famiglie che si uniscono, da generazioni che si incontrano per creare un piccolo capolavoro del gusto. La tradizione si mescola, è il caso di dire, alla sperimentazione e innovazione: accanto ai classici e intramontabili ripieni con mozzarella, cipolla, tonno, ricotta, si aggiungono quelli alle tape stufate, ai 4 formaggi, con sottoli, con i wurstel, con ricette improvvisare e svuota dispensa e talvolta anche dolce con la nutella.
E poi che "chiusure" diversificate per differenziare i vari ripieni, con rotelle, cordoni, con l'uso della forchetta, con stampini. Insomma in questo caso ogni famiglia ha un suo metodo e non si discute.
Ma il dolore più grande che ci possa essere, che può rompere l'atmosfera gioiosa è solo uno: le frittelle che scoppiano e si rompono in cottura. Capita quando meno te lo aspetti, quando già hai fritto la prima parte di frittelle e tutto sembrava fila re liscio come l'olio nella pentola. Poi è un attimo, la pentola si riempie di schiuma, esplosioni e urla varie, si salvi chi può e alla fine rimane solo una carcassa di pasta fritta ma vuota. Ma anche in quel caso non si butta via nulla, si mangia lo stesso tra una cottura e l'altra, facendosi i complimenti per l'ottimo impasto che anche se vuoto è buono lo stesso.
Che le prepariate voi o le compriate già fatte siamo sicuri di due cose: oggi la frittella sarà la regina della tavola. Oggi qualcuno vi guarderà e vi dirà "auguri per la festa dei cornuti"!