“Salva Molfetta”: la parola alla Commissione Bilancio del Senato
Via lo spettro dello sforamento? Il testo completo
giovedì 17 aprile 2014
8.40
È pubblico l'emendamento "salva Molfetta", allegato al Decreto salva Roma. Nelle ultime settimane le indiscrezioni da Roma si erano fatte sempre più numerose, tant'è che molti esponenti della politica molfettese (in particolare, le massime cariche dell'Amministrazione comunale) pare siano stati a Roma per trovare una via di fuga.
In effetti, la nuova formulazione dell'emendamento all'art.1 del decreto calza perfettamente sulla pericolosa situazione del Comune di Molfetta: «per i mutui contratti dagli enti locali antecedentemente al 1 gennaio 2005 con oneri a totale carico dello Stato, ivi compresi quelli in cui è l'ente locale a pagare le rate di ammortamento con obbligo da parte dello Stato di rimborsare le rate medesime, il comma 76 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, si interpreta nel senso che l'ente locale beneficiario può iscrivere il ricavato dei predetti mutui nelle entrate per trasferimenti in conto capitale, con vincolo di destinazione agli investimenti. A decorrere dall'anno 2014, nel caso di iscrizione del ricavato dei mutui di cui al primo periodo tra le entrate per trasferimenti in conto capitale con vincolo di destinazione agli investimenti, l'eventuale rimborso da parte dello Stato delle relative rate di ammortamento non è considerato tra le entrate finali rilevanti ai fini del patto di stabilità interno».
In pratica, sarà possibile allocare il mutuo per la costruzione del nuovo porto commerciale (33milioni di euro stanziati con la Legge n.350/03) nel Titolo IV del bilancio comunale («Trasferimenti») e non nel Titolo V («Debiti del bilancio»). Ora la parola passa alla Commissione Bilancio del Senato.
In effetti, la nuova formulazione dell'emendamento all'art.1 del decreto calza perfettamente sulla pericolosa situazione del Comune di Molfetta: «per i mutui contratti dagli enti locali antecedentemente al 1 gennaio 2005 con oneri a totale carico dello Stato, ivi compresi quelli in cui è l'ente locale a pagare le rate di ammortamento con obbligo da parte dello Stato di rimborsare le rate medesime, il comma 76 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, si interpreta nel senso che l'ente locale beneficiario può iscrivere il ricavato dei predetti mutui nelle entrate per trasferimenti in conto capitale, con vincolo di destinazione agli investimenti. A decorrere dall'anno 2014, nel caso di iscrizione del ricavato dei mutui di cui al primo periodo tra le entrate per trasferimenti in conto capitale con vincolo di destinazione agli investimenti, l'eventuale rimborso da parte dello Stato delle relative rate di ammortamento non è considerato tra le entrate finali rilevanti ai fini del patto di stabilità interno».
In pratica, sarà possibile allocare il mutuo per la costruzione del nuovo porto commerciale (33milioni di euro stanziati con la Legge n.350/03) nel Titolo IV del bilancio comunale («Trasferimenti») e non nel Titolo V («Debiti del bilancio»). Ora la parola passa alla Commissione Bilancio del Senato.