Rosa Dibattista racconta la sua passione per le fiabe
Un talento tutto molfettese. In pubblicazione una sua raccolta di fiabe
lunedì 9 febbraio 2015
7.13
Rosa Dibattista lavora in una scuola elementare e nel tempo libero coltiva la sua passione per le fiabe. E' un talento molfettese che ogni giorno riscuote successo tra i fanciulli e i colleghi perché ha la capacità di guidare il lettore e l'ascoltatore in un mondo stravagante pieno di luce in cui racconta la sua visione del mondo e delle cose.
Non nasce come scrittrice ma come racconta storie e, attraverso l'interazione con i bambini, si originano i personaggi e la trama.
Il tema principale delle sue fiabe è la lotta contro il mondo delle apparenze.
Per Rosa Dibattista è importante guardare oltre il corpo e cercare la profondità, l'essenza, l'anima di ogni uomo perché anche le persone più insignificanti all'apparenza possono nascondere tesori incommensurabili.
La scrittrice ha pubblicato altri racconti in un ebook e a breve sarà pubblicata una raccolta di fiabe a cura di Cosimo Lupo Editore.
Come nasce la tua passione per le fiabe?
Lavoro in una scuola elementare e ogni giorno incontro e dialogo con i bambini, le mamme ed sempre un'opportunità importante per conoscere il mondo dell'infanzia.
Ti ispiri ai bimbi per scrivere?
I bambini mi ispirano tramite le domande che mi pongono. Le mie fiabe nascono oralmente e la storia muta nel corso del tempo attraverso i tanti "perché" dei bimbi.
Cosa racconti nelle fiabe?
Nelle fiabe racconto la speranza di risolvere le situazioni grottesche che ci presenta la vita. Ogni fiaba è diversa dall' altra e anche i personaggi sono bizzarri e originali.
Per esempio, la fiaba "Rocco il Brocco" che ha vinto il premio "Città del Galateo" racconta una storia particolare di un personaggio atipico come la Tarantola, è una strega buona.
La fiaba è uno strumento per comprendere le due forze che dominano il mondo: il bene e il male?
Si, anche. Il bene e il male sono vicini e opposti che convivono in ogni essere umano. Per questo è difficile saperli distinguere. Al riguardo, ricordo un professore universitario di Filosofia morale che chiese agli studenti quale atteggiamento avessero assunto nel caso in cui si fossero trovati dinanzi ad un assassino che intendeva uccidere un bambino. Per salvare la creatura innocente bisognava uccidere l'uomo in questione.
Il professore disse che Dio giudica in base alla buona fede che spinge gli uomini a compiere una determinata scelta. All'inizio mi convinse ma subito dopo ho riflettuto che molti in "buona fede" commettono stragi come per esempio i nazisti. Quello che per me può essere un bene può divenire un male per l'altro. La fiaba è una tragedia ma ci insegna a superare le prove e gli ostacoli che la nostra vita ci pone nel corso del nostro viaggio.
Oggigiorno ci sono pochi genitori che leggono le fiabe ai figli.Sono cambiate le modalità di comunicazione o si è smarrita la voglia di credere nelle fiabe?
Ci sono alcuni genitori che non hanno pazienza e non hanno tempo per dedicarsi ai figli.
Però ho notato che ci sono molti genitori che raccontano le fiabe ai figli e tanti adulti che amano leggere e immergersi in un mondo fatto di streghe, principi, principesse, animaletti parlanti, regine, fatine.
Non nasce come scrittrice ma come racconta storie e, attraverso l'interazione con i bambini, si originano i personaggi e la trama.
Il tema principale delle sue fiabe è la lotta contro il mondo delle apparenze.
Per Rosa Dibattista è importante guardare oltre il corpo e cercare la profondità, l'essenza, l'anima di ogni uomo perché anche le persone più insignificanti all'apparenza possono nascondere tesori incommensurabili.
La scrittrice ha pubblicato altri racconti in un ebook e a breve sarà pubblicata una raccolta di fiabe a cura di Cosimo Lupo Editore.
Come nasce la tua passione per le fiabe?
Lavoro in una scuola elementare e ogni giorno incontro e dialogo con i bambini, le mamme ed sempre un'opportunità importante per conoscere il mondo dell'infanzia.
Ti ispiri ai bimbi per scrivere?
I bambini mi ispirano tramite le domande che mi pongono. Le mie fiabe nascono oralmente e la storia muta nel corso del tempo attraverso i tanti "perché" dei bimbi.
Cosa racconti nelle fiabe?
Nelle fiabe racconto la speranza di risolvere le situazioni grottesche che ci presenta la vita. Ogni fiaba è diversa dall' altra e anche i personaggi sono bizzarri e originali.
Per esempio, la fiaba "Rocco il Brocco" che ha vinto il premio "Città del Galateo" racconta una storia particolare di un personaggio atipico come la Tarantola, è una strega buona.
La fiaba è uno strumento per comprendere le due forze che dominano il mondo: il bene e il male?
Si, anche. Il bene e il male sono vicini e opposti che convivono in ogni essere umano. Per questo è difficile saperli distinguere. Al riguardo, ricordo un professore universitario di Filosofia morale che chiese agli studenti quale atteggiamento avessero assunto nel caso in cui si fossero trovati dinanzi ad un assassino che intendeva uccidere un bambino. Per salvare la creatura innocente bisognava uccidere l'uomo in questione.
Il professore disse che Dio giudica in base alla buona fede che spinge gli uomini a compiere una determinata scelta. All'inizio mi convinse ma subito dopo ho riflettuto che molti in "buona fede" commettono stragi come per esempio i nazisti. Quello che per me può essere un bene può divenire un male per l'altro. La fiaba è una tragedia ma ci insegna a superare le prove e gli ostacoli che la nostra vita ci pone nel corso del nostro viaggio.
Oggigiorno ci sono pochi genitori che leggono le fiabe ai figli.Sono cambiate le modalità di comunicazione o si è smarrita la voglia di credere nelle fiabe?
Ci sono alcuni genitori che non hanno pazienza e non hanno tempo per dedicarsi ai figli.
Però ho notato che ci sono molti genitori che raccontano le fiabe ai figli e tanti adulti che amano leggere e immergersi in un mondo fatto di streghe, principi, principesse, animaletti parlanti, regine, fatine.