Roghi in città, il Liberatorio pronto a chiedere un consiglio monotematico
Il movimento di d'Ingeo dopo l'episodio di via Zuppetta: «Se gli organi preposti continueranno a tacere, ne chiederemo uno»
venerdì 25 settembre 2020
10.01
«È il momento di dire basta, se sindaco, forze dell'ordine e Procura della Repubblica continueranno a tacere, chiederemo la convocazione urgente di un consiglio comunale monotematico sulla sicurezza e l'auto-convocazione di una assemblea cittadina permanente per decidere che fare».
A porre l'accento sull'emergenza incendi nel centro di Molfetta è il Liberatorio Politico: «Una Fiat Grande Punto, una Fiat Punto, una Lancia Musa distrutte dalle fiamme e ingenti danni alla facciata condominiale, oltre allo spavento e alla rabbia dei proprietari delle auto. Questo è il bilancio di una serata di fuoco a Molfetta, una serata e non una notte, perché questa volta (ieri sera, in via Zuppetta, nda) l'innesco dell'incendio è avvenuto alle ore 22.45 circa.
Le fiamme altissime si sono propagate velocemente e subito dopo il solito rito a cui siamo ormai abituati da quasi 13 anni. Solo quest'anno siamo a quota 22 auto bruciate. Esprimiamo ancora una volta la nostra più sentita solidarietà nei confronti dei cittadini vittime di questi atti criminali e ribadiamo, ancora una volta, - sottolinea il movimento di Matteo d'Ingeo - che non abbiamo mai accettato e continueremo a non accettare l'idea che gli incendi siano episodi incidentali e casuali oppure dovuti, solo e semplicemente, a corto circuiti, autocombustione o motivi "passionali"; ci chiediamo ancora se la Procura di Trani abbia mai aperto un fascicolo d'indagine unico.
Sarebbe auspicabile se, dopo 13 anni di fuoco, fossero avviate indagini coordinate, pur contro ignoti, per accertare se si tratti di incendi dolosi provocati da piromani seriali, piromani d'occasione o di emulazione, atti vandalici, ritorsioni o vendette personali; oppure se a Molfetta, e nelle città limitrofe, siamo di fronte ad operazioni criminali che hanno come obiettivo la creazione di un clima di paura collettiva per poi attuare nel tempo azioni estorsive indirette e diffuse. Non dobbiamo dimenticare che, oltre alle automobili ci sono stati anche incendi di esercizi commerciali e atti dinamitardi.
Se ci fossero delle indagini mirate si potrebbero anche ipotizzare collegamenti tra un incendio e l'altro. Sarebbe interessante sapere se sono stati usati liquidi o "pasticche di diavolina" posati sulle ruote; se i privati o i proprietari degli esercizi commerciali collocati nelle vicinanze delle auto incendiate hanno ricevuto in passato, o dopo gli incendi, "avvertimenti" o richieste di "pizzo"; mettere in relazione gli atti dolosi con eventuali minacce a pubblici ufficiali e o politici, oppure controllare l'avanzamento di certi appalti, concessioni edilizie e contributi dei servizi sociali.
Altra ipotesi potrebbe portare a collegare gli incendi di auto alle azioni investigative, sanzionatorie, di controllo, sequestri e confische di beni operate dalle forze dell'ordine. Insomma le piste da seguire sarebbero tante. Ma, sarebbe già importante sapere che si facciano indagini e a che punto siano. E domani - termina il Liberatorio Politico - a chi toccherà?»
A porre l'accento sull'emergenza incendi nel centro di Molfetta è il Liberatorio Politico: «Una Fiat Grande Punto, una Fiat Punto, una Lancia Musa distrutte dalle fiamme e ingenti danni alla facciata condominiale, oltre allo spavento e alla rabbia dei proprietari delle auto. Questo è il bilancio di una serata di fuoco a Molfetta, una serata e non una notte, perché questa volta (ieri sera, in via Zuppetta, nda) l'innesco dell'incendio è avvenuto alle ore 22.45 circa.
Le fiamme altissime si sono propagate velocemente e subito dopo il solito rito a cui siamo ormai abituati da quasi 13 anni. Solo quest'anno siamo a quota 22 auto bruciate. Esprimiamo ancora una volta la nostra più sentita solidarietà nei confronti dei cittadini vittime di questi atti criminali e ribadiamo, ancora una volta, - sottolinea il movimento di Matteo d'Ingeo - che non abbiamo mai accettato e continueremo a non accettare l'idea che gli incendi siano episodi incidentali e casuali oppure dovuti, solo e semplicemente, a corto circuiti, autocombustione o motivi "passionali"; ci chiediamo ancora se la Procura di Trani abbia mai aperto un fascicolo d'indagine unico.
Sarebbe auspicabile se, dopo 13 anni di fuoco, fossero avviate indagini coordinate, pur contro ignoti, per accertare se si tratti di incendi dolosi provocati da piromani seriali, piromani d'occasione o di emulazione, atti vandalici, ritorsioni o vendette personali; oppure se a Molfetta, e nelle città limitrofe, siamo di fronte ad operazioni criminali che hanno come obiettivo la creazione di un clima di paura collettiva per poi attuare nel tempo azioni estorsive indirette e diffuse. Non dobbiamo dimenticare che, oltre alle automobili ci sono stati anche incendi di esercizi commerciali e atti dinamitardi.
Se ci fossero delle indagini mirate si potrebbero anche ipotizzare collegamenti tra un incendio e l'altro. Sarebbe interessante sapere se sono stati usati liquidi o "pasticche di diavolina" posati sulle ruote; se i privati o i proprietari degli esercizi commerciali collocati nelle vicinanze delle auto incendiate hanno ricevuto in passato, o dopo gli incendi, "avvertimenti" o richieste di "pizzo"; mettere in relazione gli atti dolosi con eventuali minacce a pubblici ufficiali e o politici, oppure controllare l'avanzamento di certi appalti, concessioni edilizie e contributi dei servizi sociali.
Altra ipotesi potrebbe portare a collegare gli incendi di auto alle azioni investigative, sanzionatorie, di controllo, sequestri e confische di beni operate dalle forze dell'ordine. Insomma le piste da seguire sarebbero tante. Ma, sarebbe già importante sapere che si facciano indagini e a che punto siano. E domani - termina il Liberatorio Politico - a chi toccherà?»