Roberto Vecchioni incanta la Cattedrale con i sui scritti e le sue canzoni - LE FOTO
La Fondazione Valente ha iniziato la stagione estiva di “Luci e Suoni a Levante” con il live set del cantautore milanese
martedì 27 giugno 2017
10.04
Il professore della musica italiana, Roberto Vecchioni, non si smentisce mai, riesce a conquistare sempre tutti con la sua semplicità, con il suo carisma, con il suo donarsi al pubblico con amore.
E proprio la parola amore è la chiave che ha mosso la sua vita, la sua musica, i suoi libri, il suo essere professore di latino e greco.
La Fondazione Valente, presieduta da Rocco Nanna, ha voluto aprire ieri sera la stagione estiva 2017 di "Luci e suoni a Levante", proprio con la presentazione del libro di Vecchioni "La vita che si ama. Storie di felicità", edito da Einaudi, nella suggestiva cornice della Cattedrale di Molfetta. Il cantautore era già stato a Molfetta, all'Anfiteatro di ponente, in un indimenticabile concerto sempre organizzato dalla Fondazione Valente.
Vecchioni racconta e si racconta in compagnia del regista Cosimo Damiano Damato. Non è una lezione, non è un racconto fine a se stesso, ma è poesia, è il racconto di un uomo con i suoi dubbi e le sue fragilità, di un uomo che crede nella parola felicità, di un uomo innamorato della moglie, dei suoi figli, dei suoi genitori.
Il libro è dedicato proprio alla sua famiglia, sono un insieme di lettere che il cantautore invia ad ognuno dei componenti.
Della felicità dice: «la voglio addosso come la febbre», non ci sono dettami o regole che il cantautore intende insegnare ai suoi lettori, ma semplicemente ricordare che la «felicità c'è sempre» e che «il destino non c'è, ma siamo noi stessi i suoi artefici».
Il racconto, i ricordi sono intervallati dalle sue canzoni, non quelle note ma quelle intime, quelle che ha scritto e dedicato ai suoi cari, dei piccoli diamanti, che con la sua voce incantevole e la cornice della Cattedrale arrivano dritte al cuore del pubblico, accompagnate dalla chitarra acustica del maestro Massimo Germini, come "Figlia", "Le rose blu" alle più note "Chiamami ancora amore", canzone vincitrice del festival di Sanremo 2011, e l'immancabile "Luci a San Siro", oltre due brani della tradizione partenopea.
Nel corso della serata Roberto Vecchioni dà una sua personalissima definizione del tempo che lui stesso definisce «"tempo verticale", uno spazio che tiene uniti tra loro passato, presente e futuro, dove nulla si perde». In sintesi per i cantautore dobbiamo essere noi a dominare il tempo e ad «imparare a sognare un tempo che è quasi immobile».
Racconti, storie, aneddoti, canzoni che Vecchioni da fine insegnante ha saputo trasmettere al suo pubblico donandosi completamente, in una serata ricca di emozioni e di felicità.
Il prossimo appuntamento con "Luci e suoni a Levante" è per sabato 1° luglio presso la Banchina Seminario con il cantautore Mannarino con il suo "Apriti cielo tour".
E proprio la parola amore è la chiave che ha mosso la sua vita, la sua musica, i suoi libri, il suo essere professore di latino e greco.
La Fondazione Valente, presieduta da Rocco Nanna, ha voluto aprire ieri sera la stagione estiva 2017 di "Luci e suoni a Levante", proprio con la presentazione del libro di Vecchioni "La vita che si ama. Storie di felicità", edito da Einaudi, nella suggestiva cornice della Cattedrale di Molfetta. Il cantautore era già stato a Molfetta, all'Anfiteatro di ponente, in un indimenticabile concerto sempre organizzato dalla Fondazione Valente.
Vecchioni racconta e si racconta in compagnia del regista Cosimo Damiano Damato. Non è una lezione, non è un racconto fine a se stesso, ma è poesia, è il racconto di un uomo con i suoi dubbi e le sue fragilità, di un uomo che crede nella parola felicità, di un uomo innamorato della moglie, dei suoi figli, dei suoi genitori.
Il libro è dedicato proprio alla sua famiglia, sono un insieme di lettere che il cantautore invia ad ognuno dei componenti.
Della felicità dice: «la voglio addosso come la febbre», non ci sono dettami o regole che il cantautore intende insegnare ai suoi lettori, ma semplicemente ricordare che la «felicità c'è sempre» e che «il destino non c'è, ma siamo noi stessi i suoi artefici».
Il racconto, i ricordi sono intervallati dalle sue canzoni, non quelle note ma quelle intime, quelle che ha scritto e dedicato ai suoi cari, dei piccoli diamanti, che con la sua voce incantevole e la cornice della Cattedrale arrivano dritte al cuore del pubblico, accompagnate dalla chitarra acustica del maestro Massimo Germini, come "Figlia", "Le rose blu" alle più note "Chiamami ancora amore", canzone vincitrice del festival di Sanremo 2011, e l'immancabile "Luci a San Siro", oltre due brani della tradizione partenopea.
Nel corso della serata Roberto Vecchioni dà una sua personalissima definizione del tempo che lui stesso definisce «"tempo verticale", uno spazio che tiene uniti tra loro passato, presente e futuro, dove nulla si perde». In sintesi per i cantautore dobbiamo essere noi a dominare il tempo e ad «imparare a sognare un tempo che è quasi immobile».
Racconti, storie, aneddoti, canzoni che Vecchioni da fine insegnante ha saputo trasmettere al suo pubblico donandosi completamente, in una serata ricca di emozioni e di felicità.
Il prossimo appuntamento con "Luci e suoni a Levante" è per sabato 1° luglio presso la Banchina Seminario con il cantautore Mannarino con il suo "Apriti cielo tour".