Roberto la Grasta: «il nostro è un progetto rivoluzionario misto di civismo e partitico»
Parla l'ex Consigliere Comunale e spiega perché votare Minervini al ballottaggio
venerdì 23 giugno 2017
18.16
«Domenica Molfetta decida per il meglio, decida di portarsi nelle cabine elettorali per dimostrare che in un momento come questo si può democraticamente ribaltare quella tendenza di astensione dovuta alla mancanza di fiducia alla politica cittadina, per colpa della politica autoritaria esercitata dagli ultimi due sindaci, di colore diverso ma con limiti tali da aver allontanato i cittadini dalla politica e dalle urne», spiega Roberto la Grasta, membro del Partito Democratico nel Consiglio Comunale tra il 2013 e il 2016.
«Il passaggio è delicato: da un lato il vecchio schema del centrodestra solido e compatto, ma accentrato e autoritario che si riconosce nella stessa figura che per decenni anni ha reso Molfetta famosa alle cronache nazionali per via delle inchieste giudiziarie e dei rinvii a giudizio», dice la Grasta.
«Quello schieramento fatto di politica esercitata ai limiti e ai confini della legalità e che si è ritrovata a superare quei limiti più di una volta, oggi si inventa un nuovo candidato sindaco senza alcuna esperienza sul campo e senza alcuna esperienza nella condivisione politica, partitica e leaderistica. Un candidato sindaco che non ha espresso alcun indirizzo politico in merito ai procedimenti giudiziari pendenti in danno del suo mentore, un candidato sindaco che parla di differenziata e di ospedale come se fossero due oggetti che spostandoli da un mobilio all'altro, possano migliorare l'aspetto della Città».
A proposito della coalizione di Tommaso Minervini dice: «Dall'altro lato abbiamo un progetto rivoluzionario misto di civismo e partitico; la coalizione di Tommaso Minervini, l'unica personalità politica capace di far tornare Molfetta ad essere quel laboratorio politico e amministrativo che per anni ha fatto di Molfetta città pioniera a livello nazionale».
«Appare scontato, - continua - quale iscritto al Partito Democratico, invitare ogni moderato e ogni moderata di questa città a votare Tommaso Minervini sindaco, unica figura capace di garantire l'equilibrio tra tutte le forze moderate e riformiste della città presenti in coalizione e che renderà quello che a terzi appare un equilibrio precario tra le stesse forze, in un vero punto di forza e di equilibrio».
Poi conclude: «Ogni forza della coalizione di Tommaso Minervini, ogni singolo membro o iscritto, è consapevole che la risoluzione dei problemi della città, il rilancio e la ripartenza della città, sono prerogative improcrastinabili le cui soluzioni prescindono da una politica che decide di mettersi con sacrificio, pancia a terra e annullando ogni competizione interna di coalizione con la consapevolezza che detto sacrificio sarà possibile solo se ci sarà unità di intenti tra le forze partitiche e civiche che sono la base di tutto e sarà proprio questa solida base che ammortizzerà ogni colpo e contraccolpo grazie all'altezza politica di un candidato sindaco che oltre ad essere uomo moderato, è uomo di alta esperienza amministrativa e politica».
«Il passaggio è delicato: da un lato il vecchio schema del centrodestra solido e compatto, ma accentrato e autoritario che si riconosce nella stessa figura che per decenni anni ha reso Molfetta famosa alle cronache nazionali per via delle inchieste giudiziarie e dei rinvii a giudizio», dice la Grasta.
«Quello schieramento fatto di politica esercitata ai limiti e ai confini della legalità e che si è ritrovata a superare quei limiti più di una volta, oggi si inventa un nuovo candidato sindaco senza alcuna esperienza sul campo e senza alcuna esperienza nella condivisione politica, partitica e leaderistica. Un candidato sindaco che non ha espresso alcun indirizzo politico in merito ai procedimenti giudiziari pendenti in danno del suo mentore, un candidato sindaco che parla di differenziata e di ospedale come se fossero due oggetti che spostandoli da un mobilio all'altro, possano migliorare l'aspetto della Città».
A proposito della coalizione di Tommaso Minervini dice: «Dall'altro lato abbiamo un progetto rivoluzionario misto di civismo e partitico; la coalizione di Tommaso Minervini, l'unica personalità politica capace di far tornare Molfetta ad essere quel laboratorio politico e amministrativo che per anni ha fatto di Molfetta città pioniera a livello nazionale».
«Appare scontato, - continua - quale iscritto al Partito Democratico, invitare ogni moderato e ogni moderata di questa città a votare Tommaso Minervini sindaco, unica figura capace di garantire l'equilibrio tra tutte le forze moderate e riformiste della città presenti in coalizione e che renderà quello che a terzi appare un equilibrio precario tra le stesse forze, in un vero punto di forza e di equilibrio».
Poi conclude: «Ogni forza della coalizione di Tommaso Minervini, ogni singolo membro o iscritto, è consapevole che la risoluzione dei problemi della città, il rilancio e la ripartenza della città, sono prerogative improcrastinabili le cui soluzioni prescindono da una politica che decide di mettersi con sacrificio, pancia a terra e annullando ogni competizione interna di coalizione con la consapevolezza che detto sacrificio sarà possibile solo se ci sarà unità di intenti tra le forze partitiche e civiche che sono la base di tutto e sarà proprio questa solida base che ammortizzerà ogni colpo e contraccolpo grazie all'altezza politica di un candidato sindaco che oltre ad essere uomo moderato, è uomo di alta esperienza amministrativa e politica».