Rivoluzione del commercio a Molfetta
Bloccata la realizzazione dei chioschi per la vendita di frutta e verdura
venerdì 25 aprile 2014
7.04
Revocate due delibere. Pronto un nuovo Piano del Commercio. È un provvedimento passato quasi in sordina, nonostante sia stato uno dei temi caldi affrontati dal centrosinistra molfettese durante la campagna elettorale del 2013. La giunta Natalicchio ha disposto di «non realizzare gli ulteriori chioschi in tutte le restanti aree previste nel Piano del commercio con il conseguente effetto di revocare la delibera della Giunta Comunale n.151 del 17 settembre 2012», con cui si individuavano due aree (Via G. Di Vittorio e Via Mazzarella) destinate all'installazione di altri due chioschi della frutta.
Infatti, come si legge nella delibera giuntale n.90/14, l'Assessorato al Commercio «sta revisionando il Piano del Commercio in quanto lo stesso è in scadenza e nella bozza del nuovo piano non si prevede la costruzione di chioschi». È stata anche stracciata la delibera n.187/11 con cui si approvava il progetto esecutivo di 5 chioschi ortofrutticoli per il complessivo importo di euro 375mila. Perciò, la giunta Natalicchio non solo ha affidato al Dirigente del Settore Affari Generali la definizione della procedura amministrativa per revocare/rescindere il contratto con la seconda ditta aggiudicataria dei lavori, ma ha anche richiesto al Dirigente del Settore Territorio di valutare i presupposti per procedere all'annullamento di tutti gli atti con cui era stata disposta l'edificazione dei realizzandi chioschi di via Di Vittorio e via Mazzarella.
Dunque, secondo quando fissato dall'art. 133 del Codice dei Contratti pubblici, benché «la stazione appaltante ha il diritto di recedere in qualunque tempo dal contratto», il comune di Molfetta dovrebbe pagare un decimo dell'importo delle opere non eseguite, a meno di altri accordi stabiliti nel contratto. La stessa ditta potrebbe anche instaurare una iniziativa di carattere giudiziale, appellandosi anche a un eventuale comportamento inadempiente dell'amministrazione
Questo provvedimento susciterà nuove polemiche politiche, già stimolate negli ultimi 3 anni dall'intricato iter per la realizzazione dei quattro chioschi già esistenti (via Papa Montini di fronte il PalaPoli, via Salvador Allende, via Caduti sul Mare e via Giovinazzo). Infatti, se nel novembre 2010 il Comune aveva affidato "per le vie brevi" a una ditta molfettese l'installazione del primo chiosco di via Papa Montini, nel maggio 2011 la Giunta aveva approvato il progetto esecutivo per la realizzazione del chiosco, estendendo il prototipo ratificato a febbraio ad altre due sedi di venditori ambulanti (140mila euro il costo complessivo).
Abolita la gara negoziata ad evidenza pubblica, ad agosto 2011 si era disposto «di procedere in via immediata all'affidamento diretto alla società già esecutrice del primo chiosco». La procedura negoziata a mezzo cottimo fiduciario per la realizzazione dei due nuovi chioschi in via Giovinazzo e via Caduti sul Mare era stata, invece, avviata a ottobre 2011, dopo aver approvato la sanatoria di ben 66mila euro per il chiosco costruito in via Salvador Allende. A prescindere dalle perizia di variante per aggiungere bagno e deposito ai chioschi, la procedura di affidamento dei chioschi aveva provocato l'ennesimo dibattito socio-politico, non solo per l'irrisorio canone decennale da versare, ma anche per i "beneficiari" dell'uso delle strutture.
Del resto, nel 2012 si sono evidenziate anche alcune difficoltà tecnico-logistiche: nella zona destinata al chiosco di via G. Di Vittorio era presente un impianto di riduzione del gas, mentre l'area del chiosco di via Mazzarella era inferiore alla distanza minima di 30m dal binario della Ferrovia. Secondo la comunicazione dell'Italgas (luglio 2013), «l'erigendo chiosco poteva insistere solo ad una distanza di circa 45m di lunghezza e 6m di larghezza a partire dal confine del gruppo di riduzione esistente in zona». Per via Mazzarella, la situazione era stata complicata dall'esposto del condominio di via La Sorsa. «È evidente - si legge nella delibera di revoca - che i restanti chioschi non possono essere realizzati sulle aree individuate anche per ragioni di carattere squisitamente tecniche».
Abolito il "mercato diffuso" (dicitura inventata nel 2010 perché all'epoca completamente assente in qualsiasi legislatura nazionale), quale sarà il prossimo immediato e urgente provvedimento dell'amministrazione Natalicchio per contenere l'ambulantato diffuso che si sta nuovamente diffondendo a Molfetta? Di sicuro, sono stati risparmiati quasi 375mila euro, una bombola d'ossigeno per le casse comunali.
Infatti, come si legge nella delibera giuntale n.90/14, l'Assessorato al Commercio «sta revisionando il Piano del Commercio in quanto lo stesso è in scadenza e nella bozza del nuovo piano non si prevede la costruzione di chioschi». È stata anche stracciata la delibera n.187/11 con cui si approvava il progetto esecutivo di 5 chioschi ortofrutticoli per il complessivo importo di euro 375mila. Perciò, la giunta Natalicchio non solo ha affidato al Dirigente del Settore Affari Generali la definizione della procedura amministrativa per revocare/rescindere il contratto con la seconda ditta aggiudicataria dei lavori, ma ha anche richiesto al Dirigente del Settore Territorio di valutare i presupposti per procedere all'annullamento di tutti gli atti con cui era stata disposta l'edificazione dei realizzandi chioschi di via Di Vittorio e via Mazzarella.
Dunque, secondo quando fissato dall'art. 133 del Codice dei Contratti pubblici, benché «la stazione appaltante ha il diritto di recedere in qualunque tempo dal contratto», il comune di Molfetta dovrebbe pagare un decimo dell'importo delle opere non eseguite, a meno di altri accordi stabiliti nel contratto. La stessa ditta potrebbe anche instaurare una iniziativa di carattere giudiziale, appellandosi anche a un eventuale comportamento inadempiente dell'amministrazione
Questo provvedimento susciterà nuove polemiche politiche, già stimolate negli ultimi 3 anni dall'intricato iter per la realizzazione dei quattro chioschi già esistenti (via Papa Montini di fronte il PalaPoli, via Salvador Allende, via Caduti sul Mare e via Giovinazzo). Infatti, se nel novembre 2010 il Comune aveva affidato "per le vie brevi" a una ditta molfettese l'installazione del primo chiosco di via Papa Montini, nel maggio 2011 la Giunta aveva approvato il progetto esecutivo per la realizzazione del chiosco, estendendo il prototipo ratificato a febbraio ad altre due sedi di venditori ambulanti (140mila euro il costo complessivo).
Abolita la gara negoziata ad evidenza pubblica, ad agosto 2011 si era disposto «di procedere in via immediata all'affidamento diretto alla società già esecutrice del primo chiosco». La procedura negoziata a mezzo cottimo fiduciario per la realizzazione dei due nuovi chioschi in via Giovinazzo e via Caduti sul Mare era stata, invece, avviata a ottobre 2011, dopo aver approvato la sanatoria di ben 66mila euro per il chiosco costruito in via Salvador Allende. A prescindere dalle perizia di variante per aggiungere bagno e deposito ai chioschi, la procedura di affidamento dei chioschi aveva provocato l'ennesimo dibattito socio-politico, non solo per l'irrisorio canone decennale da versare, ma anche per i "beneficiari" dell'uso delle strutture.
Del resto, nel 2012 si sono evidenziate anche alcune difficoltà tecnico-logistiche: nella zona destinata al chiosco di via G. Di Vittorio era presente un impianto di riduzione del gas, mentre l'area del chiosco di via Mazzarella era inferiore alla distanza minima di 30m dal binario della Ferrovia. Secondo la comunicazione dell'Italgas (luglio 2013), «l'erigendo chiosco poteva insistere solo ad una distanza di circa 45m di lunghezza e 6m di larghezza a partire dal confine del gruppo di riduzione esistente in zona». Per via Mazzarella, la situazione era stata complicata dall'esposto del condominio di via La Sorsa. «È evidente - si legge nella delibera di revoca - che i restanti chioschi non possono essere realizzati sulle aree individuate anche per ragioni di carattere squisitamente tecniche».
Abolito il "mercato diffuso" (dicitura inventata nel 2010 perché all'epoca completamente assente in qualsiasi legislatura nazionale), quale sarà il prossimo immediato e urgente provvedimento dell'amministrazione Natalicchio per contenere l'ambulantato diffuso che si sta nuovamente diffondendo a Molfetta? Di sicuro, sono stati risparmiati quasi 375mila euro, una bombola d'ossigeno per le casse comunali.