Riti quaresimali di Molfetta patrimonio immateriale? Minervini: «Sono il DNA della memoria collettiva»
Il 29 marzo sarà stabilito in Consiglio comunale quanto discusso nell'incontro tra Curia, confraternite, istituzioni e associazioni
lunedì 27 marzo 2023
11.02
Un incontro proficuo, utile, partecipato quello ospitato nella sala conferenze della sede comunale di Via Martiri di Via Fani. Esponenti della Curia, delle confraternite, rappresentanti delle associazioni, delle istituzioni comunali, tutti insieme per condividere il percorso che porterà in Consiglio comunale il documento che punta alla modifica dello Statuto comunale e al riconoscimento dei riti quaresimali patrimonio immateriale della Città.
«I nostri sono riti antichissimi che – spiega il sindaco, Tommaso Minervini - richiamano emozioni ancestrali nei molfettesi ovunque si trovino nel mondo perché ti ricordano il volto del nonno o di tuo padre che, con orgoglio, ti iscriveva alla congregazione di appartenenza e tu bambino lo seguivi; perché ti ricorda il volto della nonna o di tua madre che ti portava all'uscita o alla ritirata o in quel preciso punto dove sempre a quell'ora passava il Cristo, la Madonna o i Santi; perché ti ricorda l'incontro con i tuoi cugini che non vedevi spesso o lo zio che sbarcava o tornava dall'America o il fratello grande dalla Germania o da Milano per i riti della Pasqua. Costituiscono ormai il liquido amniotico della città di Molfetta, tramandate di generazione in generazione».
«Sono il DNA della memoria collettiva che non vogliamo far sfumare – continua il Primo cittadino - Anzi, in un momento storico, sociale e anche di fede, che declina sempre più verso il materialismo individuale, dobbiamo essere grati a quegli uomini "fissati" perché grazie a loro arrivano, ancora oggi, a tutti intatti i riti e con loro le emozioni ancestrali della nostra Pasqua Molfettese che, con la Chiesa locale, hanno saputo comunicare. Ora questi riti appartengono a tutta la Città e tutti siamo chiamati, laici e religiosi, a custodirli per tramandarli alle prossime generazioni».
La parola ora passa al Consiglio comunale che, il 29 marzo, a partire dalle 17.30, si espirmerà su questa proposta che interseca tutta la Città.
«I nostri sono riti antichissimi che – spiega il sindaco, Tommaso Minervini - richiamano emozioni ancestrali nei molfettesi ovunque si trovino nel mondo perché ti ricordano il volto del nonno o di tuo padre che, con orgoglio, ti iscriveva alla congregazione di appartenenza e tu bambino lo seguivi; perché ti ricorda il volto della nonna o di tua madre che ti portava all'uscita o alla ritirata o in quel preciso punto dove sempre a quell'ora passava il Cristo, la Madonna o i Santi; perché ti ricorda l'incontro con i tuoi cugini che non vedevi spesso o lo zio che sbarcava o tornava dall'America o il fratello grande dalla Germania o da Milano per i riti della Pasqua. Costituiscono ormai il liquido amniotico della città di Molfetta, tramandate di generazione in generazione».
«Sono il DNA della memoria collettiva che non vogliamo far sfumare – continua il Primo cittadino - Anzi, in un momento storico, sociale e anche di fede, che declina sempre più verso il materialismo individuale, dobbiamo essere grati a quegli uomini "fissati" perché grazie a loro arrivano, ancora oggi, a tutti intatti i riti e con loro le emozioni ancestrali della nostra Pasqua Molfettese che, con la Chiesa locale, hanno saputo comunicare. Ora questi riti appartengono a tutta la Città e tutti siamo chiamati, laici e religiosi, a custodirli per tramandarli alle prossime generazioni».
La parola ora passa al Consiglio comunale che, il 29 marzo, a partire dalle 17.30, si espirmerà su questa proposta che interseca tutta la Città.