Rischio idrogeologico: adeguamento del piano di protezione civile
Importante incontro presieduto dal Sub-Commissario dott.ssa Cinzia Carrieri
martedì 11 ottobre 2016
22.46
Nei giorni scorsi, nella sede comunale di Lama Scotella, si è tenuto un importante incontro per discutere dell'adeguamento del piano di protezione civile nella nostra città.
A presiedere l'incontro (introdotto dal Commissario Straordinario Mauro Passerotti e al quale hanno preso parte rappresentati della Regione Puglia, dell'Autorità di Bacino, dell'Ufficio tecnico comunale, delle Forze dell'Ordine, del Consorzio ASI, dell'Associazione Imprenditori della Zona Industriale), il Sub-Commissario dott.ssa Cinzia Carrieri che ci ha illustrato le motivazioni del confronto: Il tema in discussione è stato l'aggiornamento del piano di protezione civile per fronteggiare con comportamenti operativi tutte le situazioni emergenziali che potrebbero verificarsi a seguito di un evento».
Nel corso dell'incontro, dunque, si è discusso «anche in termini di piano di viabilità preesistente e coinvolgimento dei gestori e dei titolari degli insediamenti produttivi per l'aggiornamento dei loro piani di emergenza interna, che siano, ovviamente, collegati a procedure da mettere in campo al verificarsi delle emergenze. Ovviamente, sono state fornite indicazioni sulle elaborazioni progettuali che a breve, media e lunga scadenza è bene che vengano attuate per fronteggiare il problema prima che si verifichi».
«La sinergia delle presenze di oggi – ha sottolineato la dott.ssa Carrieri durante l'incontro - serve essenzialmente a fare squadra… Siamo qui per trovare delle soluzioni che siano sia un agire comportamentale che serva a mitigare i rischi e, soprattutto, danni non solo a cose ma direi soprattutto a persone, perché il nostro primo obiettivo è salvaguardare la pubblica e privata incolumità».
Ormai acclarato il rischio idrogeologico di tipo idraulico per Molfetta, con insediamenti che interrompono il corso della Lama, sono indispensabili interventi immediati.
La progettualità degli interventi, necessariamente, prevede azioni a breve, medio e lungo termine.
I primi riguardano ciò che è immediatamente eseguibile, ossia togliere quegli ostacoli immediati con piccoli interventi, che non richiedono grandi investimenti ma garantiscono la sicurezza in attesa di portare a termine "l'opera strategica", cioè il progetto, la misura strutturale che dovrebbe eliminare tutti i rischi, la cui realizzazione è stata ipotizzata nell'arco di cinque o sei anni.
Considerando che sul nostro territorio – come è stato ricordato da alcuni operatori della zona ASI – nell'area insistono infrastrutture della rete ferroviaria e della rete stradale, è necessario comprendere quali azioni RFI e ANAS stiano predisponendo (o abbiano già predisposto) nei propri piani di protezione civile.
Un interessante spunto di riflessione è stato proposto dall'ing. Guglielmo Facchini, convinto che l'unica, vera messa in sicurezza dell'area consista nella disostruzione delle lame (tronco principale e affluenti), che sarebbe più rapida e molto meno onerosa degli interventi previsti.
Soddisfazione per l'incontro è stata espressa dalla dott.ssa Maddalena Pisani a nome dell'Associazione Imprenditori della Zona Industriale, rivolgendo un invito a tenere un'analoga assemblea con gli operatori economici dell'area interessata «affinché tutti gli imprenditori possano essere edotti sul rischio e su quello che strategicamente può essere messo in atto a tutela del patrimonio non solo imprenditoriale e territoriale ma anche patrimonio umano». La dott.ssa Pisani, infatti, ha ricordato come una indagine dell'associazione abbia consentito di rilevare nella zona la presenza quotidiana di circa diecimila operatori, tra dipendenti proprietari e utilizzatori, con picchi che arrivano a 30 – 40 mila nei fine settimana.
Sicuramente l'indicazione essenziale emersa dall'incontro è la necessita di un sempre maggiore coordinamento tra Comune, Regione, RFI, ANAS e operatori dell'area interessata.
A presiedere l'incontro (introdotto dal Commissario Straordinario Mauro Passerotti e al quale hanno preso parte rappresentati della Regione Puglia, dell'Autorità di Bacino, dell'Ufficio tecnico comunale, delle Forze dell'Ordine, del Consorzio ASI, dell'Associazione Imprenditori della Zona Industriale), il Sub-Commissario dott.ssa Cinzia Carrieri che ci ha illustrato le motivazioni del confronto: Il tema in discussione è stato l'aggiornamento del piano di protezione civile per fronteggiare con comportamenti operativi tutte le situazioni emergenziali che potrebbero verificarsi a seguito di un evento».
Nel corso dell'incontro, dunque, si è discusso «anche in termini di piano di viabilità preesistente e coinvolgimento dei gestori e dei titolari degli insediamenti produttivi per l'aggiornamento dei loro piani di emergenza interna, che siano, ovviamente, collegati a procedure da mettere in campo al verificarsi delle emergenze. Ovviamente, sono state fornite indicazioni sulle elaborazioni progettuali che a breve, media e lunga scadenza è bene che vengano attuate per fronteggiare il problema prima che si verifichi».
«La sinergia delle presenze di oggi – ha sottolineato la dott.ssa Carrieri durante l'incontro - serve essenzialmente a fare squadra… Siamo qui per trovare delle soluzioni che siano sia un agire comportamentale che serva a mitigare i rischi e, soprattutto, danni non solo a cose ma direi soprattutto a persone, perché il nostro primo obiettivo è salvaguardare la pubblica e privata incolumità».
Ormai acclarato il rischio idrogeologico di tipo idraulico per Molfetta, con insediamenti che interrompono il corso della Lama, sono indispensabili interventi immediati.
La progettualità degli interventi, necessariamente, prevede azioni a breve, medio e lungo termine.
I primi riguardano ciò che è immediatamente eseguibile, ossia togliere quegli ostacoli immediati con piccoli interventi, che non richiedono grandi investimenti ma garantiscono la sicurezza in attesa di portare a termine "l'opera strategica", cioè il progetto, la misura strutturale che dovrebbe eliminare tutti i rischi, la cui realizzazione è stata ipotizzata nell'arco di cinque o sei anni.
Considerando che sul nostro territorio – come è stato ricordato da alcuni operatori della zona ASI – nell'area insistono infrastrutture della rete ferroviaria e della rete stradale, è necessario comprendere quali azioni RFI e ANAS stiano predisponendo (o abbiano già predisposto) nei propri piani di protezione civile.
Un interessante spunto di riflessione è stato proposto dall'ing. Guglielmo Facchini, convinto che l'unica, vera messa in sicurezza dell'area consista nella disostruzione delle lame (tronco principale e affluenti), che sarebbe più rapida e molto meno onerosa degli interventi previsti.
Soddisfazione per l'incontro è stata espressa dalla dott.ssa Maddalena Pisani a nome dell'Associazione Imprenditori della Zona Industriale, rivolgendo un invito a tenere un'analoga assemblea con gli operatori economici dell'area interessata «affinché tutti gli imprenditori possano essere edotti sul rischio e su quello che strategicamente può essere messo in atto a tutela del patrimonio non solo imprenditoriale e territoriale ma anche patrimonio umano». La dott.ssa Pisani, infatti, ha ricordato come una indagine dell'associazione abbia consentito di rilevare nella zona la presenza quotidiana di circa diecimila operatori, tra dipendenti proprietari e utilizzatori, con picchi che arrivano a 30 – 40 mila nei fine settimana.
Sicuramente l'indicazione essenziale emersa dall'incontro è la necessita di un sempre maggiore coordinamento tra Comune, Regione, RFI, ANAS e operatori dell'area interessata.