Rischio idraulico, alzano la voce i proprietari dei fondi sottoposti a espropriazione
«Sono più importanti i canaloni o mettere in sicurezza il territorio?»
lunedì 14 novembre 2016
15.17
Dopo l'ufficialità della definizione del progetto inerenti gli interventi di salvaguardia idraulica nella zona Asi, giunge una nota durissima da parte dei proprietari dei suoli sottoposti sottoposti a procedure di esproprio che pubblichiamo integralmente.
«Con l'investimento pubblico che si vorrebbe oggi destinare alla costruzione dei due canaloni di mitigazione del rischio idraulico si rimedierebbe al dissesto geologico del 100% del territorio di Molfetta Bisceglie e Giovinazzo messi insieme. Dopo il piccolo nubifragio che ha colpito la cittadina di Molfetta il 16 luglio, provocando oltre 10 milioni di euro di danni, sarebbe necessario che il governo locale ripensasse alle priorità del paese. È doveroso per un governo chiedersi come debbano essere gestite le risorse pubbliche.
Chi governa deve essere in grado di capire quali sono le necessità di un paese. E allora, la priorità è investire un fiume di soldi per realizzare una opera incompleta ed illegale per costruire due canaloni in barba a tutte le leggi esistenti ? No!
La priorità è la messa in sicurezza di interi paesi e città
Inoltre, cosa non secondaria in un momento di grave crisi economica, con quei soldi si attiverebbero migliaia di micro cantieri dando lavoro alle piccole e medie imprese che sono l'ossatura economica del nostro paese. Sarebbe un'opportunità unica per rilanciare l'economia. Le piccole imprese artigiane, spesso a conduzione familiare e ora schiacciate dalle tasse, respirerebbero e si darebbe un forte incentivo all'occupazione. Nei mega appalti, come i due canaloni i soldi pubblici vanno a finire nelle casse delle solite poche e note imprese legate ad alcuni partiti e ad alcuni dirigenti. Non facciamo finta di non sapere. Dietro ai mega appalti si celano interessi personali, favoritismi, corruzioni e tangenti. Senza contare il rischio di infiltrazione mafiosa contro le quali ci dobbiamo battere quotidianamente ormai. Come scritto da Saviano in più di una occasione : "bisogna avere il coraggio di comprendere che Molfetta al momento non è in grado di garantire che questo cantiere non diventi miniera per le mafie".
Dobbiamo dunque ripensare le priorità del Paese. Priorità che non possono essere gli interessi di pochi, ma la messa in sicurezza del 100% del territorio. Bisogna avere il coraggio, ma diffido che questo governo locale ce l'abbia, di destinare quei soldi pubblici alla protezione del territorio e delle persone che ci vivono. Bisogna allora avere il coraggio di destinare quei soldi per aiutare i comuni italiani che hanno problemi geologici e idraulici e che sono a rischio frana e alluvione. Secondo alcune stime, come quelle prodotte da il presidente di Publiacqua spa, Erasmo D'Angelis, autore con Alberto Irace del libro "Come riparare l'Italia. Rilanciare l'economia e salvare il territorio con la Blue Economy", il dissesto idrogeologico interessa 6.633 comuni, l'82% del totale. Secondo la sua analisi, metterci in sicurezza da bombe d'acqua e frane, e depurare le acque dei nostri fiumi e laghi, può creare da 160mila a 500mila nuovi posti di lavoro.
Perché se è vero che certi eventi atmosferici sono imprevedibili e di portata eccezionale, è altrettanto vero che è l'incuria dell'uomo, la cementificazione selvaggia, il disboscamento e il taglio dei fondi destinati alla protezione del territorio che amplificano il disastro. Se non possiamo impedire alla natura di fare il suo corso, possiamo almeno decidere come i soldi pubblici devono essere gestiti e quali sono le priorità da affrontare».
«Con l'investimento pubblico che si vorrebbe oggi destinare alla costruzione dei due canaloni di mitigazione del rischio idraulico si rimedierebbe al dissesto geologico del 100% del territorio di Molfetta Bisceglie e Giovinazzo messi insieme. Dopo il piccolo nubifragio che ha colpito la cittadina di Molfetta il 16 luglio, provocando oltre 10 milioni di euro di danni, sarebbe necessario che il governo locale ripensasse alle priorità del paese. È doveroso per un governo chiedersi come debbano essere gestite le risorse pubbliche.
Chi governa deve essere in grado di capire quali sono le necessità di un paese. E allora, la priorità è investire un fiume di soldi per realizzare una opera incompleta ed illegale per costruire due canaloni in barba a tutte le leggi esistenti ? No!
La priorità è la messa in sicurezza di interi paesi e città
Inoltre, cosa non secondaria in un momento di grave crisi economica, con quei soldi si attiverebbero migliaia di micro cantieri dando lavoro alle piccole e medie imprese che sono l'ossatura economica del nostro paese. Sarebbe un'opportunità unica per rilanciare l'economia. Le piccole imprese artigiane, spesso a conduzione familiare e ora schiacciate dalle tasse, respirerebbero e si darebbe un forte incentivo all'occupazione. Nei mega appalti, come i due canaloni i soldi pubblici vanno a finire nelle casse delle solite poche e note imprese legate ad alcuni partiti e ad alcuni dirigenti. Non facciamo finta di non sapere. Dietro ai mega appalti si celano interessi personali, favoritismi, corruzioni e tangenti. Senza contare il rischio di infiltrazione mafiosa contro le quali ci dobbiamo battere quotidianamente ormai. Come scritto da Saviano in più di una occasione : "bisogna avere il coraggio di comprendere che Molfetta al momento non è in grado di garantire che questo cantiere non diventi miniera per le mafie".
Dobbiamo dunque ripensare le priorità del Paese. Priorità che non possono essere gli interessi di pochi, ma la messa in sicurezza del 100% del territorio. Bisogna avere il coraggio, ma diffido che questo governo locale ce l'abbia, di destinare quei soldi pubblici alla protezione del territorio e delle persone che ci vivono. Bisogna allora avere il coraggio di destinare quei soldi per aiutare i comuni italiani che hanno problemi geologici e idraulici e che sono a rischio frana e alluvione. Secondo alcune stime, come quelle prodotte da il presidente di Publiacqua spa, Erasmo D'Angelis, autore con Alberto Irace del libro "Come riparare l'Italia. Rilanciare l'economia e salvare il territorio con la Blue Economy", il dissesto idrogeologico interessa 6.633 comuni, l'82% del totale. Secondo la sua analisi, metterci in sicurezza da bombe d'acqua e frane, e depurare le acque dei nostri fiumi e laghi, può creare da 160mila a 500mila nuovi posti di lavoro.
Perché se è vero che certi eventi atmosferici sono imprevedibili e di portata eccezionale, è altrettanto vero che è l'incuria dell'uomo, la cementificazione selvaggia, il disboscamento e il taglio dei fondi destinati alla protezione del territorio che amplificano il disastro. Se non possiamo impedire alla natura di fare il suo corso, possiamo almeno decidere come i soldi pubblici devono essere gestiti e quali sono le priorità da affrontare».