“Ripartiamo dalla pasta”, i detenuti di Trani a scuola di cucina con la Factory del Gusto di Molfetta
Presentata la terza edizione del progetto
giovedì 30 aprile 2015
7.29
È stato presentato nel corso di una conferenza stampa presso la Casa Circondariale di Trani il progetto denominato "Ripartiamo dalla pasta" che vede unite importanti realtà come il pastificio Granoro e l'accademia di cucina molfettese Factory del Gusto.
Il progetto giunto alla terza edizione – dopo quelle degli anni precedenti che avevano coinvolto la sezione femminile del penitenziario tranese – vedrà quest'anno protagonisti i detenuti della sezione maschile alle prese con materie prime del territorio e fornelli, in un percorso della durata complessiva di sei lezioni a cadenza settimanale.
Presenti alla conferenza stampa la direttrice del carcere, dottoressa Bruna Piarulli, l'amministratore delegato di Granoro, dottoressa Marina Mastromauro, l'amministratore delegato della Factory del Gusto, lo chef Salvatore Turturo; sono altresì intervenute la responsabile area trattamentale del penitenziario maschile di Trani, la dottoressa Elisabetta Pellegrini, la direttrice ufficio detenuti e trattamento ufficio regionale, dottoressa Rosa Musicco, il direttore U.E.P.E. (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) di Bari, dottoressa Paola Ruggieri ed il vicario della diocesi di Trani, Barletta e Bisceglie, don Savino Giannotti.
Novità di questa terza edizione, oltre alla partecipazione maschile, è sicuramente il connubio cucina-letteratura grazie alla presenza del Presidio del Libro di Corato: tra una preparazione e l'altra i detenuti potranno assaporare le parole di brani tratti da libri dedicati al settore agroalimentare, come "Storia di semi" dell'autrice indiana Vandana Shiva, ma anche alle tipicità gastronomiche del territorio pugliese.
Un progetto ambizioso, che ha come obiettivo preponderante un percorso formativo e informativo per la trasmissione di competenze professionali nell'ambito della ristorazione, spendibili soprattutto al di fuori dell'ambito penitenziale: i futuri ex detenuti avranno dunque la possibilità di entrare a pieno diritto e con giuste credenziali nel circuito lavorativo della ristorazione.
Come ha affermato la dottoressa Pellegrini, esperienze di questo tipo possono rappresentare un'efficace strategia di prevenzione della recidiva e un'importante occasione per promuovere la cultura della legalità; inoltre si avvia un processo altresì di ristrutturazione dei valori della persona, entrando in un circolo virtuoso che non può che avere ricadute positive su tutto il territorio.
Il carcere di Trani, dunque, si pone come modello da esportare presso altre strutture, diventa un centro in cui si assiste ad una forte integrazione con un territorio fortemente sensibile a tali realtà e che in questo modo riesce a ottemperare pienamente all'art. 17 della Norme sull'ordinamento penitenziario, come conferma la direttrice Piarulli.
Forte è sicuramente l'esperienza dei precedenti progetti con le detenute della sezione femminile, per le quali anche prendere in mano un mestolo è diventato un gesto quasi paradossalmente liberatorio, rimettendole in contatto con una realtà quotidiana che quelle sbarre di ferro lasciano fuori: esperienze che hanno coinvolto non solo i sensi, il gusto in primis, ma soprattutto il cuore.
Il corso, strutturato in sei lezioni, verterà su argomenti quali i cereali e la pasta, tipologie di cottura, paste speciali biologiche e con grano arso, la filiera e le farine, ma in particolare, come ha affermato lo chef Turturo che terrà i corsi assieme alla chef Lucia Viggiano, sarà un viaggio che prima della trasformazione pratica delle materie prime del territorio, passerà dalla conoscenza delle stesse, un "sapere per poi saper fare".
I fornelli, dunque, stanno per essere accessi, ma un grande entusiasmo bolle già in pentola.
Il progetto giunto alla terza edizione – dopo quelle degli anni precedenti che avevano coinvolto la sezione femminile del penitenziario tranese – vedrà quest'anno protagonisti i detenuti della sezione maschile alle prese con materie prime del territorio e fornelli, in un percorso della durata complessiva di sei lezioni a cadenza settimanale.
Presenti alla conferenza stampa la direttrice del carcere, dottoressa Bruna Piarulli, l'amministratore delegato di Granoro, dottoressa Marina Mastromauro, l'amministratore delegato della Factory del Gusto, lo chef Salvatore Turturo; sono altresì intervenute la responsabile area trattamentale del penitenziario maschile di Trani, la dottoressa Elisabetta Pellegrini, la direttrice ufficio detenuti e trattamento ufficio regionale, dottoressa Rosa Musicco, il direttore U.E.P.E. (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) di Bari, dottoressa Paola Ruggieri ed il vicario della diocesi di Trani, Barletta e Bisceglie, don Savino Giannotti.
Novità di questa terza edizione, oltre alla partecipazione maschile, è sicuramente il connubio cucina-letteratura grazie alla presenza del Presidio del Libro di Corato: tra una preparazione e l'altra i detenuti potranno assaporare le parole di brani tratti da libri dedicati al settore agroalimentare, come "Storia di semi" dell'autrice indiana Vandana Shiva, ma anche alle tipicità gastronomiche del territorio pugliese.
Un progetto ambizioso, che ha come obiettivo preponderante un percorso formativo e informativo per la trasmissione di competenze professionali nell'ambito della ristorazione, spendibili soprattutto al di fuori dell'ambito penitenziale: i futuri ex detenuti avranno dunque la possibilità di entrare a pieno diritto e con giuste credenziali nel circuito lavorativo della ristorazione.
Come ha affermato la dottoressa Pellegrini, esperienze di questo tipo possono rappresentare un'efficace strategia di prevenzione della recidiva e un'importante occasione per promuovere la cultura della legalità; inoltre si avvia un processo altresì di ristrutturazione dei valori della persona, entrando in un circolo virtuoso che non può che avere ricadute positive su tutto il territorio.
Il carcere di Trani, dunque, si pone come modello da esportare presso altre strutture, diventa un centro in cui si assiste ad una forte integrazione con un territorio fortemente sensibile a tali realtà e che in questo modo riesce a ottemperare pienamente all'art. 17 della Norme sull'ordinamento penitenziario, come conferma la direttrice Piarulli.
Forte è sicuramente l'esperienza dei precedenti progetti con le detenute della sezione femminile, per le quali anche prendere in mano un mestolo è diventato un gesto quasi paradossalmente liberatorio, rimettendole in contatto con una realtà quotidiana che quelle sbarre di ferro lasciano fuori: esperienze che hanno coinvolto non solo i sensi, il gusto in primis, ma soprattutto il cuore.
Il corso, strutturato in sei lezioni, verterà su argomenti quali i cereali e la pasta, tipologie di cottura, paste speciali biologiche e con grano arso, la filiera e le farine, ma in particolare, come ha affermato lo chef Turturo che terrà i corsi assieme alla chef Lucia Viggiano, sarà un viaggio che prima della trasformazione pratica delle materie prime del territorio, passerà dalla conoscenza delle stesse, un "sapere per poi saper fare".
I fornelli, dunque, stanno per essere accessi, ma un grande entusiasmo bolle già in pentola.