Piazza Paradiso: esplode la rabbia dei residenti
Ieri sera una partecipata assembla del comitato di quartiere con residenti, parroci e commercianti
venerdì 5 gennaio 2018
19.47
Il tappo è saltato e monta la rabbia dei cittadini e commercianti che vivono quotidianamente il quartiere che si sviluppa attorno a piazza Paradiso.
In un'assemblea sentita, che ha visto partecipe tutte le varie figure che popolano il quartiere, dai residenti, dal presidente del Consiglio Piergiovanni, ai commercianti, ai politici (di tutti i colori) che vi abitano ed anche alle figure parrocchiali come don Nico Tempesta, prete della parrocchia Immaccolata nonché punto di riferimento della comunità del rione, sono fuoriuscite come un fiume in piena tutte le criticità, i malcontenti ed i problemi gravi di un quartiere che tutti i presenti sentono declassato ad ogni grado, anche da coloro che dovrebbero tutelarlo e proteggerlo.
Il filo conduttore è per tutti lo stesso: il senso comune di una totale assenza delle forze dell'ordine, da alcuni presenti sentite molto distanti e quasi indifferenti nei momenti in cui sono state interpellate. Una serie di criticità che diversi cittadini affermano aver portato l'instaurarsi di una triste tradizione che coinvolge anche molfettesi che non abitano a rione Paradiso e che ogni Capodanno riempiono con i loro botti il vuoto lasciati da altri.
Ma il malcontento non è limitato solo alla notte di Capodanno, ma a quello che avviene nei vicoli ogni giorno. Emblematico l'intervento di don Nico Tempesta che afferma di aver «avanzato proposte, seppur accolte con attenzione dall'Amministrazione, ma non posso ahimè non lamentare una mancanza del ruolo educativo durante tutto l'anno delle Istituzioni, anche con un presidio fisico. Dobbiamo prendere coscienza che da soli, nel mio caso come Parrocchia, non ce la possiamo fare perché la gente ha paura e si chiude in casa. Persino sul sagrato della Chiesa ho trovato dei rifiuti.»
«I botti si sono venduti alla luce del sole e nessuno è intervenuto. Questa è la realtà dei fatti» rincara un altro residente seguito a ruota da alcuni commercianti che lamentano l'assenza di un piano del Commercio che inglobi questo quartiere e possa rivitalizzarlo.
Non sono mancate quindi le proposte e le richieste, proposte e richieste che il Presidente del Consiglio Piergiovanni ha accolto «con piacere e con positività. Vedere tanta gente impegnarsi per la nostra città è un bene per noi è per Molfetta. Era nostro e mio compito e dovere essere qui ad ascoltarvi. Sono certo che con i giusti tempi riusciremo assieme a restituire dignità a questo quartiere».
L'incontro si è, infine, sciolto con la promessa di un nuovo incontro tra Istituzioni e Comitato.
In un'assemblea sentita, che ha visto partecipe tutte le varie figure che popolano il quartiere, dai residenti, dal presidente del Consiglio Piergiovanni, ai commercianti, ai politici (di tutti i colori) che vi abitano ed anche alle figure parrocchiali come don Nico Tempesta, prete della parrocchia Immaccolata nonché punto di riferimento della comunità del rione, sono fuoriuscite come un fiume in piena tutte le criticità, i malcontenti ed i problemi gravi di un quartiere che tutti i presenti sentono declassato ad ogni grado, anche da coloro che dovrebbero tutelarlo e proteggerlo.
Il filo conduttore è per tutti lo stesso: il senso comune di una totale assenza delle forze dell'ordine, da alcuni presenti sentite molto distanti e quasi indifferenti nei momenti in cui sono state interpellate. Una serie di criticità che diversi cittadini affermano aver portato l'instaurarsi di una triste tradizione che coinvolge anche molfettesi che non abitano a rione Paradiso e che ogni Capodanno riempiono con i loro botti il vuoto lasciati da altri.
Ma il malcontento non è limitato solo alla notte di Capodanno, ma a quello che avviene nei vicoli ogni giorno. Emblematico l'intervento di don Nico Tempesta che afferma di aver «avanzato proposte, seppur accolte con attenzione dall'Amministrazione, ma non posso ahimè non lamentare una mancanza del ruolo educativo durante tutto l'anno delle Istituzioni, anche con un presidio fisico. Dobbiamo prendere coscienza che da soli, nel mio caso come Parrocchia, non ce la possiamo fare perché la gente ha paura e si chiude in casa. Persino sul sagrato della Chiesa ho trovato dei rifiuti.»
«I botti si sono venduti alla luce del sole e nessuno è intervenuto. Questa è la realtà dei fatti» rincara un altro residente seguito a ruota da alcuni commercianti che lamentano l'assenza di un piano del Commercio che inglobi questo quartiere e possa rivitalizzarlo.
Non sono mancate quindi le proposte e le richieste, proposte e richieste che il Presidente del Consiglio Piergiovanni ha accolto «con piacere e con positività. Vedere tanta gente impegnarsi per la nostra città è un bene per noi è per Molfetta. Era nostro e mio compito e dovere essere qui ad ascoltarvi. Sono certo che con i giusti tempi riusciremo assieme a restituire dignità a questo quartiere».
L'incontro si è, infine, sciolto con la promessa di un nuovo incontro tra Istituzioni e Comitato.