Rifondazione: «L'amministrazione di Molfetta si dimetta. Parola ai cittadini»
Il partito: «Situazione politico-amministrativa della città è grave»
sabato 23 gennaio 2021
Molfetta attende ancora di conoscere la nuova Giunta Minervini, il "governo" che dovrebbe lavorare a stretto contatto con Tommaso Minervini fino alla conclusione del suo secondo mandato.
Eppure, ancora un'altra settimana è trascorsa. Secondo i programmi ipotizzati a novembre, quando la verifica politica amministrativa iniziò, tutto avrebbe dovuto concludersi a fine 2020.
«La situazione politico-amministrativa della città è grave. L'interminabile tarantella della "verifica amministrativa" all'interno dell'amministrazione comunale guidata da Tommaso Minervini, le fughe di notizie su presunti nuovi assessori e su vecchi assessori dimissionari che sebbene indagati continuano a comportarsi come se lo fossero ancora, la megalomania del sindaco che sebbene indagato continua a fare finta di niente, consiglieri regionali che comandano a palazzo come se fossero loro i sindaci, consiglieri di maggioranza delegati dal sindaco a occuparsi dell'emergenza Covid quando c'è invece già un assessore preposto, cantieri di lavori pubblici che partono, si bloccano, ripartono e bruciano centinaia di migliaia di risorse pubbliche e attraverso mutui ipotecano il futuro della città, una città sempre più sporca e inattraversabile per merito della guida inadeguata delle nostre aziende pubbliche comunali (Asm e Multiservizi)», è la dura presa di posizione di Rifondazione Comunista.
Rifondazione che, nella giornata di ieri, ha anche chiesto alle forze di sinistra come al Movimento cinque stelle di unirsi attorno alla figura di Felice Spaccavento da proporre alla città come candidato sindaco come alternativa a quella che il partito stesso definisce «una esperienza politica mostruosa – quella messa in piedi da Tommaso Minervini, Saverio Tammacco e Partito democratico – che oramai dimostra di essere logorata perché quando le alleanze si tengono insieme in vista di una poltrona come quella di consigliere regionale e solo per interessi, le unioni prima o poi traballano come sta avvenendo da settimane a questa parte».
«Noi che siamo sempre stati come sinistra all'opposizione di questo indigeribile e fumoso progetto amministrativo crediamo che oggi non si possa andare oltre, sarebbe più dignitoso per tutti coloro che ricoprono incarichi di sindaco e assessori rassegnare le dimissioni e restituire la parola ai cittadini. Ma dal momento che anche un'indagine della magistratura non è servita a far riflettere Minervini, Tammacco e il Partito democratico sul da farsi, ebbene allora riteniamo che sia arrivato il momento».
Eppure, ancora un'altra settimana è trascorsa. Secondo i programmi ipotizzati a novembre, quando la verifica politica amministrativa iniziò, tutto avrebbe dovuto concludersi a fine 2020.
«La situazione politico-amministrativa della città è grave. L'interminabile tarantella della "verifica amministrativa" all'interno dell'amministrazione comunale guidata da Tommaso Minervini, le fughe di notizie su presunti nuovi assessori e su vecchi assessori dimissionari che sebbene indagati continuano a comportarsi come se lo fossero ancora, la megalomania del sindaco che sebbene indagato continua a fare finta di niente, consiglieri regionali che comandano a palazzo come se fossero loro i sindaci, consiglieri di maggioranza delegati dal sindaco a occuparsi dell'emergenza Covid quando c'è invece già un assessore preposto, cantieri di lavori pubblici che partono, si bloccano, ripartono e bruciano centinaia di migliaia di risorse pubbliche e attraverso mutui ipotecano il futuro della città, una città sempre più sporca e inattraversabile per merito della guida inadeguata delle nostre aziende pubbliche comunali (Asm e Multiservizi)», è la dura presa di posizione di Rifondazione Comunista.
Rifondazione che, nella giornata di ieri, ha anche chiesto alle forze di sinistra come al Movimento cinque stelle di unirsi attorno alla figura di Felice Spaccavento da proporre alla città come candidato sindaco come alternativa a quella che il partito stesso definisce «una esperienza politica mostruosa – quella messa in piedi da Tommaso Minervini, Saverio Tammacco e Partito democratico – che oramai dimostra di essere logorata perché quando le alleanze si tengono insieme in vista di una poltrona come quella di consigliere regionale e solo per interessi, le unioni prima o poi traballano come sta avvenendo da settimane a questa parte».
«Noi che siamo sempre stati come sinistra all'opposizione di questo indigeribile e fumoso progetto amministrativo crediamo che oggi non si possa andare oltre, sarebbe più dignitoso per tutti coloro che ricoprono incarichi di sindaco e assessori rassegnare le dimissioni e restituire la parola ai cittadini. Ma dal momento che anche un'indagine della magistratura non è servita a far riflettere Minervini, Tammacco e il Partito democratico sul da farsi, ebbene allora riteniamo che sia arrivato il momento».