Rifondazione Comunista: XXII Festa di liberazione con uno sguardo al futuro
I consiglieri Zanna e De Candia hanno risposto alle domande dei giornalisti
lunedì 20 settembre 2021
Per la ventiduesima Festa di Liberazione, Rifondazione Comunista ha proposto una formula diversa per il suo incontro di punta, ossia un confronto pubblico con i giornalisti, alle domande si sono sottoposti i consiglieri comunali Beppe Zanna e Paola De Candia.
Domande dirette per altrettante risposte dirette su quello che è stato, è e sarà il futuro del partito e quindi sulla loro visione di città.
Entrambi i consiglieri sono alla loro prima esperienza nella massima assise cittadina, tutti e due la considerano carica di responsabilità, innanzitutto di rappresentare un collettivo che è presente in città da almeno 30 anni, ma al contempo è un'esperienza formativa perché stando all'interno se ne capiscono i meccanismi e i segreti.
«E' un mettersi al servizio della città».
Ad introdurre la serata il neo segretario di Rifondazione comunista, Pasquale De Candia, che ha le idee chiare sul futuro del partito e della città «non delegare ad altri la nostra vita e il nostro futuro, dobbiamo garantire una città vivibile». Per il segretario di Rifondazione Molfetta è una città che ha bisogno di ritornare a credere in sé stessa, per questo occorre «costruire un'idea diversa di città, da soli non possiamo farcela, c'è bisogno di molte gambe e molte braccia, una alternativa a questa amministrazione».
Quindi anche Rifondazione Comunista, dopo anni in solitaria per la conquista di uno scranno a Palazzo Giovine, questa volta incomincia a parlare di coalizione, o meglio come hanno più volte ribadito i consiglieri comunali di una «coalizione di emergenza democratica».
Nel corso dell'incontro viene fuori anche il nome di Felice Spaccavento come primo nome a cui si è pensato per una futura coalizione di emergenza democratica, ma lo stesso Spaccavento per sua scelta sembra fuori dalla politica molfettese. Per cui al momento c'è un'idea di coalizione, ma non un leader.
In tema di coalizioni e risultati che storicamente ha ottenuto il centro sinistra è Beppe Zanna a ricordare che «il centro sinistra ha vinto quando aveva leader capaci di sovvertire lo stato delle cose, cita Guglielmo Minervini e Paola Natalicchio, ossia creare entusiasmo nei cittadini, riportarli al centro e insieme nel dibattito politico».
Non hanno dubbi che le coalizioni non possono essere somme algebriche, ma devono nascere per un progetto rivoluzionario per il benessere della città.
Per tutto l'incontro sembra fermo il no al Pd, per poi spiegare su sollecitazione dei giornalisti presenti, che per Rifondazione «non esiste un Pd buono ed uno cattivo, esiste chi ha fatto nascere questo obbrobrio amministrativo e ha governato».
Quindi, al momento, i loro occhi sono puntanti su quello che viene definito il partito degli astensionisti.
Per Paola De Candia Molfetta dovrebbe ripartire dalle proprie risorse, dalla pesca al turismo, «bisogna pensare al benessere dei cittadini, quindi della città, sovvertire lo stato delle cose e tornare ad amministrare la città pensando alla qualità della vita e al benessere per la collettività, partendo da un progetto e da un gruppo, non di interesse, ma animato dalla voglia di mettere a disposizione le proprie competenze per offrire un servizio alla città, provando a riportarla nei ranghi della legalità, di una città vivibile».
E aggiunge, facendo riferimento a questa prima esperienza come consigliere comunale: «comunicare per noi è fondamentale abbiamo la necessità di far arrivare alla città quello che accade all'interno delle Istituzioni, noi operiamo dentro e fuori le istituzioni. Vogliamo che la città si risvegli».
Domande dirette per altrettante risposte dirette su quello che è stato, è e sarà il futuro del partito e quindi sulla loro visione di città.
Entrambi i consiglieri sono alla loro prima esperienza nella massima assise cittadina, tutti e due la considerano carica di responsabilità, innanzitutto di rappresentare un collettivo che è presente in città da almeno 30 anni, ma al contempo è un'esperienza formativa perché stando all'interno se ne capiscono i meccanismi e i segreti.
«E' un mettersi al servizio della città».
Ad introdurre la serata il neo segretario di Rifondazione comunista, Pasquale De Candia, che ha le idee chiare sul futuro del partito e della città «non delegare ad altri la nostra vita e il nostro futuro, dobbiamo garantire una città vivibile». Per il segretario di Rifondazione Molfetta è una città che ha bisogno di ritornare a credere in sé stessa, per questo occorre «costruire un'idea diversa di città, da soli non possiamo farcela, c'è bisogno di molte gambe e molte braccia, una alternativa a questa amministrazione».
Quindi anche Rifondazione Comunista, dopo anni in solitaria per la conquista di uno scranno a Palazzo Giovine, questa volta incomincia a parlare di coalizione, o meglio come hanno più volte ribadito i consiglieri comunali di una «coalizione di emergenza democratica».
Nel corso dell'incontro viene fuori anche il nome di Felice Spaccavento come primo nome a cui si è pensato per una futura coalizione di emergenza democratica, ma lo stesso Spaccavento per sua scelta sembra fuori dalla politica molfettese. Per cui al momento c'è un'idea di coalizione, ma non un leader.
In tema di coalizioni e risultati che storicamente ha ottenuto il centro sinistra è Beppe Zanna a ricordare che «il centro sinistra ha vinto quando aveva leader capaci di sovvertire lo stato delle cose, cita Guglielmo Minervini e Paola Natalicchio, ossia creare entusiasmo nei cittadini, riportarli al centro e insieme nel dibattito politico».
Non hanno dubbi che le coalizioni non possono essere somme algebriche, ma devono nascere per un progetto rivoluzionario per il benessere della città.
Per tutto l'incontro sembra fermo il no al Pd, per poi spiegare su sollecitazione dei giornalisti presenti, che per Rifondazione «non esiste un Pd buono ed uno cattivo, esiste chi ha fatto nascere questo obbrobrio amministrativo e ha governato».
Quindi, al momento, i loro occhi sono puntanti su quello che viene definito il partito degli astensionisti.
Per Paola De Candia Molfetta dovrebbe ripartire dalle proprie risorse, dalla pesca al turismo, «bisogna pensare al benessere dei cittadini, quindi della città, sovvertire lo stato delle cose e tornare ad amministrare la città pensando alla qualità della vita e al benessere per la collettività, partendo da un progetto e da un gruppo, non di interesse, ma animato dalla voglia di mettere a disposizione le proprie competenze per offrire un servizio alla città, provando a riportarla nei ranghi della legalità, di una città vivibile».
E aggiunge, facendo riferimento a questa prima esperienza come consigliere comunale: «comunicare per noi è fondamentale abbiamo la necessità di far arrivare alla città quello che accade all'interno delle Istituzioni, noi operiamo dentro e fuori le istituzioni. Vogliamo che la città si risvegli».