Riconosciuto lo status di "vittima del dovere" per radiotelegrafista molfettese

Prestava servizio nella Marina Militare: morì per un mesotelioma pleurico causato dall’esposizione all’amianto

venerdì 11 aprile 2025 10.47
È diventata definitiva la sentenza del Tribunale di Trani che ha condannato il Ministero della Difesa al riconoscimento dello status di vittima del dovere per il radiotelegrafista pugliese L.M.M., deceduto il 10 febbraio 2020 a causa di un mesotelioma pleurico causato dall'esposizione all'amianto.

L'uomo, ha prestato servizio nella Marina Militare dal 13 luglio 1962 al 31 luglio 1964 a bordo delle navi Albatros e Corvetta Alcione. È proprio durante questo periodo che ha subito una prolungata esposizione all'amianto presente a bordo: nei locali motori, nei corridoi, nei rivestimenti delle condotte di scarico e persino negli ambienti di vita quotidiana dell'equipaggio.

Nonostante all'epoca fosse già nota la pericolosità dell'amianto, il militare non fu mai dotato di adeguati dispositivi di protezione individuale.

In vita il militare aveva richiesto il riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere, ma solo dopo la sua morte, grazie all'azione dell'avvocato Ezio Bonanni – Presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto – e con il sostegno della famiglia la giustizia ha fatto il suo corso. Il Tribunale ha infatti riconosciuto il nesso causale tra la malattia e l'esposizione a bordo, e ha disposto l'erogazione dei benefici spettanti per legge. Alla vedova dovrà essere corrisposta una speciale elargizione di circa 300.000 euro, oltre a ratei arretrati per circa 100.000 euro e un vitalizio mensile di circa 2.400 euro.

Una sentenza che apre la strada anche agli orfani delle vittime dell'amianto, a cui in passato è stato negato il diritto al risarcimento per mancanza del requisito del carico fiscale. Potranno ora ricorrere al Tribunale civile per ottenere il giusto indennizzo, sia per il danno diretto subito dalla vittima, sia per il loro personale danno da lutto.

"A quasi cinque anni dalla sua scomparsa L.M.M. ha finalmente ottenuto giustizia – dichiara Bonanni, anche legale della famiglia - ora, con la sentenza definitiva, possiamo procedere con ulteriori azioni per il risarcimento integrale dei danni. Il nostro impegno prosegue a tutela di tutte le vittime dell'amianto e delle vittime del dovere".