Rianimata all’ospedale di Molfetta, la storia a lieto fine di buona sanità
La paziente era giunta con un fortissimo dolore allo stomaco che anticipava un grave infarto
venerdì 4 febbraio 2022
17.19
Una donna di 54 anni era giunta al Pronto Soccorso con forti dolori allo stomaco, ma subito il personale ha intuito che ci fosse qualcosa di più. Nel giro di pochi minuti la giovane signora è andata in coma per arresto cardiaco. Allertati i rianimatori, sono state attivate tutte le procedure previste dal protocollo per riuscire a salvarla.
È una storia a lieto fine quella che arriva dall'ospedale Don Tonino Bello di Molfetta. L'episodio è accaduto lo scorso 25 gennaio. La donna è stata defibrillata ben quattro volte e poi intubata, facendo scattare la rete regionale dell'infarto, grazie alla quale è stata trasferita rapidamente nel reparto di Rianimazione e di Emodinamica del Mater Dei Hospital di Bari.
Lì sono proseguite le cure intensive per superare quel quadro clinico davvero allarmante. Grazie al tempestivo soccorso a Molfetta e alla eccellente professionalità dei colleghi della Mater Dei, la signora ha potuto ricevere un intervento salvavita, si è ripresa e sta meglio, senza conseguenze per questo drammatico attacco cardiaco.
«Quando si interviene tempestivamente con un lavoro di squadra efficace, attivando la rete dell'emergenza- urgenza cardiologica, i risultati arrivano, le vite umane si salvano e la soddisfazione è grande» riferisce la Dirigente Medico Responsabile dell'U.O.S.V.D. Anestesia e Rianimazione di Molfetta dott.ssa Caterina Gadaleta.
«Occorre elogiare l'impegno del nostro personale medico e infermieristico di Rianimazione, che lavorando in squadra col PS, diretto dal dott. Sebastiano Lopiano ha permesso tutto ciò, con la preziosa collaborazione dei colleghi della Cardiologia del dott. Claudio Paolillo: in questo momento storico gli sforzi sono triplicati e diventa sempre più necessario l'incremento di medici e infermieri – sottolinea la Dirigente – Il lavoro di squadra diventa ancora più efficace con un numero di personale infermieristico adeguato e specializzato, che possa recepire velocemente i protocolli da adottare».
«È già da tempo che si lavora in condizioni estreme per carenza cronica di organico - conclude la dottoressa - ed episodi come questo devono far riflettere sulla necessità di dotare maggiormente queste strutture più periferiche di professionisti competenti, che possano davvero rendere possibili i collegamenti che la rete dell'emergenza-urgenza richiede e consentire il salvataggio di vite come quella della signora».
È una storia a lieto fine quella che arriva dall'ospedale Don Tonino Bello di Molfetta. L'episodio è accaduto lo scorso 25 gennaio. La donna è stata defibrillata ben quattro volte e poi intubata, facendo scattare la rete regionale dell'infarto, grazie alla quale è stata trasferita rapidamente nel reparto di Rianimazione e di Emodinamica del Mater Dei Hospital di Bari.
Lì sono proseguite le cure intensive per superare quel quadro clinico davvero allarmante. Grazie al tempestivo soccorso a Molfetta e alla eccellente professionalità dei colleghi della Mater Dei, la signora ha potuto ricevere un intervento salvavita, si è ripresa e sta meglio, senza conseguenze per questo drammatico attacco cardiaco.
«Quando si interviene tempestivamente con un lavoro di squadra efficace, attivando la rete dell'emergenza- urgenza cardiologica, i risultati arrivano, le vite umane si salvano e la soddisfazione è grande» riferisce la Dirigente Medico Responsabile dell'U.O.S.V.D. Anestesia e Rianimazione di Molfetta dott.ssa Caterina Gadaleta.
«Occorre elogiare l'impegno del nostro personale medico e infermieristico di Rianimazione, che lavorando in squadra col PS, diretto dal dott. Sebastiano Lopiano ha permesso tutto ciò, con la preziosa collaborazione dei colleghi della Cardiologia del dott. Claudio Paolillo: in questo momento storico gli sforzi sono triplicati e diventa sempre più necessario l'incremento di medici e infermieri – sottolinea la Dirigente – Il lavoro di squadra diventa ancora più efficace con un numero di personale infermieristico adeguato e specializzato, che possa recepire velocemente i protocolli da adottare».
«È già da tempo che si lavora in condizioni estreme per carenza cronica di organico - conclude la dottoressa - ed episodi come questo devono far riflettere sulla necessità di dotare maggiormente queste strutture più periferiche di professionisti competenti, che possano davvero rendere possibili i collegamenti che la rete dell'emergenza-urgenza richiede e consentire il salvataggio di vite come quella della signora».