Referendum: “La deforma costituzionale”
Sinistra Italiana affida le ragioni del “No” al professor Nicola Colaianni e all’Europarlamentare Enzo Lavarra
martedì 4 ottobre 2016
21.15
Prosegue la campagna referendaria a favore del "No", nei giorni scorsi presso la Sala Turtur è stata la volta della sezione molfettese di Sinistra Italiana a spiegare le ragioni di questa scelta, che definiscono "deforma costituzionale".
E' Nicola Colaianni, docente di diritto costituzionale all'Università di Bari, senza giri di parole a spiegare che «la riforma referendaria che si andrà a votare il 4 dicembre è un guscio vuoto, perché tutto è demandato e rimandato a future leggi non ancora varate. Si andrà a votare senza sapere come sarà composto il futuro Senato».
Di Renzi dice che in questo momento sta solo facendo una campagna populista, improntata su alcuni parole chiavi come snellimento del procedimento legislativo e tagli ai costi della politica, per il docente universitario «sono solo abbagli». Se pur ci sarà il taglio dei senatori, fa rilevare «come nella forma non si comprende poi come saranno scelti se dai cittadini o dai consigli regionali, ne tanto meno si comprende quanti Senatori spettano ad ogni Regione».
Alla Puglia secondo alcuni calcoli dovrebbero toccare 7 senatori, il rischio che si corre sempre per il professor Colaianni, che potrebbero esserci regioni in cui le minoranze non vengono rappresentate, operando in questo modo «diminuisce il nostro potere di cittadini e la sovranità popolare».
Nel corso della serata è emerso anche che con questa riforma costituzionale anche alle Regioni verranno diminuite le loro attuali competenze.
Per quello che concerne la legge elettorale il professor Colaianni afferma che «la legge elettorale è strettamente legata alla riforma. Inoltre, si sta facendo passare il messaggio che la stabilità dei prossimi governi è legata all'Italicum.
Ma quello che può produrre questa riforma costituzionale è di avere un uomo solo al potere, quello che in gergo viene definito premierato assoluto, ed una riduzione degli spazi di partecipazione dei cittadini».
Ha concluso il suo intervento affermando: «questa Costituzione ci ha assicurato uno spessore di democrazia che ci pone al livello delle altre democrazie più stabilizzate del mondo occidentale».
L'europarlamente Enzo Lavarra nel suo intervento entra subito nel vivo delle questioni politiche dicendo che «sarà una campagna referendaria molto difficile, ciò che si va ad intaccare è la qualità della democrazia italiana».
Ed aggiunge: «non è vero che con la vittoria del no staremo per 20 anni nella palude», ma questa riforma, riprendendo quanto detto dal professor Colaianni, ribadisce che «c'è il disegno dell'uomo solo al comando che riceve il bene placido del popolo per governare».
E' Nicola Colaianni, docente di diritto costituzionale all'Università di Bari, senza giri di parole a spiegare che «la riforma referendaria che si andrà a votare il 4 dicembre è un guscio vuoto, perché tutto è demandato e rimandato a future leggi non ancora varate. Si andrà a votare senza sapere come sarà composto il futuro Senato».
Di Renzi dice che in questo momento sta solo facendo una campagna populista, improntata su alcuni parole chiavi come snellimento del procedimento legislativo e tagli ai costi della politica, per il docente universitario «sono solo abbagli». Se pur ci sarà il taglio dei senatori, fa rilevare «come nella forma non si comprende poi come saranno scelti se dai cittadini o dai consigli regionali, ne tanto meno si comprende quanti Senatori spettano ad ogni Regione».
Alla Puglia secondo alcuni calcoli dovrebbero toccare 7 senatori, il rischio che si corre sempre per il professor Colaianni, che potrebbero esserci regioni in cui le minoranze non vengono rappresentate, operando in questo modo «diminuisce il nostro potere di cittadini e la sovranità popolare».
Nel corso della serata è emerso anche che con questa riforma costituzionale anche alle Regioni verranno diminuite le loro attuali competenze.
Per quello che concerne la legge elettorale il professor Colaianni afferma che «la legge elettorale è strettamente legata alla riforma. Inoltre, si sta facendo passare il messaggio che la stabilità dei prossimi governi è legata all'Italicum.
Ma quello che può produrre questa riforma costituzionale è di avere un uomo solo al potere, quello che in gergo viene definito premierato assoluto, ed una riduzione degli spazi di partecipazione dei cittadini».
Ha concluso il suo intervento affermando: «questa Costituzione ci ha assicurato uno spessore di democrazia che ci pone al livello delle altre democrazie più stabilizzate del mondo occidentale».
L'europarlamente Enzo Lavarra nel suo intervento entra subito nel vivo delle questioni politiche dicendo che «sarà una campagna referendaria molto difficile, ciò che si va ad intaccare è la qualità della democrazia italiana».
Ed aggiunge: «non è vero che con la vittoria del no staremo per 20 anni nella palude», ma questa riforma, riprendendo quanto detto dal professor Colaianni, ribadisce che «c'è il disegno dell'uomo solo al comando che riceve il bene placido del popolo per governare».