Referendum costituzionale per M5S: «una campagna di marketing»
“Le ragioni del No” spiegate dal professor Nicola Grasso e da Innamorato, portavoce del Movimento
domenica 2 ottobre 2016
12.20
E' il MeetUp amici di Beppe Grillo di Molfetta a incominciare la campagna referendaria del 4 dicembre, che chiama i cittadini a votare per la modifica di alcune parti della Costituzione.
Non hanno alcun dubbio i grillini a votare "No", le ragioni della loro scelta sono state spiegate ieri sera alla Fabbrica di San Domenico in un incontro con Nicola Grasso, docente di diritto costituzionale all'Università del Salento, e Raimondo Innamorato, sindaco di Noicattaro e portavoce del Movimento.
Per gli esponenti del Movimento e per i relatori il temporeggiare della riforma elettorale è strettamente legato al risultato del referendum.
E' Grasso a spiegare con chiarezza e precisione che con «questa riforma potrebbe accadere che il potere esecutivo prevalga su quello legislativo, perché la garanzia dei diritti non è soltanto a valle ma anche a monte, in quanto i diritti sono garantiti da una riserva di legge».
Quello che si rischia di far saltare con questa riforma, secondo il relatore, è il principio della separazione dei poteri, per questo è considerata molto pericolosa, inoltre il professor Grasso precisa che «la centralità dell'esecutivo potrebbe diventare assoluta, quindi anche il capo del potere esecutivo avrebbe più potere, pertanto si rischia una commistione fra potere esecutivo e legislativo che potrebbe essere deleterio per la democrazia».
Per Grasso il testo del quesito referendario poggia su una «operazione di marketing subdola, in cui vengono dette molte falsità». Per il docente universitario sta passando il messaggio che chi vota per il "No" è un vecchio, come è "vecchia" la nostra Costituzione, mentre chi vota per "Si" è giovane ed ha voglia di riforme, invita a fare attenzione alle riforme che si vanno a provare perché «potrebbero ridurre le quote di democrazia. Non dimentichiamo che sono i movimenti di piazza che cambiano la storia».
Più politico l'intervento del sindaco di Noicattaro, Innamorato, che leggendo il quesito referendario smonta punto per punto tutti gli enunciati, e precisa che «non ci sarà alcun taglio ai costi della politica, perché per quella tipologia di interventi il risparmio effettivo sarebbe di 57milioni di euro». Tra l'altro sono modifiche che potrebbero essere apportate con l'emanazione di leggi ordinarie.
E aggiunge: «non ci sarà alcuni taglio ai Senatori, in quanto sono previsti 21 sindaci, 74 consiglieri regionali e 5 espressione del Presidente della Repubblica. Così facendo si toglie un diritto ai cittadini, ossia quello di eleggere il Senato, e il potere viene concentrato nelle mani di un leader». Ed ha sottolineato anche che «con la riforma del Titolo quinto si riforma un terzo della costituzione, andando a stravolgere quello che erano i principi dei padri costituenti».
Inoltre si fa rilevare nel corso della serata che non c'è alcun legame fra crescita del Pil e riforma costituzionale, quindi invitano a non farsi influenzare da quello che viene detto anche da autorevoli esponenti di oltreoceano e non.
Non hanno alcun dubbio i grillini a votare "No", le ragioni della loro scelta sono state spiegate ieri sera alla Fabbrica di San Domenico in un incontro con Nicola Grasso, docente di diritto costituzionale all'Università del Salento, e Raimondo Innamorato, sindaco di Noicattaro e portavoce del Movimento.
Per gli esponenti del Movimento e per i relatori il temporeggiare della riforma elettorale è strettamente legato al risultato del referendum.
E' Grasso a spiegare con chiarezza e precisione che con «questa riforma potrebbe accadere che il potere esecutivo prevalga su quello legislativo, perché la garanzia dei diritti non è soltanto a valle ma anche a monte, in quanto i diritti sono garantiti da una riserva di legge».
Quello che si rischia di far saltare con questa riforma, secondo il relatore, è il principio della separazione dei poteri, per questo è considerata molto pericolosa, inoltre il professor Grasso precisa che «la centralità dell'esecutivo potrebbe diventare assoluta, quindi anche il capo del potere esecutivo avrebbe più potere, pertanto si rischia una commistione fra potere esecutivo e legislativo che potrebbe essere deleterio per la democrazia».
Per Grasso il testo del quesito referendario poggia su una «operazione di marketing subdola, in cui vengono dette molte falsità». Per il docente universitario sta passando il messaggio che chi vota per il "No" è un vecchio, come è "vecchia" la nostra Costituzione, mentre chi vota per "Si" è giovane ed ha voglia di riforme, invita a fare attenzione alle riforme che si vanno a provare perché «potrebbero ridurre le quote di democrazia. Non dimentichiamo che sono i movimenti di piazza che cambiano la storia».
Più politico l'intervento del sindaco di Noicattaro, Innamorato, che leggendo il quesito referendario smonta punto per punto tutti gli enunciati, e precisa che «non ci sarà alcun taglio ai costi della politica, perché per quella tipologia di interventi il risparmio effettivo sarebbe di 57milioni di euro». Tra l'altro sono modifiche che potrebbero essere apportate con l'emanazione di leggi ordinarie.
E aggiunge: «non ci sarà alcuni taglio ai Senatori, in quanto sono previsti 21 sindaci, 74 consiglieri regionali e 5 espressione del Presidente della Repubblica. Così facendo si toglie un diritto ai cittadini, ossia quello di eleggere il Senato, e il potere viene concentrato nelle mani di un leader». Ed ha sottolineato anche che «con la riforma del Titolo quinto si riforma un terzo della costituzione, andando a stravolgere quello che erano i principi dei padri costituenti».
Inoltre si fa rilevare nel corso della serata che non c'è alcun legame fra crescita del Pil e riforma costituzionale, quindi invitano a non farsi influenzare da quello che viene detto anche da autorevoli esponenti di oltreoceano e non.