Referendum costituzionale, nasce il Comitato dei cattolici per il no
«Riteniamo nostro preciso dovere opporci a tale riforma»
domenica 31 luglio 2016
Il Referendum costituzionale previsto per il mese di Ottobre sarà un momento fondamentale per il futuro del nostro Paese. A livello nazionale vi è stato un appello sottoscritto da eminenti intellettuali e costituzionalisti che contiene convincenti motivazioni per il no al referendum costituzionale.
Un gruppo di "cattolici" che si è riconosciuto in tali posizioni ha deciso di costituire anche a Molfetta il Comitato per il no. Questo anche perché, a nostro avviso, la democrazia italiana sta vivendo da tempo una fase involutiva. Infatti, si va sempre più affermando una concezione dirigista della politica, del tutto opposta all'impronta profondamente democratica della Costituzione della Repubblica. L'accentramento dei poteri e delle decisioni nella mani di ristrette élites come pure l'adozione del metodo della cooptazione dall'alto per la selezione della classe dirigente sembrano essere diventati gli elementi distintivi del sistema politico sia in ambito istituzionale che partitico.
Il concetto di partito "di massa" che per cinquantanni aveva permeato la vita della Repubblica è oggi sostituito da quello di partito "del leader" che non abbisogna della partecipazione di iscritti e militanti per affermarsi ma solo del loro attivismo in occasione delle tornate elettorali, facendo venir meno completamente le fasi di "filtro" con la società civile ed elaborazione democratica dal basso delle linee guida per proporsi al governo del Paese.
In questo quadro sconfortante, allo scopo di piegare anche l'impianto costituzionale alle esigenze di tale semplificazione, si colloca, a nostro avviso, la riforma Renzi-Boschi, una riforma della quale non possiamo non cogliere l'intima connessione con l'Italicum. In quanto persone che si riconoscono nella tradizione cattolico-popolare riteniamo nostro preciso dovere opporci a tale riforma, associandoci a tutti i sinceri democratici – indipendentemente dall'orientamento religioso, culturale o politico di ciascuno – che sostengono il "No" al referendum di ottobre.
Un gruppo di "cattolici" che si è riconosciuto in tali posizioni ha deciso di costituire anche a Molfetta il Comitato per il no. Questo anche perché, a nostro avviso, la democrazia italiana sta vivendo da tempo una fase involutiva. Infatti, si va sempre più affermando una concezione dirigista della politica, del tutto opposta all'impronta profondamente democratica della Costituzione della Repubblica. L'accentramento dei poteri e delle decisioni nella mani di ristrette élites come pure l'adozione del metodo della cooptazione dall'alto per la selezione della classe dirigente sembrano essere diventati gli elementi distintivi del sistema politico sia in ambito istituzionale che partitico.
Il concetto di partito "di massa" che per cinquantanni aveva permeato la vita della Repubblica è oggi sostituito da quello di partito "del leader" che non abbisogna della partecipazione di iscritti e militanti per affermarsi ma solo del loro attivismo in occasione delle tornate elettorali, facendo venir meno completamente le fasi di "filtro" con la società civile ed elaborazione democratica dal basso delle linee guida per proporsi al governo del Paese.
In questo quadro sconfortante, allo scopo di piegare anche l'impianto costituzionale alle esigenze di tale semplificazione, si colloca, a nostro avviso, la riforma Renzi-Boschi, una riforma della quale non possiamo non cogliere l'intima connessione con l'Italicum. In quanto persone che si riconoscono nella tradizione cattolico-popolare riteniamo nostro preciso dovere opporci a tale riforma, associandoci a tutti i sinceri democratici – indipendentemente dall'orientamento religioso, culturale o politico di ciascuno – che sostengono il "No" al referendum di ottobre.