Rebus Pd: crescono i dubbi a sinistra
Il segretario potrebbe decidere di far saltare la coalizione?
sabato 6 giugno 2015
9.19
A parole la vogliono salvare tutti, l'amministrazione comunale del centrosinistra. Ma non è così scontato e anzi, le esperienze (negative) dell'ultimo periodo portano fieno in cascina a quella parte del Pd (soprattutto renziana) che intimamente ne vorrebbe fare a meno. Un partito nuovo dettato dal chi ci sta ci sta. Una scelta che però, di fatto, vorrebbe dire che il "modello de Nicolo" - una coalizione di soli tesserati a sinistra - è più che mai una necessità. Modello che, com'è noto, al sindaco non è mai piaciuto. Ago della bilancia il patto di ferro Guglielmo-Vendola. Lo scacco matto al Pd.
E così è il momento della grande paura. Quello in cui si rischia che lo sbandamento generi mostri. Rimpasto quindi: sì o no? Quando? Tra chi? Gira tutto qui, pur non avendo fatto ancora passi decisivi - temono che dal Circolo dei democratici possa arrivare un ordine che scompigli quel precario equilibrio nella coalizione che si sta creando. Congresso, tessere, tutte questioni irrisolte, tutti argomenti ancora di discussione. In molti si chiedono: se Calvani non si fosse dimesso durante le elezioni regionali sulle vetrate del Circolo di Corso Margherita quale "faccione" sarebbe comparso? Quello di Gu o della Cormio? Se la corsa alla segreteria l'avesse vinta l'Altamura invece del de Nicolo chi avrebbe appoggiato il Pd nelle regionali? Capitolo tessere: perché continuare a rinnegarle se le stesse sono state sottoscritte dall'ex segretario Calvani?
Perché è proprio questo il concetto che filtra: siamo certi che la guerra fratricida tra partiti e tra correnti interne possa portare bene a Molfetta? Il vento in poppa non c'è, ora, e chissà se si rialzerà in tempi brevi. Pure tra i civici c'è la sensazione che scelte avvertite come eterodirette possano diventare un boomerang. Si lavora per una coalizione larga su un programma chiaro, ma non si detta alcuna linea. Quindi, a maggior ragione, non si può prendere una posizione netta.
E così è il momento della grande paura. Quello in cui si rischia che lo sbandamento generi mostri. Rimpasto quindi: sì o no? Quando? Tra chi? Gira tutto qui, pur non avendo fatto ancora passi decisivi - temono che dal Circolo dei democratici possa arrivare un ordine che scompigli quel precario equilibrio nella coalizione che si sta creando. Congresso, tessere, tutte questioni irrisolte, tutti argomenti ancora di discussione. In molti si chiedono: se Calvani non si fosse dimesso durante le elezioni regionali sulle vetrate del Circolo di Corso Margherita quale "faccione" sarebbe comparso? Quello di Gu o della Cormio? Se la corsa alla segreteria l'avesse vinta l'Altamura invece del de Nicolo chi avrebbe appoggiato il Pd nelle regionali? Capitolo tessere: perché continuare a rinnegarle se le stesse sono state sottoscritte dall'ex segretario Calvani?
Perché è proprio questo il concetto che filtra: siamo certi che la guerra fratricida tra partiti e tra correnti interne possa portare bene a Molfetta? Il vento in poppa non c'è, ora, e chissà se si rialzerà in tempi brevi. Pure tra i civici c'è la sensazione che scelte avvertite come eterodirette possano diventare un boomerang. Si lavora per una coalizione larga su un programma chiaro, ma non si detta alcuna linea. Quindi, a maggior ragione, non si può prendere una posizione netta.