Rapinarono una sala slot di Molfetta. Condanne definitive e arresti
La Cassazione ha confermato 4 anni di reclusione per l'assalto del 12 luglio 2020 che fruttò un bottino di 11mila euro
sabato 16 dicembre 2023
Rapina ad una sala slot di Molfetta, dalla Cassazione arriva la parola fine. Sono stati infatti rigettati i tre ricorsi presentati da Gianfranco Del Rosso, di 35 anni, da Nicolò De Pinto, di 28 anni, e da Stefano De Bari, di 25 anni, tutti residenti a Molfetta e condannati a 4 anni di carcere per il reato di rapina aggravata in concorso.
Secondo i giudici della seconda sezione penale della Suprema Corte romana, dunque, a cui le difese degli imputati si erano rivolte per appellare la sentenza della Corte d'Appello di Bari, i tre molfettesi (il primo pregiudicato, gli altri due incensurati) sono i responsabili del colpo alla sala scommesse Win Time, avvenuto il 12 luglio 2020 e che fruttò un bottino di 11.350 euro: ripresa minuto per minuto dalle telecamere di videosorveglianza, sette mesi dopo portò i tre autori in manette.
La rapina fu compiuta «dopo un'attenta pianificazione e perlustrazione dei luoghi», per i finanzieri del G.I.C.O. di Bari. I militari, infatti, ricostruirono l'esecuzione della rapina a mano armata, curata da Michele Calabrese, divenuto collaboratore di giustizia, e Del Rosso, che fecero irruzione nella sala giochi a volto coperto e armati di pistola, e anche la sua pianificazione, affidata a De Pinto, che si finse cliente, (il cosiddetto «basista») e a De Bari, che ebbe il ruolo di «palo e staffetta».
Secondo gli investigatori, Del Rosso a inizio luglio era uscito dal carcere ed era stato subito invitato da Calabrese «a giocare una partita di calcio». Incrociando le intercettazioni telefoniche con i dati emersi dall'esame dei filmati delle telecamere, i finanzieri ricostruirono sia la fase di preparazione del colpo che l'esecuzione. Per arrivare sul luogo prestabilito, nei giorni precedenti era stata rubata un'auto e De Pinto era stato inviato dentro l'esercizio come basista, fingendosi un cliente.
Sarebbe stato lui ad avvisare i complici del momento buono per entrare in azione, quando il locale era quasi vuoto. L'irruzione fu effettuata da Calabrese e Del Rosso, travisati con passamontagna ed armati di pistole. Sotto la minaccia delle armi, le dipendenti furono costrette a consegnare il denaro, sia quello del banco cash deck che quello della cassaforte. Anche la fuga, poi, fu ripresa da una serie di telecamere, le cui immagini hanno messo gli investigatori sulla strada giusta.
A Del Rosso il provvedimento definitivo è stato notificato in carcere, a Livorno, dove si trova recluso per un'altra causa, mentre De Pinto e De Bari, entrambi tratti in arresto nel corso degli ultimi giorni dai Carabinieri della Compagnia di Molfetta, al termine delle formalità di rito, sono stati condotti nel penitenziario di Trani.
Secondo i giudici della seconda sezione penale della Suprema Corte romana, dunque, a cui le difese degli imputati si erano rivolte per appellare la sentenza della Corte d'Appello di Bari, i tre molfettesi (il primo pregiudicato, gli altri due incensurati) sono i responsabili del colpo alla sala scommesse Win Time, avvenuto il 12 luglio 2020 e che fruttò un bottino di 11.350 euro: ripresa minuto per minuto dalle telecamere di videosorveglianza, sette mesi dopo portò i tre autori in manette.
La rapina fu compiuta «dopo un'attenta pianificazione e perlustrazione dei luoghi», per i finanzieri del G.I.C.O. di Bari. I militari, infatti, ricostruirono l'esecuzione della rapina a mano armata, curata da Michele Calabrese, divenuto collaboratore di giustizia, e Del Rosso, che fecero irruzione nella sala giochi a volto coperto e armati di pistola, e anche la sua pianificazione, affidata a De Pinto, che si finse cliente, (il cosiddetto «basista») e a De Bari, che ebbe il ruolo di «palo e staffetta».
Secondo gli investigatori, Del Rosso a inizio luglio era uscito dal carcere ed era stato subito invitato da Calabrese «a giocare una partita di calcio». Incrociando le intercettazioni telefoniche con i dati emersi dall'esame dei filmati delle telecamere, i finanzieri ricostruirono sia la fase di preparazione del colpo che l'esecuzione. Per arrivare sul luogo prestabilito, nei giorni precedenti era stata rubata un'auto e De Pinto era stato inviato dentro l'esercizio come basista, fingendosi un cliente.
Sarebbe stato lui ad avvisare i complici del momento buono per entrare in azione, quando il locale era quasi vuoto. L'irruzione fu effettuata da Calabrese e Del Rosso, travisati con passamontagna ed armati di pistole. Sotto la minaccia delle armi, le dipendenti furono costrette a consegnare il denaro, sia quello del banco cash deck che quello della cassaforte. Anche la fuga, poi, fu ripresa da una serie di telecamere, le cui immagini hanno messo gli investigatori sulla strada giusta.
A Del Rosso il provvedimento definitivo è stato notificato in carcere, a Livorno, dove si trova recluso per un'altra causa, mentre De Pinto e De Bari, entrambi tratti in arresto nel corso degli ultimi giorni dai Carabinieri della Compagnia di Molfetta, al termine delle formalità di rito, sono stati condotti nel penitenziario di Trani.