Raccolta firme elezioni: Santoro invoca la firma digitale

Sarebbe una soluzione per rendere più efficiente il processo di presentazione delle liste elettorali

giovedì 16 maggio 2024 10.53
Oggi più che mai, il contesto socioeconomico risulta inondato di soluzioni digitali in grado di semplificare la pratica quotidiana. Tutto questo si è riflesso in un frangente di costante evoluzione che, oltre ad investire il paradigma lavorativo in senso ampio, ha interessato anche il mondo della politica e del policy-making in generale. Sono diverse, come detto, le tecnologie che vengono adottate quotidianamente per la risoluzione delle problematiche più disparate e, in generale, per assolvere e conseguire obiettivi ad ampio spettro.

In questo contesto, una delle soluzioni più diffuse è quella della firma digitale. Nel contesto della raccolta firme per le elezioni europee, Michele Santoro solleva la questione dell'utilizzo della firma digitale come possibile soluzione per semplificare e rendere più efficiente il processo di presentazione delle liste elettorali. Pur essendo la firma digitale un metodo di facile attivazione – il sito letterasenzabusta.com al riguardo spiega come ottenere gratis la firma digitale online – e ampiamente utilizzato in vari contesti, Santoro evidenzia che nel contesto elettorale questa pratica non è ancora stata adottata. La sua osservazione probabilmente si inserisce in un dibattito più ampio sull'innovazione tecnologica e la modernizzazione dei processi elettorali, con l'obiettivo di rendere più accessibile e partecipativo il sistema democratico.

Nonostante, come detto, si faccia sempre più uso delle tecnologie digitali nei vari ambiti della politica, l'utilizzo della firma digitale durante le elezioni europee come strumento per implementare l'accessibilità e la partecipazione al sistema democratico non ha tratto i consensi sperati da Michele Santoro, il quale ha puntualizzato riguardo le potenzialità di questa soluzione dopo l'esclusione di Pace Terra Dignità dalla Circoscrizione Nord-Ovest durante le Elezioni Europee di quest'anno. Scopriamo, nelle prossime righe, il dettaglio della vicenda, in modo da fare il punto della situazione sulla firma digitale e sulle vicissitudini puntualizzate dal politico di recente.

Firma digitale durante le elezioni europee: tutto ciò che c'è da sapere sulle parole di Michele Santoro

Come già precedentemente accennato, l'avvento della tecnologia ha cambiato in modo molto profondo il modo in cui individui, stakeholder e attori politici concepiscono il processo decisionale e, in generale, la gestione dei vari processi politici coinvolti sia nei periodi di elezione che nell'ambito dell'assolvimento dei compiti quotidiani. Il processo di digitalizzazione ha investito ogni branca della politica e, di recente, le Istituzioni hanno assunto una presa di coscienza importante nei confronti di esso. Non a caso, l'Unione Europea ha varato non molto tempo fa le prime leggi relative alla gestione della privacy e alle tecnologie più innovative come il machine learning e l'intelligenza artificiale.
Oltre a questo, quanto affermato da Santoro ha spostato l'attenzione del pubblico e degli attori politici coinvolti nei confronti di una soluzione ben più radicata nel quotidiano e, in generale, nell'utilizzo comune, ossia la firma digitale. Trattandosi di un metodo di formalizzazione e certificazione di un documento ufficiale come una firma cartacea, l'alternativa digitale rappresenterebbe per Santoro un modo per ottimizzare e rendere più accessibile il processo democratico.

"Leggi scritte e lasciate nel cassetto", se ne è parlato così sulle testate di riferimento, in relazione all'utilizzo della firma digitale per le Europee 2024. La raccolta del numero di firme necessario per l'ingresso nelle varie circoscrizioni rappresenta, da sempre, un grande deficit burocratico nell'ambito di questa tipologia di procedimento elettorale. Pertanto, l'utilizzo della firma digitale costituisce una soluzione veloce e sicura per poter ampliare il target partecipativo di potenziali elettori. Ad oggi, la firma digitale continua a non costituire una soluzione utile nell'ambito delle decisioni politiche e delle campagne elettorali. Ciò nonostante, la questione mossa da Michele Santoro potrebbe, finalmente, fare luce sull'utilità di questo mezzo per favorire la democrazia.

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