Protesi, la Regione Puglia accoglie le richieste delle associazioni. Squeo: «Soddisfatti»
Le parole del delegato regionale per la Federazione italiana degli operatori in tecniche ortopediche
lunedì 19 luglio 2021
10.15
Già nei mesi scorsi, ma anche negli ultimi giorni, sono scese in piazza le associazioni di categoria a tutela delle persone con disabilità per risolvere l'annosa questione legata alle forniture delle protesi: la protesta è avvenuta davanti alla sede della Regione Puglia.
Le protesi e gli ausili ortopedici in genere, sappiamo bene, sono indispensabili per i disabili, per vivere la propria quotidianità e utili anche per il loro benessere. Tali presidi medici venivano ritirati presso le officine ortopediche scelte dal paziente, previa prescrizione medica, ora tali forniture dovrebbero essere soggette a gara. Andava avanti da tempo il braccio di ferro tra le Associazioni di categoria dei disabili, Officine ortopediche e la Asl Ba.
A spiegarci cosa stava accadendo nel mondo della protesica, è stato il delegato regionale per la Federazione italiana degli operatori in tecniche ortopediche (Fioto), Sergio Squeo, dottore in tecniche ortopediche, nonché titolare della officina ortopedica MEDICAL sita a Molfetta: «In passato vi era il cosiddetto "nomenclatore tariffario" per questo tipo di prestazioni, che standardizzava i prezzi su tutta la penisola, quindi poi era il paziente a scegliere l'officina ortopedica di sua fiducia. Noi non forniamo solo un prodotto, ma soprattutto una prestazione. Se un paziente riceve la prescrizione di una carrozzina piuttosto che un deambulatore, la nostra attenzione, innanzitutto, si rivolge verso il paziente e la sua patologia e solo dopo un'attenta valutazione e svariate prove procediamo alla consegna e istruzione all'uso».
Per capire bene quello che sta accadendo dobbiamo andare indietro di qualche anno, precisamente al 2017, quando l'allora Governo Renzi decide che alcuni di questi prodotti devono andare a gara, non prima però di aver proceduto alla rimodulazione del repertorio di tali dispositivi. Molte Regioni sono ancora in attesa di istruzioni più dettagliate da Roma mentre altre, come la Puglia, si erano mosse nella direzione della gara.
Cosa è accaduto con il sistema gare a massimo ribasso? «Indubbiamente c'è stato un risparmio da parte delle Asl quindi della Regione - spiega Squeo - ma le gare fatte al ribasso, per cui noi realtà locali non possiamo competere, per esempio con le grandi multinazionali, che si limitano solo a proporre il prodotto più economico fornendo un ausilio in base al prezzo e non alla qualità, e ne si può più tener conto delle esigenze del fruitore. Un aspetto, fra i tanti, che mi lascia molto perplesso è la probabile assenza di qualsiasi forma di assistenza sia nella fase di consegna, che in una fase successiva di questi prodotti. Come al solito, a patirne sarebbero stati gli utenti finali, già in condizioni fisiche disagiate, dovranno subire questi disservizi vedendosi recapitare i dispositivi medici, nemmeno fossero dei pacchi provenienti dal più scadente servizio di shopping online. Ancor di più restiamo senza parole, quando oggetto delle gare sono prodotti specialistici come le carrozzine superleggere o i sistemi posturali. Non servirebbe essere del settore per capire che per questi ausili è fondamentale una profonda conoscenza del paziente, della sua patologia e diverse prove pratiche per l'individuazione del prodotto più idoneo».
Finalmente la questione è stata risolta: l'alternativa alla gara al ribasso è stata possibile grazie ad un accordo tariffario che la stessa FIOTO ha proposto alle Asl. Un tariffario più congruo rispetto al mercato attuale con un risparmio notevole per le casse dell'amministrazione, mantenendo però la libera scelta del paziente, la qualità dei prodotti e l'assistenza repentina sugli stessi. La scelta della gara al ribasso avrebbe avuto ripercussioni anche di tipo sociale visto che moltissime aziende sul nostro territorio sarebbero state costrette a lasciare a casa validi tecnici formati in questi anni.
«C'è stata una lunga fase interlocutoria - spiega - in cui l'obiettivo è stato spiegare ai dirigenti dell'Asl di Bari quanto la scelta delle gare d'appalto non ha portato con sé benefici, ma si è tradotta soltanto in un danno enorme in capo ai nostri pazienti che si sono visti privare del rapporto con delle figure professionali che fino ad oggi sono state preziose nel percorso riabilitativo di ciascun paziente. Un lungo periodo (oltre un anno) in cui le forniture di ausili ortopedici quali carrozzine deambulatori e sistemi posturali ai pazienti disabili venivano effettuate senza valutazione del tecnico ortopedico di fiducia e consegnate sul pianerottolo di casa come fosse il peggiore dei servizi di vendita online».
«E spesso e volentieri si è trattato di forniture scadenti e inappropriate. La soluzione è arrivata in queste ore e a definirla è stata proprio il presidente della regione Puglia tramite il Dipartimento Welfare. Questa è una vittoria innanzitutto per i disabili che hanno lottato in prima linea in questa lunga battaglia durata oltre un anno» ha concluso Squeo.
Le protesi e gli ausili ortopedici in genere, sappiamo bene, sono indispensabili per i disabili, per vivere la propria quotidianità e utili anche per il loro benessere. Tali presidi medici venivano ritirati presso le officine ortopediche scelte dal paziente, previa prescrizione medica, ora tali forniture dovrebbero essere soggette a gara. Andava avanti da tempo il braccio di ferro tra le Associazioni di categoria dei disabili, Officine ortopediche e la Asl Ba.
A spiegarci cosa stava accadendo nel mondo della protesica, è stato il delegato regionale per la Federazione italiana degli operatori in tecniche ortopediche (Fioto), Sergio Squeo, dottore in tecniche ortopediche, nonché titolare della officina ortopedica MEDICAL sita a Molfetta: «In passato vi era il cosiddetto "nomenclatore tariffario" per questo tipo di prestazioni, che standardizzava i prezzi su tutta la penisola, quindi poi era il paziente a scegliere l'officina ortopedica di sua fiducia. Noi non forniamo solo un prodotto, ma soprattutto una prestazione. Se un paziente riceve la prescrizione di una carrozzina piuttosto che un deambulatore, la nostra attenzione, innanzitutto, si rivolge verso il paziente e la sua patologia e solo dopo un'attenta valutazione e svariate prove procediamo alla consegna e istruzione all'uso».
Per capire bene quello che sta accadendo dobbiamo andare indietro di qualche anno, precisamente al 2017, quando l'allora Governo Renzi decide che alcuni di questi prodotti devono andare a gara, non prima però di aver proceduto alla rimodulazione del repertorio di tali dispositivi. Molte Regioni sono ancora in attesa di istruzioni più dettagliate da Roma mentre altre, come la Puglia, si erano mosse nella direzione della gara.
Cosa è accaduto con il sistema gare a massimo ribasso? «Indubbiamente c'è stato un risparmio da parte delle Asl quindi della Regione - spiega Squeo - ma le gare fatte al ribasso, per cui noi realtà locali non possiamo competere, per esempio con le grandi multinazionali, che si limitano solo a proporre il prodotto più economico fornendo un ausilio in base al prezzo e non alla qualità, e ne si può più tener conto delle esigenze del fruitore. Un aspetto, fra i tanti, che mi lascia molto perplesso è la probabile assenza di qualsiasi forma di assistenza sia nella fase di consegna, che in una fase successiva di questi prodotti. Come al solito, a patirne sarebbero stati gli utenti finali, già in condizioni fisiche disagiate, dovranno subire questi disservizi vedendosi recapitare i dispositivi medici, nemmeno fossero dei pacchi provenienti dal più scadente servizio di shopping online. Ancor di più restiamo senza parole, quando oggetto delle gare sono prodotti specialistici come le carrozzine superleggere o i sistemi posturali. Non servirebbe essere del settore per capire che per questi ausili è fondamentale una profonda conoscenza del paziente, della sua patologia e diverse prove pratiche per l'individuazione del prodotto più idoneo».
Finalmente la questione è stata risolta: l'alternativa alla gara al ribasso è stata possibile grazie ad un accordo tariffario che la stessa FIOTO ha proposto alle Asl. Un tariffario più congruo rispetto al mercato attuale con un risparmio notevole per le casse dell'amministrazione, mantenendo però la libera scelta del paziente, la qualità dei prodotti e l'assistenza repentina sugli stessi. La scelta della gara al ribasso avrebbe avuto ripercussioni anche di tipo sociale visto che moltissime aziende sul nostro territorio sarebbero state costrette a lasciare a casa validi tecnici formati in questi anni.
«C'è stata una lunga fase interlocutoria - spiega - in cui l'obiettivo è stato spiegare ai dirigenti dell'Asl di Bari quanto la scelta delle gare d'appalto non ha portato con sé benefici, ma si è tradotta soltanto in un danno enorme in capo ai nostri pazienti che si sono visti privare del rapporto con delle figure professionali che fino ad oggi sono state preziose nel percorso riabilitativo di ciascun paziente. Un lungo periodo (oltre un anno) in cui le forniture di ausili ortopedici quali carrozzine deambulatori e sistemi posturali ai pazienti disabili venivano effettuate senza valutazione del tecnico ortopedico di fiducia e consegnate sul pianerottolo di casa come fosse il peggiore dei servizi di vendita online».
«E spesso e volentieri si è trattato di forniture scadenti e inappropriate. La soluzione è arrivata in queste ore e a definirla è stata proprio il presidente della regione Puglia tramite il Dipartimento Welfare. Questa è una vittoria innanzitutto per i disabili che hanno lottato in prima linea in questa lunga battaglia durata oltre un anno» ha concluso Squeo.