«Pronto, sono il maresciallo Lorusso, suo figlio... ». Ma è una truffa

La tecnica è sempre la stessa: parlare del figlio coinvolto in un incidente e chiedere denaro

mercoledì 7 dicembre 2016 11.40
«Sono il maresciallo Lorusso, suo figlio ha avuto un incidente. Adesso è in stato di fermo: per essere rilasciato servono dei soldi». Motivazione classica esattamente come la richiesta, ossia contanti.

Un copione ben noto ai truffatori via telefono che, ieri, sono stati scoperti e neutralizzati da una signora di Molfetta: accortasi del pericolo, la figlia di quest'ultima non ha creduto alla storia del maresciallo in coppia con l'avvocato (probabilmente di origine campana, secondo i primi accertamenti). L'episodio, denunciato dalla donna ai Carabinieri della locale Compagnia impegnati nelle indagini, è avvenuto nella mattinata di ieri.

La signora ha raccontato di esser stata contattata telefonicamente da due uomini. Il maresciallo, dopo averle spiegato che il figlio si trovava in stato di fermo perché aveva provocato un incidente stradale e che rischiava ben 5 anni di carcere, le ha passato il sedicente avvocato: è stato lui a chiedere i soldi per il rilascio, annunciando l'imminente arrivo sotto casa di un emissario a cui consegnare il denaro.

E così, se il falso avvocato ha tentato di circuire telefonicamente la moglie, il suo complice si è presentato a casa della vittima. Inutile sottolineare che la storia del figlio in caserma era tutta falsa; ogni richiesta di questo tipo e solo frutto di una scaltra macchinazione, del solito raggiro messo in atto da persone senza scrupoli. La vittima, nel frattempo, ha prontamente chiamato la figlia che ha immediatamente scoperto il tentativo di truffa e allertato il 112.

I truffatori, però, avevano già capito di essere cascati male e se la sono data a gambe levate. Ai militari, intervenuti sul posto, la vittima ha poi fornito dettagli utili all'identificazione dei due malviventi. L'episodio, però, deve mettere in allarme i molfettesi, in particolare gli anziani soli, principali bersagli dei truffatori: non esistono avvocati che chiedono cauzioni e quando si presenta qualcuno in casa (e al telefono) a raccontare di cauzioni da pagare bisogna avvisare le forze dell'ordine.

In caso di situazioni analoghe, raccomandano i Carabinieri, «bisogna sempre telefonare prima ai propri familiari per accertarsi di quanto raccontato, non aprire la porta di casa a sconosciuti e non consegnare né soldi, né oggetti di valore. In ogni caso sospetto, non esitare a chiamare i vicini di casa e il numero di emergenza 112».