Processo Cipriani, il PM chiede due anni e quattro mesi per Trebacz
L'autotrasportatore, mai in aula, era ubriaco al momento dell'incidente che causò la morte della violinista
domenica 2 ottobre 2016
E' attesa ad ore la sentenza del processo relativo alla morte di Gabriella Cipriani, la giovane violinista molfettese morta il 16 maggio 2014 in un incidente sulla strada statale 7 in direzione di Matera nel quale un'altra musicista molfettese rimase gravemente ferita. Le due ragazze viaggiavano con un altra persona ed erano dirette in un Comune della Basilicata dove avrebbero tenuto un concerto in serata.
Unico imputato è Dariusz Jan Trebacz, alla guida del Tir che provocò l'impatto fatale. Nelle ore immediatamente successive, l'autotrasportatore ritornò in Polonia, sua nazione d'origine, tanto da non essersi mai presentato davanti al Giudice nonostante le forze dell'ordine avessero riscontrarono che il tasso alcolemico nel suo sangue fosse molto più alto di quanto consentito dalla legge.
Davanti al Tribunale penale del capoluogo lucano, lo scorso 30 settembre il difensore d'ufficio di Trebacz ne ha chiesto l'assoluzione mentre il pubblico ministero ha chiesto la pena di due anni e quattro mesi di reclusione. L'udienza era fissata per l'esame dell'imputato e la discussione finale dopo che nella fase istruttoria erano stati ascoltati alcuni testimoni ed era stata acquisita la relazione del perito sui veicoli coinvolti nel sinistro.
Nei prossimi giorni è attesa la decisione del Giudice Roberto Scillitani. Trebacz non potrà essere accusato del reato di omicidio stradale, reato non contemplato dal codice penale italiano quando avvenne l'incidente. Secondo l'ordinamento italiano, in un caso del genere, vige il principio del "favor rei", ovvero deve applicarsi la norma più favorevole.
Unico imputato è Dariusz Jan Trebacz, alla guida del Tir che provocò l'impatto fatale. Nelle ore immediatamente successive, l'autotrasportatore ritornò in Polonia, sua nazione d'origine, tanto da non essersi mai presentato davanti al Giudice nonostante le forze dell'ordine avessero riscontrarono che il tasso alcolemico nel suo sangue fosse molto più alto di quanto consentito dalla legge.
Davanti al Tribunale penale del capoluogo lucano, lo scorso 30 settembre il difensore d'ufficio di Trebacz ne ha chiesto l'assoluzione mentre il pubblico ministero ha chiesto la pena di due anni e quattro mesi di reclusione. L'udienza era fissata per l'esame dell'imputato e la discussione finale dopo che nella fase istruttoria erano stati ascoltati alcuni testimoni ed era stata acquisita la relazione del perito sui veicoli coinvolti nel sinistro.
Nei prossimi giorni è attesa la decisione del Giudice Roberto Scillitani. Trebacz non potrà essere accusato del reato di omicidio stradale, reato non contemplato dal codice penale italiano quando avvenne l'incidente. Secondo l'ordinamento italiano, in un caso del genere, vige il principio del "favor rei", ovvero deve applicarsi la norma più favorevole.