Processione dei “Cinque misteri”, una magia senza eguali
Si è conclusa la processione del Venerdì Santo tra il cambio di percorso, l’inchino e il caratteristico inizio notturno
venerdì 3 aprile 2015
14.59
Quando alle 13 in punto la statua raffigurante Gesù morto ha varcato la soglia della porticina di Santo Stefano mentre nell'intero Borgo risuonava la marcia funebre "Palmieri" si è rinnovata la magia di un rito che rende unico il programma dei riti della Settimana Santa e della Quaresima a Molfetta.
Lo stesso rito partito nella note quando alle 3.30 ha fatto capolino il bellissimo ramo d'ulivo di "Cristo orante nel Getsemani", seguito da "Cristo flagellato", l'"Ecce Homo" e il "Calvario", accompagnati dalla fiumana di confratelli con le loro candele accese e in preghiera verso il Centro storico.
Alle 4, invece, ecco "l'uscita" di Gesù Morto, con i tantissimi confratelli dell'arciconfraternita di Santo Stefano, proprio nel momento in cui nell'aria si ascoltavano i tocchi delle campane delle chiese su Corso Dante.
La processione ha seguito il classico percorso: centro storico, passaggio davanti alla Chiesa del Purgatorio aperta per l' "inchino" tra la Pietà e il Figlio, come da tradizione dei riti in tutta Puglia. Poi ancora via Roma, piazza Cappuccini, Corso Margherita e Largo Sant'Angelo.
Cambiamenti, invece, per l'ultimo tratto. Per un ritorno quanto più forte possibile alle origini è stato omesso il passaggio nei pressi della Villa comunale per tornare di nuovo nel centro storico, percorrere via San Pietro, piazza Municipio e Corso Dante prima della "ritirata".
Lo stesso rito partito nella note quando alle 3.30 ha fatto capolino il bellissimo ramo d'ulivo di "Cristo orante nel Getsemani", seguito da "Cristo flagellato", l'"Ecce Homo" e il "Calvario", accompagnati dalla fiumana di confratelli con le loro candele accese e in preghiera verso il Centro storico.
Alle 4, invece, ecco "l'uscita" di Gesù Morto, con i tantissimi confratelli dell'arciconfraternita di Santo Stefano, proprio nel momento in cui nell'aria si ascoltavano i tocchi delle campane delle chiese su Corso Dante.
La processione ha seguito il classico percorso: centro storico, passaggio davanti alla Chiesa del Purgatorio aperta per l' "inchino" tra la Pietà e il Figlio, come da tradizione dei riti in tutta Puglia. Poi ancora via Roma, piazza Cappuccini, Corso Margherita e Largo Sant'Angelo.
Cambiamenti, invece, per l'ultimo tratto. Per un ritorno quanto più forte possibile alle origini è stato omesso il passaggio nei pressi della Villa comunale per tornare di nuovo nel centro storico, percorrere via San Pietro, piazza Municipio e Corso Dante prima della "ritirata".