Primo appuntamento della rassegna "Inflammatus" a Molfetta

Il programma di eventi è organizzato dalla Fondazione Valente

lunedì 28 marzo 2022
A cura di Verdiana Mastrofilippo
"Inflammatus et accensus", avvolto e bruciato dalle fiamme: è da questo verso della preghiera "Stabat Mater" composta da Jacopone da Todi che ha tratto l'ispirazione per il suo nome il Festival di Pasqua 2022 "Inflammatus" della Fondazione Vincenzo Maria Valente. Un nome potente, evocativo, che è già una dichiarazione di intenti: riportare al centro della scena quel sentimento bruciante di fede e devozione che i molfettesi hanno per le festività pasquali e per il periodo della Settimana Santa, emozione assopita e un po' annacquata nei due anni passati, a causa della cancellazione di eventi e processioni per la pandemia di Covid.

Non è quindi un caso che ad aprire il festival sia stato proprio lo Stabat Mater nella versione del compositore settecentesco Giovan Battista Pergolesi: lo spettacolo, andato in scena sabato 26 marzo nella chiesa della Madonna della Pace, ha segnato il ritorno sulle scene molfettesi anche del direttore artistico della Fondazione Valente, Sara Allegretta, nelle vesti di contralto accanto alla soprano Paola Leoci. La sequenza mariana per archi e basso continuo è stata diretta dal M° Sabino Manzo ed eseguita dall'Ensemble di S. Teresa dei Maschi con l'uso di strumenti storici; ma la particolarità dell'esibizione è stata la contaminazione tra la musica e la danza: ad accompagnare infatti lo Stabat Mater l'esibizione della ballerina Laura Volpe della Compagnia di Danza Lost Movement di Milano che ha danzato i passi delle coreografie di Nicolò Abbattista e Christian Consalvo, con l'aggiunta anche di pezzi originali di Filippo Ripamonti.

Il risultato finale di questa commistione tra le arti è uno spettacolo emotivo, intenso, in grado di rievocare pienamente le atmosfere dolorose e colme di pathos della Vergine che "stabat", stava, ai piedi della Croce del figlio morente. Nel pezzo iniziale, d'introduzione all'opera di Pergolesi, la musica si fa violenta, metallica, ritmica, a dare corpo alla coreografia danzata che suggerisce il momento straziante e sanguinoso della Passione di Cristo e della sua Crocifissione: successivamente, con il canto del duetto Leoci – Allegretta, le arie si fanno più dolci, malinconiche, tristi dell'immagine della madre che perde il figlio ed empatiche dei versi successivi dei fedeli che invocano la Madonna, chiedendo con la loro fede di compartecipare al suo dolore e di meritare al momento della loro morte il paradiso.

Emozionata sul finale al momento dei saluti il direttore artistico Sara Allegretta che, oltre a ringraziare la nutrita platea presente, i musicisti e gli artisti tutti che si sono esibiti, non ha mancato di sottolineare il ruolo fondante della cultura nella nostra società e la necessità che essa sia sempre nutrita e cresciuta. Sara Allegretta ha inoltre idealmente dedicato il concerto al popolo dell'Ucraina, così vessato e martoriato dal crudele conflitto in corso e i cui colori sono stati richiamati dalle luci sceniche azzurre sull'altare: la speranza, nelle parole dell'artista, è che questo canto crei un ponte di amore, solidarietà e accoglienza con chi sta soffrendo per questa guerra e che, mentre risuonino le note stentoree della musica, tacciano quelle funeree e assordanti delle sirene, delle bombe e delle esplosioni.

Prossimo appuntamento della rassegna "Inflammatus" è per sabato 2 aprile con "Sacralità e Sacro in Mozart e Boccherini" in scena nella chiesa di San Domenico.