Premio Turris Magna alla memoria di Monsignor Luigi Martella
A Villa Baglivo la consegna del premio riservato alle personalità simbolo del Salento
domenica 14 agosto 2016
16.40
Il 6 luglio 2015, improvvisamente, moriva Monsignor Luigi Martella, vescovo della Diocesi di Molfetta-Giovinazzo-Ruvo-Terlizzi.
A distanza di poco più di un mese dal primo anniversario della scomparsa del Prelato salentino, presso "Villa Baglivo" a Tricase è stato consegnato nelle mani del nipote, Dott. Gerardo Ciardo il Premio Turris Magna - Città di Tricase, giunto alla 10° Edizione. Un riconoscimento alla memoria molto atteso che da anni viene consegnato a personalità che si sono distinte nella loro storia professionale, artistica, culturale e sociale, per attaccamento alla terra e per la promozione del Salento.
Tra questi, figura don Gino Martella, premiato con il manufatto in ceramica realizzato dall'artista Ilaria De Marco.
«S.E. Mons. Luigi Martella (familiarmente Gino) ha dedicato tutta la sua esistenza terrena alla vita spirituale, svolgendo un ininterrotto insegnamento che lo ha visto Persona disponibile, sempre attenta ai problemi sociali ed esistenziali confermando la gloriosa tradizione di Prelati salentini», si legge nella motivazione del premio.
A distanza di poco più di un mese dal primo anniversario della scomparsa del Prelato salentino, presso "Villa Baglivo" a Tricase è stato consegnato nelle mani del nipote, Dott. Gerardo Ciardo il Premio Turris Magna - Città di Tricase, giunto alla 10° Edizione. Un riconoscimento alla memoria molto atteso che da anni viene consegnato a personalità che si sono distinte nella loro storia professionale, artistica, culturale e sociale, per attaccamento alla terra e per la promozione del Salento.
Tra questi, figura don Gino Martella, premiato con il manufatto in ceramica realizzato dall'artista Ilaria De Marco.
«S.E. Mons. Luigi Martella (familiarmente Gino) ha dedicato tutta la sua esistenza terrena alla vita spirituale, svolgendo un ininterrotto insegnamento che lo ha visto Persona disponibile, sempre attenta ai problemi sociali ed esistenziali confermando la gloriosa tradizione di Prelati salentini», si legge nella motivazione del premio.