“Un mare senza barriere” a Molfetta è possibile con Poseidon Blue Team
Alessandro Perrelli: «è una bella sensazione fare gli stessi esercizi che fanno gli altri»
lunedì 26 agosto 2019
Con l'iniziativa "Un mare senza barriere", Poseidon Blue Team ha lanciato un primo sassolino nel mondo variegato del mare e dei diversamente abili.
Infatti, con il supporto della didattica Hsa Italia (Handicapped Scuba Association),
nelle giornate di sabato 17 e sabato 24 agosto presso la spiaggia della Prima Cala a Molfetta, è stata data la possibilità alle persone diversamente abili di fare esperienza di snorkeling e respirazione con il gruppo ara, nuoto e immersioni.
L'iniziativa è stata realizzata con la collaborazione del SerMolfetta, già presente in spiaggia con una sedia job, e il patrocinio del Comune di Molfetta e la Capitaneria di porto.
L'obiettivo di Poseidon era regalare un sogno, regalare una giornata di mare ai diversamente abili, purtroppo la partecipazione non è stata numerosa, a spiegarci il perché è Alessandro Perrelli: «quando entro in mare o esco dal mare sembra che io venga da un altro pianeta, questo atteggiamento sicuramente da' problemi ad altri diversamente abili.
C'è sempre questa componente di guardarci con occhi particolari e questo può infastidire, a me personalmente non importa niente, ho fatto sport per tanti anni, precisamente per 30 anni basket in carrozzina. Poi ho realizzato il mio sogno di diventare sub, raggiunto il primo obiettivo, il prossimo è diventare fotografo subacqueo».
Il presidente di Poseidon, Riccardo Cifarelli, aggiunge «a prescindere da quante persone siano venute, anche a Molfetta abbiamo incominciato a far capire che è possibile godere del mare senza barriere. Abbiamo con queste due giornate informato la città che andare al mare non è un sogno per i diversamente abili, ma può essere una realtà, guidati e supportati ovviamente da persone competenti e qualificate». Ed evidenzia: «quando facciamo gli addestramenti per conseguire il brevetto, li facciamo tutti insieme, senza alcuna differenziazione, ma in acqua siamo tutti amici senza distinzione alcuna, solo che adoperiamo tecniche diverse».
Alessandro conferma: «è una bella sensazione fare gli stessi esercizi che fanno gli altri, li posso fare anche io senza alcun problema, per esempio la tecnica di svuotare la maschera, piuttosto che il recupero del boccaglio quando ti sfugge in mare».
Inoltre, Riccardo Cifarelli ci spiega ancora che «per ogni tipologia di disabilità esiste un modo di comunicare diverso in acqua, così come accade anche fuori, non vi è alcuna limitazione, anzi in acqua si può recuperare quella sensazione di libertà e in alcuni casi anche di indipendenza. E' un mondo poco conosciuto e poco pubblicizzato».
Una difficoltà potrebbe essere la fruibilità della spiaggia, ma è lo stesso Alessandro a dirci che è arrivato tranquillamente sino in spiaggia grazie alla pedana che «è utile ed è fruibile, fino a un certo punto poi si ha la necessità di chiedere aiuto». E puntualizza: «non sarebbe male se la mettessero anche altrove, non dico a Molfetta, ma in altre città sarebbe per noi di grande aiuto. Una difficoltà incontrata: le persone sedute sulla pedana, oggi con la mia presenza abbiamo fatto capire a tanti che quella pedana ha una sua utilità ben precisa, per cui ci penseranno bene prima di sedersi di nuovo».
Infatti, con il supporto della didattica Hsa Italia (Handicapped Scuba Association),
nelle giornate di sabato 17 e sabato 24 agosto presso la spiaggia della Prima Cala a Molfetta, è stata data la possibilità alle persone diversamente abili di fare esperienza di snorkeling e respirazione con il gruppo ara, nuoto e immersioni.
L'iniziativa è stata realizzata con la collaborazione del SerMolfetta, già presente in spiaggia con una sedia job, e il patrocinio del Comune di Molfetta e la Capitaneria di porto.
L'obiettivo di Poseidon era regalare un sogno, regalare una giornata di mare ai diversamente abili, purtroppo la partecipazione non è stata numerosa, a spiegarci il perché è Alessandro Perrelli: «quando entro in mare o esco dal mare sembra che io venga da un altro pianeta, questo atteggiamento sicuramente da' problemi ad altri diversamente abili.
C'è sempre questa componente di guardarci con occhi particolari e questo può infastidire, a me personalmente non importa niente, ho fatto sport per tanti anni, precisamente per 30 anni basket in carrozzina. Poi ho realizzato il mio sogno di diventare sub, raggiunto il primo obiettivo, il prossimo è diventare fotografo subacqueo».
Il presidente di Poseidon, Riccardo Cifarelli, aggiunge «a prescindere da quante persone siano venute, anche a Molfetta abbiamo incominciato a far capire che è possibile godere del mare senza barriere. Abbiamo con queste due giornate informato la città che andare al mare non è un sogno per i diversamente abili, ma può essere una realtà, guidati e supportati ovviamente da persone competenti e qualificate». Ed evidenzia: «quando facciamo gli addestramenti per conseguire il brevetto, li facciamo tutti insieme, senza alcuna differenziazione, ma in acqua siamo tutti amici senza distinzione alcuna, solo che adoperiamo tecniche diverse».
Alessandro conferma: «è una bella sensazione fare gli stessi esercizi che fanno gli altri, li posso fare anche io senza alcun problema, per esempio la tecnica di svuotare la maschera, piuttosto che il recupero del boccaglio quando ti sfugge in mare».
Inoltre, Riccardo Cifarelli ci spiega ancora che «per ogni tipologia di disabilità esiste un modo di comunicare diverso in acqua, così come accade anche fuori, non vi è alcuna limitazione, anzi in acqua si può recuperare quella sensazione di libertà e in alcuni casi anche di indipendenza. E' un mondo poco conosciuto e poco pubblicizzato».
Una difficoltà potrebbe essere la fruibilità della spiaggia, ma è lo stesso Alessandro a dirci che è arrivato tranquillamente sino in spiaggia grazie alla pedana che «è utile ed è fruibile, fino a un certo punto poi si ha la necessità di chiedere aiuto». E puntualizza: «non sarebbe male se la mettessero anche altrove, non dico a Molfetta, ma in altre città sarebbe per noi di grande aiuto. Una difficoltà incontrata: le persone sedute sulla pedana, oggi con la mia presenza abbiamo fatto capire a tanti che quella pedana ha una sua utilità ben precisa, per cui ci penseranno bene prima di sedersi di nuovo».