Porto, processo rinviato al 14 ottobre. Presente il legale del Comune di Molfetta
Svolti i primi adempimenti
venerdì 30 settembre 2016
10.46
Si è tenuta questa mattina, in una affollata aula del Gup Francesco Messina del Tribunale di Trani, l'udienza preliminare del processo relativo alla costruzione del nuovo porto commerciale di Molfetta. In programma la discussione di 45 richieste di rinvio a giudizio formulate dal procuratore aggiunto Francesco Giannella e dal sostituto procuratore Michele Ruggiero.
Dopo l'espletamento dei primi adempimenti, il processo è stato rinviato al prossimo 14 ottobre alle ore 10. Il Comune di Molfetta non si sarebbe costituito parte civile oggi ma resta ferma la decisione di farlo non appena i meccanismi giudiziari lo renderanno possibile.
A vario titolo sono contestati, tra gli altri, abuso d'ufficio (tentato e consumato), falso, omissioni d'atti d'ufficio, frode in pubbliche forniture, danneggiamento, minaccia a pubblico ufficiale, violazioni della normativa ambientale, del testo unico sull'edilizia, del codice del paesaggio e della disciplina speciale per la bonifica da ordigni bellici.
Il nuovo porto di Molfetta sarebbe dovuto costare 72 milioni di euro. In realtà, l'impegno economico di Regione e Stato fu più che raddoppiato: 147 milioni con varie leggi di finanziamento dal 2001 in poi. Un'opera faraonica, non ancora ultimata, che secondo la Procura di Trani non si poteva realizzare a causa della diffusa presenza di ordigni bellici sui fondali. Ad Ottobre 2013 l'area, a lavori in corso, fu sequestrata. Dopo qualche tempo fu dissequestrata con la riconsegna al Comune per ultimare, a sue spese, i lavori di bonifica e sicurezza avviati dal Servizio Difesa Antimezzi Insidiosi sotto l'egida della Procura e dell'amministratore giudiziale. S'ipotizzò, inoltre, che parte del fiume di denaro pubblico sarebbe stato utilizzata dal Comune per finalità estranee al porto e cioè per sistemare il proprio bilancio.
Aggiornamenti nelle prossime ore.
Dopo l'espletamento dei primi adempimenti, il processo è stato rinviato al prossimo 14 ottobre alle ore 10. Il Comune di Molfetta non si sarebbe costituito parte civile oggi ma resta ferma la decisione di farlo non appena i meccanismi giudiziari lo renderanno possibile.
A vario titolo sono contestati, tra gli altri, abuso d'ufficio (tentato e consumato), falso, omissioni d'atti d'ufficio, frode in pubbliche forniture, danneggiamento, minaccia a pubblico ufficiale, violazioni della normativa ambientale, del testo unico sull'edilizia, del codice del paesaggio e della disciplina speciale per la bonifica da ordigni bellici.
Il nuovo porto di Molfetta sarebbe dovuto costare 72 milioni di euro. In realtà, l'impegno economico di Regione e Stato fu più che raddoppiato: 147 milioni con varie leggi di finanziamento dal 2001 in poi. Un'opera faraonica, non ancora ultimata, che secondo la Procura di Trani non si poteva realizzare a causa della diffusa presenza di ordigni bellici sui fondali. Ad Ottobre 2013 l'area, a lavori in corso, fu sequestrata. Dopo qualche tempo fu dissequestrata con la riconsegna al Comune per ultimare, a sue spese, i lavori di bonifica e sicurezza avviati dal Servizio Difesa Antimezzi Insidiosi sotto l'egida della Procura e dell'amministratore giudiziale. S'ipotizzò, inoltre, che parte del fiume di denaro pubblico sarebbe stato utilizzata dal Comune per finalità estranee al porto e cioè per sistemare il proprio bilancio.
Aggiornamenti nelle prossime ore.