Porto commerciale: davvero nessuno conosce la verità sulla vasca di colmata?

Ci sono delibere di giunta che richiamano l’Arpa come soggetto incaricato di effettuare i controlli

lunedì 21 luglio 2014 8.30
A cura di Andrea Teofrasto
Dopo la bonifica di ordigni bellici e lo stato avanzato dei lavori del nuovo Porto Commerciale (i lavori figurano in uno stato di avanzamento pari al 65%) tutto è in stand-by. Come in stand-by è la questione inerente la vasca di colmata, che ad oggi figura come un vero e proprio enigma. Almeno così sembra. Perché il tema sulla vasca di colmata sembra il più grande interrogativo del nuovo porto commerciale, la seconda opera infrastrutturale marina più grande in Italia dopo il Mose di Venezia. Nessuno sa cosa si trovi all'interno di questa vasca. Ma è davvero così?

Facciamo un passo indietro, e torniamo all'anno 2010. In data 11/10/2010 la massima Assise cittadina (allora sotto la gestione Azzollini) si riunisce per prendere in esame la questione porto (delibera di giunta n.257 del 11/10/2010). Eravamo ancora all'avvio dell'attività della 1^ fase di dragaggio. Quel Consiglio Comunale fu fondamentale per l'approvazione della convenzione tra Comune di Molfetta e ARPA Puglia per l'attività di controllo, verifica e validazione dei dati monitoraggio marino (ante, durante, post dragaggio). Autorizzato alla sottoscrizione della convenzione era l'ormai ex Dirigente Settore Lavori Pubblici, ing. Enzo Balducci. Il progetto esecutivo di costruzione del nuovo porto commerciale, redatto in ossequio al PRP approvato con deliberazione della Giunta Regionale n. 528 del 15 maggio 2006, per la parte relativa al dragaggio, così come per la cantierizzazione, rumore, atmosfera, fu sottoposto a verifica di ottemperanza nel rispetto del decreto di pronuncia di compatibilità ambientale emanato dal Ministro dell'Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare di concerto con il Ministro dei Beni Culturali, n. 648 del 23 giugno 2005. In data 29/01/2010 con parere n. 417 reso dalla commissione tecnica VIA VAS del Ministero dell'Ambiente, è stato pronunciato parere favorevole alla "verifica di ottemperanza" di cui alla lett.b) e lett.d) del decreto di pronuncia 648/05. In seguito fu acquisita l'autorizzazione Regionale all'esecuzione della 1^ fase di dragaggio con nota n. 6379 del 06/05/2010 in cui si prescrivevano, per quanto riguarda la componente marino – costiera, determinati controlli e monitoraggi ambientali,individuando in ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) il soggetto deputato al controllo e alla correttezza delle operazioni di dragaggio e scarico.

È da questo momento in poi che arriviamo al nocciolo della questione. Infatti la regione Puglia – Servizio Ecologia con nota prot. 089 –1111291 del 19/08/2010, comunicava, la indisponibilità dell'ISPRA a dar corso all'attività in precedenza citata, ed individuava in ARPA Puglia il soggetto incaricato dei medesimi compiti, precisando che: «L'attuazione delle previste attività di controllo» sarebbe stata «oggetto di specifiche intese assunte dall'Amministrazione Comunale e la stessa ARPA Puglia». Dopo questo esposto della regione Puglia, l'Amministrazione Comunale con nota prot. n. 49173 del 03/09/2010 chiedeva all'ARPA Puglia l'attuazione dei controlli e monitoraggi ambientali previsti ed in particolare la predisposizione di un «protocollo di intesa» nel quale prevedere «modalità, tempi e oneri tra ARPA e la stessa A.C.».

La questione trova inoltre un seguito nella determinazione dirigenziale Sett.LL.PP. n. 356 del 13/12/2010. Infatti il comune di Molfetta per poter effettuare il dragaggio, dovette pagare 36mila euro all'ARPA che avrebbe dovuto controllare ed analizzare tutto il materiale dragato e relativo specchio acqueo. Ad oggi tutti sono a conoscenza che devono essere completate le indagini della magistratura sulla "possibile" presenza nella vasca di colmata di sostanze inquinanti e tossiche. Ma l'ARPA ovvero l'ente della Regione Puglia secondo quanto esposto dalle due delibere di giunta n.257 del 11/10/2010 e n.356 del 13/12/2010 è o non è a conoscenza del "eventuale" materiale inquinante presente nella vasca visti i controlli all'epoca eseguiti? Domanda a cui non si trovano risposte certe ma che continuano a far considerare la vasca di colmata un vero e proprio enigma.