«Più sport, meno degrado», nessun ricorso al Tar
Ma la pista d’atletica si farà
martedì 8 aprile 2014
07.33
«La giunta Natalicchio ha deciso di non dare seguito al ricorso avviato dinanzi al Tar del Lazio contro l'esclusione di Molfetta dai finanziamenti statali messi a disposizione dal Ministero delle Infrastrutture». È l'accusa che il Nuovo centro destra rivolge agli amministratori comunali che, a loro dire, rinuncerebbero a 3milioni e 200mila euro destinati al «Piano nazionale per le città». Un piano che per Molfetta girerebbe intorno alla realizzazione della pista di atletica leggera in zona «167».
Fu l'allora amministrazione guidata da Antonio Azzolini a candidare la città al fondo piano messo a disposizione dal Ministero, per la riqualificazione delle periferie. Con un progetto che nel 2012 da Roma fu considerato non immediatamente finanziabile e contro cui Giacomo Barbato, il commissario prefettizio nel frattempo chiamato ad amministrare la città, fece ricorso rivolgendosi al Tribunale amministrativo del Lazio. Lo scorso 26 marzo, invece, la giunta guidata da Paola Natalicchio ha deciso di rinunciare al contenzioso. «Perché – è la risposta dell'amministrazione comunale – perseguire sulla strada del ricorso, significherebbe bloccare i fondi ministeriali anche per tutti quei comuni italiani che hanno chiesto accesso e ottenuto i fondi ministeriali. E noi vorremmo evitare di fare figuracce nei confronti dell'intera nazione». E ancora. «Si omette di dire che quei fondi – continua l'amministrazione - erano destinati principalmente ai lavori della pista di atletica, che nel frattempo è stata interamente finanziata dalle leggi finanziarie 2010 e 2011. Cosa facevamo: guerra a oltre 20 città d'Italia per ottenere finanziamenti già ricevuti in altro modo? Per un'opera il cui cantiere è partito? È evidente che non sussiste più l'interesse ad ottenere finanziamenti altri, per l'esecuzione dell'opera. Quello che questa amministrazione farà nei prossimi anni sarà redigere buoni progetti che rispondano all'interesse della città e che possano essere ammessi subito a finanziamento, non dopo anni di contenziosi. Il ritiro è stato un atto dovuto. Per la nostra serietà e per il buon nome della nostra città che rischiava l'ennesimo scandalo nazionale».
Rimane però un progetto, «Più sport, meno degrado», il titolo che potrebbe vedere la luce non nella sua interezza. Per questo l'Ncd chiede, attraverso una nota, «che si ripristini immediatamente e senza tentennamenti il ricorso dinanzi al Tar del Lazio con l'obiettivo perentorio di ottenere i finanziamenti del Piano Città». Il piano nella sua complessità prevede oltre alla costruzione della pista di atletica leggera, anche la realizzazione di campi di calcetto insieme ad altre strutture sportive e servizi vari. «Intanto – la risposta dell'amministrazione comunale - bisogna sottolineare che la pista d'atletica leggera è finanziata con fondi stralciati da quel mega progetto che è il nuovo porto di Molfetta. Quelle somme sono sempre disponibili, anzi tra qualche giorno i cantieri saranno aperti. Per le restanti somme, quelle necessarie e destinate alle opere accessorie, abbiamo individuato altri canali di finanziamento».
Fu l'allora amministrazione guidata da Antonio Azzolini a candidare la città al fondo piano messo a disposizione dal Ministero, per la riqualificazione delle periferie. Con un progetto che nel 2012 da Roma fu considerato non immediatamente finanziabile e contro cui Giacomo Barbato, il commissario prefettizio nel frattempo chiamato ad amministrare la città, fece ricorso rivolgendosi al Tribunale amministrativo del Lazio. Lo scorso 26 marzo, invece, la giunta guidata da Paola Natalicchio ha deciso di rinunciare al contenzioso. «Perché – è la risposta dell'amministrazione comunale – perseguire sulla strada del ricorso, significherebbe bloccare i fondi ministeriali anche per tutti quei comuni italiani che hanno chiesto accesso e ottenuto i fondi ministeriali. E noi vorremmo evitare di fare figuracce nei confronti dell'intera nazione». E ancora. «Si omette di dire che quei fondi – continua l'amministrazione - erano destinati principalmente ai lavori della pista di atletica, che nel frattempo è stata interamente finanziata dalle leggi finanziarie 2010 e 2011. Cosa facevamo: guerra a oltre 20 città d'Italia per ottenere finanziamenti già ricevuti in altro modo? Per un'opera il cui cantiere è partito? È evidente che non sussiste più l'interesse ad ottenere finanziamenti altri, per l'esecuzione dell'opera. Quello che questa amministrazione farà nei prossimi anni sarà redigere buoni progetti che rispondano all'interesse della città e che possano essere ammessi subito a finanziamento, non dopo anni di contenziosi. Il ritiro è stato un atto dovuto. Per la nostra serietà e per il buon nome della nostra città che rischiava l'ennesimo scandalo nazionale».
Rimane però un progetto, «Più sport, meno degrado», il titolo che potrebbe vedere la luce non nella sua interezza. Per questo l'Ncd chiede, attraverso una nota, «che si ripristini immediatamente e senza tentennamenti il ricorso dinanzi al Tar del Lazio con l'obiettivo perentorio di ottenere i finanziamenti del Piano Città». Il piano nella sua complessità prevede oltre alla costruzione della pista di atletica leggera, anche la realizzazione di campi di calcetto insieme ad altre strutture sportive e servizi vari. «Intanto – la risposta dell'amministrazione comunale - bisogna sottolineare che la pista d'atletica leggera è finanziata con fondi stralciati da quel mega progetto che è il nuovo porto di Molfetta. Quelle somme sono sempre disponibili, anzi tra qualche giorno i cantieri saranno aperti. Per le restanti somme, quelle necessarie e destinate alle opere accessorie, abbiamo individuato altri canali di finanziamento».