Pino Amato, domani la sentenza della Cassazione
Ultima tappa di un percorso giudiziario durato oltre 6 anni
giovedì 17 marzo 2016
15.17
E' attesa per domani la sentenza della Cassazione sul processo che vede imputato l'ex consigliere comunale di Molfetta Pino Amato, condannato dalla Corte d'Appello a 10 mesi di reclusione per l'accusa di voto di scambio. Amato è rimasto l'unico imputato al termine di due gradi del processo che a vario titolo vide coinvolti 7 imputati. In 4 furono assolti dal Tribunale di Trani il 24 maggio 2010; altri 2 furono scagionati con la sentenza di secondo grado pronunciata il 23 ottobre 2014.
La pronuncia della corte barese fu comunque positiva per Amato. L'ex consigliere comunale Udc, accusato per aver chiuso un occhio su una multa quando era assessore alla Polizia Municipale, fu assolto in secondo grado dalle accuse di concussione, tentata concussione, abuso d'ufficio, falso ideologico e materiale, truffa aggravata. Con la sentenza di secondo grado caddero anche le sanzioni accessorie (interdizione dai pubblici uffici). La pena inflitta dal Tribunale di Trani (tre anni di reclusione comunque condonati per l'indulto) fu ridotta poi a 10 mesi dalla Corte d'Appello.
Amato fu eletto nel consiglio comunale del 2006 nella lista "Popolari per Molfetta" e risultò il più suffragato tra tutti i candidati.
La variegata inchiesta, che sfociò anche nell'arresto di Amato, fu coordinata dal pubblico ministero tranese Giuseppe Maralfa, ora alla Procura Antimafia di Bari. Furono ipotizzati numerosi e differenti illeciti: oltre al voto di scambio, l'accaparramento di nuovi contratti, la gestione degli spazi pubblici e dei proventi delle sanzioni amministrative. Il Comune di Molfetta, rappresentato dall'avvocato Maurizio Masellis, è costituito parte civile anche in Cassazione.
La pronuncia della corte barese fu comunque positiva per Amato. L'ex consigliere comunale Udc, accusato per aver chiuso un occhio su una multa quando era assessore alla Polizia Municipale, fu assolto in secondo grado dalle accuse di concussione, tentata concussione, abuso d'ufficio, falso ideologico e materiale, truffa aggravata. Con la sentenza di secondo grado caddero anche le sanzioni accessorie (interdizione dai pubblici uffici). La pena inflitta dal Tribunale di Trani (tre anni di reclusione comunque condonati per l'indulto) fu ridotta poi a 10 mesi dalla Corte d'Appello.
Amato fu eletto nel consiglio comunale del 2006 nella lista "Popolari per Molfetta" e risultò il più suffragato tra tutti i candidati.
La variegata inchiesta, che sfociò anche nell'arresto di Amato, fu coordinata dal pubblico ministero tranese Giuseppe Maralfa, ora alla Procura Antimafia di Bari. Furono ipotizzati numerosi e differenti illeciti: oltre al voto di scambio, l'accaparramento di nuovi contratti, la gestione degli spazi pubblici e dei proventi delle sanzioni amministrative. Il Comune di Molfetta, rappresentato dall'avvocato Maurizio Masellis, è costituito parte civile anche in Cassazione.