Pietro Capurso: «Rinuncio alle primarie del Pd»

La nota del militante che attacca il Partito democratico

mercoledì 29 marzo 2017 10.25
Un passo indietro: niente primarie per la candidatura a sindaco come esponente del Pd ma anche nessuna candidatura alle prossime elezioni nelle liste Piddì. Pietro Capurso, storico militante del circolo di Corso Margherita di Savoia, scrive una lunga nota che ripercorre i suoi ultimi mesi all'interno del Partito fino alla chiosa finale.

«Avevo scritto: "Il Partito Democratico nella città di Molfetta deve essere una forza aperta e partecipata, una comunità politica accogliente ed innovativa in grado di promuovere il confronto fra i cittadini e per i cittadini." …"Il circolo deve essere luogo di militanza autentica e di partecipazione alla vita democratica interna. Il circolo deve essere un luogo di elaborazione politica anche per la soluzione di problemi locali, concretizzando un cambiamento nel modo di vivere e stare nel partito." e l'assemblea aveva condiviso. Aveva approvato all'unanimità. Avevo pensato che, finalmente, qualcosa fosse cambiato che, finalmente, avremmo ripreso a fare politica discutendo, analizzando i problemi della collettività, proponendo soluzioni, confrontandoci quotidianamente con i bisogni per poi candidarci al governo di una città senza pensare semplicemente a come prendere un voto in più dell'avversario, ma ambire a far diventare maggioritaria un'idea di comunità nella quale ciascun molfettese si fosse sentito protagonista del proprio tempo, nella quale nessuno si fosse sentito abbandonato, nella quale l'amministrazione comunale avesse aiutato a far fruttare le risorse e le idee che vengono dai cittadini orientandole verso la crescita e la solidarietà. Il segretario, eletto all'unanimità, aveva iniziato a dare forma a questa idea e da più parti venivano apprezzamenti a un modello diverso di concepire il partito e la politica. In quest'ottica di rinnovamento avevo proposto la mia candidatura per le primarie a candidato sindaco di Molfetta».

«Avevo pensato che, dopo quarant'anni di vita politica, sempre dalla stessa parte, avrei potuto offrire in maniera diversa e più incisiva il mio contributo alla città. Purtroppo qualcuno non riuscendo a concepire un modo diverso di fare e vivere la politica e avvertendo che i propri interessi non sarebbero stati tutelati, non ha rispettato le regole e, con l'avallo del gruppo dirigente della federazione barese che ha certificato un anagrafe degli iscritti palesemente irregolare, è riuscito a raccogliere intorno a se un gruppo di persone a lui vicine, tesserarle, ed imporre la propria linea politica all'intero partito con la sola forza dei numeri e non delle idee e dei programmi. Una linea che contraddice quanto approvato dal congresso e porterà, molto probabilmente, il Partito Democratico a coalizzarsi con movimenti civici di chiara impostazione di destra».

«Per questo motivo comunico la mia decisione a non concorrere alle primarie di coalizione (se mai si dovessero svolgere, vista l'intenzione degli altri due candidati a fare un passo indietro e a consegnare il PD nelle mani di Tommaso Minervini) e la mia indisponibilità a candidarmi nelle liste del PD perché mai potrei confondere la mia figura di onesto militante di sinistra con una coalizione che vede al proprio interno esponenti politici che nulla hanno a condividere con i valori della democrazia, uguaglianza, solidarietà, interesse per il bene comune e difesa dei più deboli».