Piero De Nicolo, segretario Pd, risponde alle accuse di Paola Natalicchio
«Ci dica il Sindaco quale sono le vere ragioni delle sue dimissioni»
sabato 18 luglio 2015
19.45
Piero De Nicolo, segretario Pd, con una nota, risponde, punto su punto alle accuse che, in queste ore, vengono mosse dal sindaco al partito che rappresenta.
«Il Sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio, riconduce nella sua lettera di dimissioni la responsabilità delle stesse alla irreversibile compromissione del rapporto di fiducia con il Partito Democratico di Molfetta.
In una sua, successiva, nota su Facebook il Sindaco - dice De Nicolo - testualmente sostiene che "il PD da 16 giorni non mi ha dato il piacere di valutare alcuna richiesta senza un ricatto sul tavolo".
In questi giorni di delicata crisi amministrativa il PD molfettese ha mantenuto un atteggiamento di responsabile silenzio, non cedendo alla tentazione di perdere la calma dinanzi alle tante provocazioni che venivano a noi indirizzate.
Avevamo ed abbiamo come unico obiettivo il rilancio della attività politico-amministrativa di una Amministrazione comunale che, unica cosa indiscutibile, ha stentato nel realizzare il "Programma" sul quale avevamo, due anni fa, chiesto ai molfettesi di poter governare, superando i danni e le storture del periodo precedente.
Dopo le ultime elezioni regionali, dopo la fuoriuscita dal PD di due Consiglieri e di due Assessori Comunali che avevano deciso di sostenere un candidato ed una lista diversa da quella del PD, abbiamo chiesto un riequilibrio nella condivisione delle responsabilità amministrative, la verifica delle cose fatte negli ultimi due anni, la ricerca condivisa delle migliori condizioni per il rilancio della "nostra" amministrazione comunale (quella in cui il Partito Democratico si affermò partito di maggioranza relativa eleggendo ben otto Consiglieri Comunali)».
E poi. «Ricevemmo, dapprima, un secco rifiuto dal Sindaco che ritenne proseguire la attività di governo con sei assessori a cui si riferivano solo otto Consiglieri Comunali. Nel contempo partì una campagna mediatica contro il PD molfettese, accusato di essere alla costante ricerca di "poltrone".
Rispondemmo riconsegnando l'unico "starpuntino" (altro che poltrone…) che ci veniva concesso e l'assessore Tommaso Spadavecchia, su determinazione del Direttivo del PD, si dimise dalla carica.
Contestualmente, chiedemmo al Sindaco di proseguire nella verifica amministrativa, di continuare insieme alle altre forze politiche di maggioranza, nella ricerca delle migliori condizioni perché la "nostra" amministrazione comunale potesse riprendere il proprio percorso più forte e motivata di prima.
Mentre noi continuavamo a chiedere, con ferma e decisa convinzione, che ripartisse il tavolo di maggioranza per la verifica dei programmi amministrativi, il Sindaco - aggiunge De Nicolo - continuava a rifiutare il dialogo sui temi, sulle proposte, sulle idee, sui programmi.
O il PD rientra in Giunta o non si affronta nessuna discussione su nessun tema. O il PD rientra in Giunta o il PD si ritenga fuori dalla maggioranza. Questa la posizione del Sindaco che ci veniva chiesto di subire con supina sottomissione.
Tutto cambiò nella serata di giovedì sera, quando il Sindaco modificò, responsabilmente, idea e ad un tavolo di maggioranza, presenti tutte le forze politiche della coalizione, dichiarò di "ritenere legittime" le richieste del Partito Democratico.
In quel momento le dimissioni della Consigliera Annalisa Altomare da Presidente della Commissione Urbanistica (rese a seguito di una palese scorrettezza istituzionale subita da un Dirigente del Comune di Molfetta) erano già cosa fatta (segretario e Capogruppo del PD ne avevano addirittura già parlato con il Sindaco) e, su quello stesso tavolo evidenziammo la assoluta estraneità delle stesse dimissioni rispetto a qualsiasi impostazione "dietrologica" che le vedeva come un "contrasto" con l'Amministrazione Comunale».
Ad un certo punto la svolta. «Ma qualcosa, improvvisamente - continua De Nicolo - su quello stesso "tavolo" cambio. Dopo una serie di "messaggi" telefonici, ricevuti dal Sindaco, il Primo Cittadino - accusando la Consigliera Altomare di avere solo "partecipato" ad una manifestazione ritenuta "Anti- Amministrazione - fece irresponsabilmente "saltare" quel tavolo sul quale tutti, responsabilmente, avevamo contribuito a ricreare le condizioni di una serena discussione politico programmatica.
A nulla valse la posizione della Consigliera Altomare che tentò di spiegare la sua estraneità alla impostazione di una manifestazione che tutto era (come, peraltro, già spiegato in un comunicato ufficiale del Partito) tranne che una manifestazione del PD.
Venerdi il Sindaco Natalicchio ha rassegnato le sue dimissioni.
Oggi il PD molfettese viene accusato di non saper formulare "alcuna richiesta senza un ricatto sul tavolo".
Non è giusto, non è corretto è tutto, palesemente, falso.
Ci dica il Sindaco quale sono le vere ragioni delle sue dimissioni, ci dica il Sinndaco a quali "ricatti" si riferisce.
Ci dica il Sindaco perché non ha voluto confrontarsi sui programmi e sulla necessità del rilancio della "nostra" Amministrazione.
Noi siamo aperti al confronto, anche "faccia a faccia", in pubblico, senza infingimenti, certi delle nostre buone ragioni.
Certi che Molfetta vada amata e rispettata, con l'impegno e la fatica quotidiana, con tutti i nostri sforzi per renderla migliore.
Nei prossimi giorni, con la dirigenza regionale e provinciale del Partito Democratico, i democratici molfettesi incontreranno gli Organi di Informazione per raccontare la nostra posizione politica su questa vicenda».
«Il Sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio, riconduce nella sua lettera di dimissioni la responsabilità delle stesse alla irreversibile compromissione del rapporto di fiducia con il Partito Democratico di Molfetta.
In una sua, successiva, nota su Facebook il Sindaco - dice De Nicolo - testualmente sostiene che "il PD da 16 giorni non mi ha dato il piacere di valutare alcuna richiesta senza un ricatto sul tavolo".
In questi giorni di delicata crisi amministrativa il PD molfettese ha mantenuto un atteggiamento di responsabile silenzio, non cedendo alla tentazione di perdere la calma dinanzi alle tante provocazioni che venivano a noi indirizzate.
Avevamo ed abbiamo come unico obiettivo il rilancio della attività politico-amministrativa di una Amministrazione comunale che, unica cosa indiscutibile, ha stentato nel realizzare il "Programma" sul quale avevamo, due anni fa, chiesto ai molfettesi di poter governare, superando i danni e le storture del periodo precedente.
Dopo le ultime elezioni regionali, dopo la fuoriuscita dal PD di due Consiglieri e di due Assessori Comunali che avevano deciso di sostenere un candidato ed una lista diversa da quella del PD, abbiamo chiesto un riequilibrio nella condivisione delle responsabilità amministrative, la verifica delle cose fatte negli ultimi due anni, la ricerca condivisa delle migliori condizioni per il rilancio della "nostra" amministrazione comunale (quella in cui il Partito Democratico si affermò partito di maggioranza relativa eleggendo ben otto Consiglieri Comunali)».
E poi. «Ricevemmo, dapprima, un secco rifiuto dal Sindaco che ritenne proseguire la attività di governo con sei assessori a cui si riferivano solo otto Consiglieri Comunali. Nel contempo partì una campagna mediatica contro il PD molfettese, accusato di essere alla costante ricerca di "poltrone".
Rispondemmo riconsegnando l'unico "starpuntino" (altro che poltrone…) che ci veniva concesso e l'assessore Tommaso Spadavecchia, su determinazione del Direttivo del PD, si dimise dalla carica.
Contestualmente, chiedemmo al Sindaco di proseguire nella verifica amministrativa, di continuare insieme alle altre forze politiche di maggioranza, nella ricerca delle migliori condizioni perché la "nostra" amministrazione comunale potesse riprendere il proprio percorso più forte e motivata di prima.
Mentre noi continuavamo a chiedere, con ferma e decisa convinzione, che ripartisse il tavolo di maggioranza per la verifica dei programmi amministrativi, il Sindaco - aggiunge De Nicolo - continuava a rifiutare il dialogo sui temi, sulle proposte, sulle idee, sui programmi.
O il PD rientra in Giunta o non si affronta nessuna discussione su nessun tema. O il PD rientra in Giunta o il PD si ritenga fuori dalla maggioranza. Questa la posizione del Sindaco che ci veniva chiesto di subire con supina sottomissione.
Tutto cambiò nella serata di giovedì sera, quando il Sindaco modificò, responsabilmente, idea e ad un tavolo di maggioranza, presenti tutte le forze politiche della coalizione, dichiarò di "ritenere legittime" le richieste del Partito Democratico.
In quel momento le dimissioni della Consigliera Annalisa Altomare da Presidente della Commissione Urbanistica (rese a seguito di una palese scorrettezza istituzionale subita da un Dirigente del Comune di Molfetta) erano già cosa fatta (segretario e Capogruppo del PD ne avevano addirittura già parlato con il Sindaco) e, su quello stesso tavolo evidenziammo la assoluta estraneità delle stesse dimissioni rispetto a qualsiasi impostazione "dietrologica" che le vedeva come un "contrasto" con l'Amministrazione Comunale».
Ad un certo punto la svolta. «Ma qualcosa, improvvisamente - continua De Nicolo - su quello stesso "tavolo" cambio. Dopo una serie di "messaggi" telefonici, ricevuti dal Sindaco, il Primo Cittadino - accusando la Consigliera Altomare di avere solo "partecipato" ad una manifestazione ritenuta "Anti- Amministrazione - fece irresponsabilmente "saltare" quel tavolo sul quale tutti, responsabilmente, avevamo contribuito a ricreare le condizioni di una serena discussione politico programmatica.
A nulla valse la posizione della Consigliera Altomare che tentò di spiegare la sua estraneità alla impostazione di una manifestazione che tutto era (come, peraltro, già spiegato in un comunicato ufficiale del Partito) tranne che una manifestazione del PD.
Venerdi il Sindaco Natalicchio ha rassegnato le sue dimissioni.
Oggi il PD molfettese viene accusato di non saper formulare "alcuna richiesta senza un ricatto sul tavolo".
Non è giusto, non è corretto è tutto, palesemente, falso.
Ci dica il Sindaco quale sono le vere ragioni delle sue dimissioni, ci dica il Sinndaco a quali "ricatti" si riferisce.
Ci dica il Sindaco perché non ha voluto confrontarsi sui programmi e sulla necessità del rilancio della "nostra" Amministrazione.
Noi siamo aperti al confronto, anche "faccia a faccia", in pubblico, senza infingimenti, certi delle nostre buone ragioni.
Certi che Molfetta vada amata e rispettata, con l'impegno e la fatica quotidiana, con tutti i nostri sforzi per renderla migliore.
Nei prossimi giorni, con la dirigenza regionale e provinciale del Partito Democratico, i democratici molfettesi incontreranno gli Organi di Informazione per raccontare la nostra posizione politica su questa vicenda».