"Piazza Pulita", 6 anni dopo qui non è cambiato nulla
Ieri l'operazione di Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale. Ma D'Ingeo non ci sta
venerdì 8 aprile 2016
10.29
A Molfetta, a sei anni da "Piazza Pulita", l'operazione dei Carabinieri dell'8 giugno 2010 contro il commercio abusivo, non è cambiato nulla. Le stesse persone di prima si sono riprese i posti di potere, invadendo abusivamente porzioni di strade e marciapiedi di Molfetta per l'esposizione della frutta, forse con maggiore strafottenza di prima.
Ecco perché Matteo D'Ingeo, l'uomo coraggio del Liberatorio Politico, l'altra sera, in pieno centro, non ha girato la testa dall'altra parte, facendo finta di non vedere cosa stava accadendo nella piazzetta di via Baccarini, ha denunciato l'ennesima occupazione di suolo pubblico al Comando di Polizia Municipale, ma è stato aggredito. «Ho riconosciuto la persona che mi ha aggredito e ho fatto il suo nome ai Carabinieri», il commento, alla Gazzetta del Mezzogiorno, di D'Ingeo, aggredito e medicato al nosocomio cittadino con una prognosi di 10 giorni. Ma mai come ora è convinto di aver fatto la scelta giusta.
Lui, forse irruento ma di sicuro gran trascinatore, ed «esponente instancabile della cittadinanza attiva cittadina» per dirla come il sindaco Paola Natalicchio, continua a condurre una battaglia contro l'intero mondo dell'abusivismo commerciale, senza alcuna distinzione. Ma loro, gli abusivi, si sono girati verso D'Ingeo, arrabbiati e decisi di fargliela pagare. È partito un pugno che lo ha colpito quando non se l'aspettava, centrandolo in pieno volto: l'uomo è caduto ed è piombato sul marciapiede a corpo morto sino all'arrivo dei Carabinieri del Nucleo Radiomobile.
Mercoledì e ieri mattina, però, la risposta forte che tutti aspettavano è arrivata. Ben visibile nelle forme perché Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale dovevano dare la dimostrazione che a Molfetta comanda ancora lo Stato, comanda ancora la città sana e non il clan Fiore-Magarelli, opposto ai De Bari per il controllo dei traffici illeciti. Per tutta la giornata il presidio delle forze dell'ordine è stato ben visibile, come il blitz con il quale i militari sono piombati sulle bancarelle di frutta che erano tranquillamente tornate ad occupare il suolo pubblico, quasi in atteggiamento di sfida.
C'erano i Carabinieri, la Guardia di Finanza e la Polizia Municipale. Come a tracciare una riga invisibile per tutti quanti: oltre non si va. Ma a 24 ore dalla retata, secondo D'Ingeo, «a Molfetta nulla è cambiato. Gli abusivi non sono coloro i quali sono privi di qualsiasi autorizzazione o licenza, noi combattiamo i commercianti ed i proprietari di bar e ristoranti che occupano il suolo pubblico senza mai essere stati autorizzati. Strade e marciapiedi non sono più un bene comune, ma privato. E molto spesso… abusivo».
Ecco perché Matteo D'Ingeo, l'uomo coraggio del Liberatorio Politico, l'altra sera, in pieno centro, non ha girato la testa dall'altra parte, facendo finta di non vedere cosa stava accadendo nella piazzetta di via Baccarini, ha denunciato l'ennesima occupazione di suolo pubblico al Comando di Polizia Municipale, ma è stato aggredito. «Ho riconosciuto la persona che mi ha aggredito e ho fatto il suo nome ai Carabinieri», il commento, alla Gazzetta del Mezzogiorno, di D'Ingeo, aggredito e medicato al nosocomio cittadino con una prognosi di 10 giorni. Ma mai come ora è convinto di aver fatto la scelta giusta.
Lui, forse irruento ma di sicuro gran trascinatore, ed «esponente instancabile della cittadinanza attiva cittadina» per dirla come il sindaco Paola Natalicchio, continua a condurre una battaglia contro l'intero mondo dell'abusivismo commerciale, senza alcuna distinzione. Ma loro, gli abusivi, si sono girati verso D'Ingeo, arrabbiati e decisi di fargliela pagare. È partito un pugno che lo ha colpito quando non se l'aspettava, centrandolo in pieno volto: l'uomo è caduto ed è piombato sul marciapiede a corpo morto sino all'arrivo dei Carabinieri del Nucleo Radiomobile.
Mercoledì e ieri mattina, però, la risposta forte che tutti aspettavano è arrivata. Ben visibile nelle forme perché Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale dovevano dare la dimostrazione che a Molfetta comanda ancora lo Stato, comanda ancora la città sana e non il clan Fiore-Magarelli, opposto ai De Bari per il controllo dei traffici illeciti. Per tutta la giornata il presidio delle forze dell'ordine è stato ben visibile, come il blitz con il quale i militari sono piombati sulle bancarelle di frutta che erano tranquillamente tornate ad occupare il suolo pubblico, quasi in atteggiamento di sfida.
C'erano i Carabinieri, la Guardia di Finanza e la Polizia Municipale. Come a tracciare una riga invisibile per tutti quanti: oltre non si va. Ma a 24 ore dalla retata, secondo D'Ingeo, «a Molfetta nulla è cambiato. Gli abusivi non sono coloro i quali sono privi di qualsiasi autorizzazione o licenza, noi combattiamo i commercianti ed i proprietari di bar e ristoranti che occupano il suolo pubblico senza mai essere stati autorizzati. Strade e marciapiedi non sono più un bene comune, ma privato. E molto spesso… abusivo».