Piazza Principe di Napoli, arriva anche una petizione
Oltre 450 firmatari si rivolgono al Sindaco, ai Carabinieri e ai Vigili Urbani.
sabato 26 luglio 2014
10.13
Non si placa la vicenda che in queste settimane sta coinvolgendo Piazza Principe di Napoli. Dopo la costituzione del Comitato Piazza Viva, le discussioni sui social network e le assemblee pubbliche, adesso c'è anche una petizione.
Sono più di 450, le firme raccolte in un mese a sostegno dell'attività commerciale che si affaccia sulla piazza, rea, per alcuni, di non rispettare il quieto vivere e la legge e che, invece, si legge nel comunicato che annuncia la petizione, «dalla sua apertura ha subito un crescendo di atti di intolleranza e intimidazione, che va dal lancio di oggetti sul dehors del locale (acqua e feci, pesci in putrefazione, olio, liquido corrosivo), agli atti vandalici sulla vettura del titolare; dalle chiamate alle forze dell'ordine per inibire le attività musicali del locale, alla campagna diffamatoria perpetrata con sistematicità verso il locale e i suoi frequentatori».
Una sessantina di residenti della zona, tra cui molti anziani, clienti del bar, comuni cittadini e titolari di altre attività commerciali, così, non hanno esitato a sottoscrivere la petizione inoltrata al Sindaco, ai Carabinieri e ai Vigili Urbani.
L'intento, si apprende dal comunicato, è quello di continuare a difendere l'operato dell'attività commerciale che avrebbe dato vita a Piazza Principe di Napoli, fino a dodici mesi fa luogo isolato e dimenticato nonostante la sua posizione centrale puntando tutto sul coinvolgimento della cittadinanza.
Ed è proprio sull'onda mediatica di tale vicenda che in città in questi giorni stanno proliferando manifestazioni volte a riappropriarsi degli spazi in comune, soprattutto di quelli dismessi.
Per esempio l'associazione culturale TESLA ha organizzato venerdì 25 luglio scorso due eventi, uno in Rione Catacombe e l'altro nel quartiere 167: alle 19 si è aperto il dibattito sul Parco del Mezzogiorno e sul quartiere 167 alla presenza di Paola Natalicchio e Giovanni Abbatista, assessore ai lavori pubblici
Sono più di 450, le firme raccolte in un mese a sostegno dell'attività commerciale che si affaccia sulla piazza, rea, per alcuni, di non rispettare il quieto vivere e la legge e che, invece, si legge nel comunicato che annuncia la petizione, «dalla sua apertura ha subito un crescendo di atti di intolleranza e intimidazione, che va dal lancio di oggetti sul dehors del locale (acqua e feci, pesci in putrefazione, olio, liquido corrosivo), agli atti vandalici sulla vettura del titolare; dalle chiamate alle forze dell'ordine per inibire le attività musicali del locale, alla campagna diffamatoria perpetrata con sistematicità verso il locale e i suoi frequentatori».
Una sessantina di residenti della zona, tra cui molti anziani, clienti del bar, comuni cittadini e titolari di altre attività commerciali, così, non hanno esitato a sottoscrivere la petizione inoltrata al Sindaco, ai Carabinieri e ai Vigili Urbani.
L'intento, si apprende dal comunicato, è quello di continuare a difendere l'operato dell'attività commerciale che avrebbe dato vita a Piazza Principe di Napoli, fino a dodici mesi fa luogo isolato e dimenticato nonostante la sua posizione centrale puntando tutto sul coinvolgimento della cittadinanza.
Ed è proprio sull'onda mediatica di tale vicenda che in città in questi giorni stanno proliferando manifestazioni volte a riappropriarsi degli spazi in comune, soprattutto di quelli dismessi.
Per esempio l'associazione culturale TESLA ha organizzato venerdì 25 luglio scorso due eventi, uno in Rione Catacombe e l'altro nel quartiere 167: alle 19 si è aperto il dibattito sul Parco del Mezzogiorno e sul quartiere 167 alla presenza di Paola Natalicchio e Giovanni Abbatista, assessore ai lavori pubblici