Piano di riordino definitivo: a Molfetta addio a Urologia e Cardiologia
Lo annuncia Michele Emiliano. Dove sarà l'ospedale del Nord Barese?
sabato 21 gennaio 2017
9.44
«Il piano di riordino ospedaliero è diventato finalmente definitivo».
Lo annuncia Michele Emiliano, governatore della Regione Puglia. Finisce così un anno intensissimo per la sanità regionale tra proteste, crisi politiche e dibattiti.
Dunque, per Molfetta sarà presto avviata la chiusura dei due reparti di Urologia e Cardiologia, così come previsto. Vani i tentativi di difendere due unità operative punti di eccellenza sul territorio cittadino ma anche punti di riferimento per tutti i cittadini del circondario. Senza dimenticare che potrebbero esserci novità non positive anche per altri reparti. Dovrebbe continuare a essere funzionante il Pronto soccorso.
Nel frattempo non è ancora stato sciolto il nodo sul luogo nel quale ci sarà l'ospedale del nord barese: la fase istruttoria determinerà una relazione su Molfetta, Corato e Terlizzi, le tre città candidate. Tante le considerazioni: per il "Mons.Bello" punti a vantaggio sono la vicinanza alle principali vie di comunicazione stradale oltre alle recenti ristrutturazioni.
Tuttavia, nulla è ancora stato deciso e il Governatore potrebbe fare dei sopralluoghi già tra fine gennaio e inizio febbraio.
«Gli ospedali riconvertiti erano il frutto di scelte sbagliate del passato che avevano fatto aprire ospedali in molti comuni consentendo il moltiplicarsi inutile dei primari e dei reparti. Gli ospedali piccoli disperdono il personale che così viene sprecato, lasciando l'organico degli ospedali più efficienti senza adeguato rinforzo. Si aggiunga che solo grandi numeri per ricoveri ed interventi fanno l'efficienza di una struttura ospedaliera.
Un punto nascita sotto 1000 parti all'anno (poco più di tre parti al giorno) non giustifica strutture aperte 24ore su 24 e mette a rischio le puerpere perché il personale non ha sufficiente esperienza dei casi più difficili. Analogamente avere punti nascita e pronto soccorso senza terapia intensiva e sala rianimazione era un rischio troppo grande per la salute dei pazienti. Anche queste strutture aperte 24 ore su 24 consentivano il sottoutilizzo di personale (anche dei preziosissimi ed introvabili anestesisti) a scapito dei pronto soccorso dei grandi ospedali, gli unici dotati dei reparti per gestire codici gialli e rossi, gli unici che giustificano davvero l'esistenza di un pronto soccorso. Alcuni ospedali poi sono stati classificati come ospedali di base (come il nosocomio molfettese, ndr). Sono ospedali essenziali con pochi reparti dotati di pronto soccorso», spiega Michele Emiliano che parla anche di «scelte dolorose».
Il prossimo 3 febbraio a Molfetta è previsto un incontro pubblico, promosso dal Comitato Civico per la Tutela della salute di Molfetta.
Lo annuncia Michele Emiliano, governatore della Regione Puglia. Finisce così un anno intensissimo per la sanità regionale tra proteste, crisi politiche e dibattiti.
Dunque, per Molfetta sarà presto avviata la chiusura dei due reparti di Urologia e Cardiologia, così come previsto. Vani i tentativi di difendere due unità operative punti di eccellenza sul territorio cittadino ma anche punti di riferimento per tutti i cittadini del circondario. Senza dimenticare che potrebbero esserci novità non positive anche per altri reparti. Dovrebbe continuare a essere funzionante il Pronto soccorso.
Nel frattempo non è ancora stato sciolto il nodo sul luogo nel quale ci sarà l'ospedale del nord barese: la fase istruttoria determinerà una relazione su Molfetta, Corato e Terlizzi, le tre città candidate. Tante le considerazioni: per il "Mons.Bello" punti a vantaggio sono la vicinanza alle principali vie di comunicazione stradale oltre alle recenti ristrutturazioni.
Tuttavia, nulla è ancora stato deciso e il Governatore potrebbe fare dei sopralluoghi già tra fine gennaio e inizio febbraio.
«Gli ospedali riconvertiti erano il frutto di scelte sbagliate del passato che avevano fatto aprire ospedali in molti comuni consentendo il moltiplicarsi inutile dei primari e dei reparti. Gli ospedali piccoli disperdono il personale che così viene sprecato, lasciando l'organico degli ospedali più efficienti senza adeguato rinforzo. Si aggiunga che solo grandi numeri per ricoveri ed interventi fanno l'efficienza di una struttura ospedaliera.
Un punto nascita sotto 1000 parti all'anno (poco più di tre parti al giorno) non giustifica strutture aperte 24ore su 24 e mette a rischio le puerpere perché il personale non ha sufficiente esperienza dei casi più difficili. Analogamente avere punti nascita e pronto soccorso senza terapia intensiva e sala rianimazione era un rischio troppo grande per la salute dei pazienti. Anche queste strutture aperte 24 ore su 24 consentivano il sottoutilizzo di personale (anche dei preziosissimi ed introvabili anestesisti) a scapito dei pronto soccorso dei grandi ospedali, gli unici dotati dei reparti per gestire codici gialli e rossi, gli unici che giustificano davvero l'esistenza di un pronto soccorso. Alcuni ospedali poi sono stati classificati come ospedali di base (come il nosocomio molfettese, ndr). Sono ospedali essenziali con pochi reparti dotati di pronto soccorso», spiega Michele Emiliano che parla anche di «scelte dolorose».
Il prossimo 3 febbraio a Molfetta è previsto un incontro pubblico, promosso dal Comitato Civico per la Tutela della salute di Molfetta.