Ordigno artigianale sull'uscio di casa di Matteo d'Ingeo
Nuova intimidazione ai danni del coordinatore cittadino del Liberatorio Politico
sabato 16 giugno 2018
10.01
È mistero a Molfetta dove nel corso della notte, intorno all'01.30, ignoti, dopo aver forzato il portone d'ingresso, hanno collocato un ordigno artigianale all'esterno della casa di Matteo d'Ingeo, coordinatore cittadino del Liberatorio Politico.
L'esplosione, avvenuta al primo piano del civico n. 13 di via Quintino Sella, ha provocato, oltre ad un notevole spavento, lo scardinamento dell'uscio e danni al muro e alla rampa di scale d'accesso all'abitazione. L'ordigno (il secondo esploso allo stesso civico in pochi mesi, ndr) era di fabbricazione artigianale, ma è stato sufficiente allo scopo di provocare danni e lasciare un "messaggio" che, però, non è del tutto chiaro agli investigatori.
Sul posto sono giunti i Carabinieri della Compagnia di Molfetta, che hanno avviato le indagini, coadiuvati dagli Artificieri del Comando Provinciale dei Carabinieri di Bari che hanno eseguito sino alle prime luci dell'alba tutti i rilievi del caso. Si sta cercando di capire se in zona vi siano telecamere attive. Non c'è per ora un movente, in quest'episodio che ha colpito, per la seconda volta in pochi mesi, l'ex consigliere comunale.
Ma probabilmente c'è un collegamento con quanto avvenuto in passato. La memoria, infatti, va a quanto accaduto il 1 marzo scorso. Adesso il secondo episodio toccato sempre alla stessa persona, segno che l'accanimento contro Matteo d'Ingeo è tutto fuorché casuale.
L'esplosione, avvenuta al primo piano del civico n. 13 di via Quintino Sella, ha provocato, oltre ad un notevole spavento, lo scardinamento dell'uscio e danni al muro e alla rampa di scale d'accesso all'abitazione. L'ordigno (il secondo esploso allo stesso civico in pochi mesi, ndr) era di fabbricazione artigianale, ma è stato sufficiente allo scopo di provocare danni e lasciare un "messaggio" che, però, non è del tutto chiaro agli investigatori.
Sul posto sono giunti i Carabinieri della Compagnia di Molfetta, che hanno avviato le indagini, coadiuvati dagli Artificieri del Comando Provinciale dei Carabinieri di Bari che hanno eseguito sino alle prime luci dell'alba tutti i rilievi del caso. Si sta cercando di capire se in zona vi siano telecamere attive. Non c'è per ora un movente, in quest'episodio che ha colpito, per la seconda volta in pochi mesi, l'ex consigliere comunale.
Ma probabilmente c'è un collegamento con quanto avvenuto in passato. La memoria, infatti, va a quanto accaduto il 1 marzo scorso. Adesso il secondo episodio toccato sempre alla stessa persona, segno che l'accanimento contro Matteo d'Ingeo è tutto fuorché casuale.