Pescato a Molfetta un rarissimo esemplare di granchio reale
Si tratta di una specie pericolosa per bagnanti ed ecosistema marino
venerdì 30 agosto 2019
Il granchio reale o granchio azzurro, scientificamente noto come Callinectes sapidus, è un crostaceo originaio della sponda occidentale dell'oceano Atlantico, infatti vive lungo le coste dell'intero continente americano, dalla Nuova Scozia all'Argentina. Sa spingersi anche lungo i corsi dei fiumi perché è in grado di tollerare anche bassissimi gradi di salinità e, tramite l'acqua incamerata per zavorrare le navi, la specie è stata accidentalmente introdotta in numerose altre parti del mondo: Mare del Nord, Mar Baltico, Mar Nero, Mediterraneo, Mar Giallo. Proprio nell'ultimo mese questa specie è stata segnalata per la prima volta in Italia, nel Salentino, e adesso è stata trovata anche a Molfetta.
La scoperta è stata fatta da due molfettesi appassionati della pesca al polpo, i cugini Massimiliano Ferrareis e Francesco Amendolagine. Usciti per una normale battuta di pesca, non si sarebbero mai aspettati di fare questa scoperta: «Eravamo intenti a catturare granchi, mercoledì sera verso le ore 23, nei pressi della Madonna dei Martiri per la nostra solita battuta di pesca al polpo notturna. Camminando in acque basse circa 20 cm, con l'ausilio di torce, mentre cercavamo granchi abbiamo visto questa strana forma di crostaceo che camminava sul fondale basso. Pensavamo fosse una cicala greca, poi guardandolo bene l'abbiamo riconosciuto dal colore che traspariva dall'acqua, azzurro intenso. Era proprio un granchio reale!».
Massimiliano ha riconosciuto il crostaceo proprio pensando alla notizia letta in merito al suo rinvenimento in Salento: «Pochi giorni fa avevo letto di un ritrovamento di granchio blu in provincia di Lecce e nell'articolo c'erano foto dell'esemplare. L'abbiamo catturato con la massima cura utilizzando materiali di scarto che abbiamo rinvenuto sulla spiaggia, tipo rami di legno. Bisogna fare attenzione in quanto è lento nel muoversi ma è fulmineo nel difendersi e soprattutto nell'attaccare. Ha delle chele lunghe e potentissime, infatti ha quasi tranciato di netto il ramo, del diametro di circa 3 cm, con cui lo abbiamo preso. Ha una corazza durissima, dalla forma a rombo schiacciato, con degli spuntoni acuminati posti lungo tutto il perimetro. Ha zampe posteriori palmate e non è aggressivo con gli altri granchi nostrani. Per ironia della sorte, credo che mio cugino Francesco sia stato premiato dalla fortuna dato che domani si sposerà e, da buon temerario, 48 ore prima di sposarsi era a pesca con me».
Questa specie aliena per il nostro territorio rappresenta soprattutto una minaccia per la biodiversità autoctona e per la pesca poiché è un predatore di molluschi, altri crostacei e diversi pesci e le sue chele sarebbero capaci di rompere reti e attrezzatura da pesca. Questo granchio ha ormai invaso il Mar Mediterraneo a causa dell'aumento delle temperature. Si tratta di un crostaceo pericoloso per i bagnanti perché molto aggressivo: a correre maggiori rischi sarebbero i bambini, che potrebbero ferirsi con le spine presenti sul carapace dell'animale o attraverso le chele molto taglienti. In ogni caso, riconoscere il granchio azzurro è abbastanza semplice poiché presenta una colorazione tendente al blu e per via delle grandi dimensioni: questo granchio può infatti raggiungere una lunghezza di 10 centimetri e una larghezza di 20.
La scoperta è stata fatta da due molfettesi appassionati della pesca al polpo, i cugini Massimiliano Ferrareis e Francesco Amendolagine. Usciti per una normale battuta di pesca, non si sarebbero mai aspettati di fare questa scoperta: «Eravamo intenti a catturare granchi, mercoledì sera verso le ore 23, nei pressi della Madonna dei Martiri per la nostra solita battuta di pesca al polpo notturna. Camminando in acque basse circa 20 cm, con l'ausilio di torce, mentre cercavamo granchi abbiamo visto questa strana forma di crostaceo che camminava sul fondale basso. Pensavamo fosse una cicala greca, poi guardandolo bene l'abbiamo riconosciuto dal colore che traspariva dall'acqua, azzurro intenso. Era proprio un granchio reale!».
Massimiliano ha riconosciuto il crostaceo proprio pensando alla notizia letta in merito al suo rinvenimento in Salento: «Pochi giorni fa avevo letto di un ritrovamento di granchio blu in provincia di Lecce e nell'articolo c'erano foto dell'esemplare. L'abbiamo catturato con la massima cura utilizzando materiali di scarto che abbiamo rinvenuto sulla spiaggia, tipo rami di legno. Bisogna fare attenzione in quanto è lento nel muoversi ma è fulmineo nel difendersi e soprattutto nell'attaccare. Ha delle chele lunghe e potentissime, infatti ha quasi tranciato di netto il ramo, del diametro di circa 3 cm, con cui lo abbiamo preso. Ha una corazza durissima, dalla forma a rombo schiacciato, con degli spuntoni acuminati posti lungo tutto il perimetro. Ha zampe posteriori palmate e non è aggressivo con gli altri granchi nostrani. Per ironia della sorte, credo che mio cugino Francesco sia stato premiato dalla fortuna dato che domani si sposerà e, da buon temerario, 48 ore prima di sposarsi era a pesca con me».
Questa specie aliena per il nostro territorio rappresenta soprattutto una minaccia per la biodiversità autoctona e per la pesca poiché è un predatore di molluschi, altri crostacei e diversi pesci e le sue chele sarebbero capaci di rompere reti e attrezzatura da pesca. Questo granchio ha ormai invaso il Mar Mediterraneo a causa dell'aumento delle temperature. Si tratta di un crostaceo pericoloso per i bagnanti perché molto aggressivo: a correre maggiori rischi sarebbero i bambini, che potrebbero ferirsi con le spine presenti sul carapace dell'animale o attraverso le chele molto taglienti. In ogni caso, riconoscere il granchio azzurro è abbastanza semplice poiché presenta una colorazione tendente al blu e per via delle grandi dimensioni: questo granchio può infatti raggiungere una lunghezza di 10 centimetri e una larghezza di 20.