Pescati a Molfetta i pericolosi granchi blu dell'Atlantico
I primi ritrovamenti risalgono ad oltre 10 anni fa. Si tratta di una specie invasiva
giovedì 19 agosto 2021
12.48
Tre esemplari di granchio blu sono stati pescati nei giorni scorsi a Molfetta, nelle acque antistanti la basilica della Madonna dei Martiri, da un pescatore hobbista. Si tratta di un crostaceo parecchio pericoloso per l'ecosistema marino dell'Adriatico poiché è invece originario della sponda occidentale dell'oceano Atlantico.
Nel basso Adriatico la presenza del granchio reale blu o granchio azzurro, scientificamente noto come Callinectes sapidus, molto più grande del nostro granchio comune e molto più colorato, era stata segnalata oltre 10 anni. Ma a quanto pare di questi esemplari, una delle specie aliene più invasive del Mediterraneo, se ne vedono spesso nelle reti da pesca delle imbarcazioni che battono acque molfettesi: il primo recupero a Molfetta avvenne circa 7 anni fa, ad opera di pescatori.
L'ultimo, invece, risale a 2 anni fa: «Gli ultimi tre esemplari, pescati in poco più di un'ora - spiega Pasquale Salvemini, referente regionale del WWF -, certificano la presenza di questa specie aliena per il nostro territorio addirittura a pochi metri dalla battigia cittadina: quest'animale, dunque, che rappresenta una minaccia per la biodiversità autoctona e per la pesca poiché è un predatore di molluschi, altri crostacei e pesci, continua la sua corsa verso la colonizzazione di nuovi mari».
L'attenzione è massima: si tratta di un crostaceo pericoloso per i bagnanti perché molto aggressivo. In ogni caso, riconoscerlo è molto semplice poiché presenta una colorazione tendente al blu e per via delle grandi dimensioni: questo granchio può infatti raggiungere una lunghezza di 10 centimetri e una larghezza di 20.
Nel basso Adriatico la presenza del granchio reale blu o granchio azzurro, scientificamente noto come Callinectes sapidus, molto più grande del nostro granchio comune e molto più colorato, era stata segnalata oltre 10 anni. Ma a quanto pare di questi esemplari, una delle specie aliene più invasive del Mediterraneo, se ne vedono spesso nelle reti da pesca delle imbarcazioni che battono acque molfettesi: il primo recupero a Molfetta avvenne circa 7 anni fa, ad opera di pescatori.
L'ultimo, invece, risale a 2 anni fa: «Gli ultimi tre esemplari, pescati in poco più di un'ora - spiega Pasquale Salvemini, referente regionale del WWF -, certificano la presenza di questa specie aliena per il nostro territorio addirittura a pochi metri dalla battigia cittadina: quest'animale, dunque, che rappresenta una minaccia per la biodiversità autoctona e per la pesca poiché è un predatore di molluschi, altri crostacei e pesci, continua la sua corsa verso la colonizzazione di nuovi mari».
L'attenzione è massima: si tratta di un crostaceo pericoloso per i bagnanti perché molto aggressivo. In ogni caso, riconoscerlo è molto semplice poiché presenta una colorazione tendente al blu e per via delle grandi dimensioni: questo granchio può infatti raggiungere una lunghezza di 10 centimetri e una larghezza di 20.