Pediatra terlizzese denunciato dalla Guardia di Finanza
Vendeva farmaci ai genitori dei piccoli pazienti nel proprio studio medico
giovedì 14 maggio 2015
13.30
Aveva trovato un astuto stratagemma per arrotondare il "modesto" stipendio di circa 4.000 euro mensili, il pediatra di Terlizzi (BA), convenzionato con il S.S.N., denunziato dai Finanzieri della Tenenza di Molfetta al termine di un'attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani.
In particolare, veniva appreso che un pediatra, dopo l'effettuazione delle visite mediche nei confronti di alcuni pazienti all'interno del suo ambulatorio, dispensava farmaci, parafarmaci e prodotti omeopatici, pretendendo compensi in denaro, il tutto senza il rilascio di prescrizione medica.
Non solo: i farmaci erano rappresentati dai "campioni gratuiti non destinati alla vendita" ricevuti dagli informatori medici scientifici dalle cui confezioni venivano opportunamente asportate le fustelle.
Le indagini hanno permesso di appurare che il professionista operava come un vero e proprio farmacista: dopo aver instaurato un rapporto di fiducia con i genitori ed averli rassicurati sul fatto che i medicinali in suo possesso erano più convenienti rispetto al prezzo di mercato, li cedeva, ricevendo denaro. Convenienza, che è risultata non vera in quanto i prodotti venivano venduti addirittura ad un prezzo superiore a quello commercializzato in farmacia.
Fondamentale per la ricostruzione dei fatti sono state le dichiarazioni raccolte dai genitori degli assistiti, alcuni dei quali versavano anche in precarie condizioni economiche. Inoltre, il medico, venuto a conoscenza delle indagini ha anche tentato di convincere un genitore a negare di aver acquistato farmaci da lui.
Il medico è stato denunziato per "Abusivo esercizio della professione di farmacista" (art. 348 c.p.).
In particolare, veniva appreso che un pediatra, dopo l'effettuazione delle visite mediche nei confronti di alcuni pazienti all'interno del suo ambulatorio, dispensava farmaci, parafarmaci e prodotti omeopatici, pretendendo compensi in denaro, il tutto senza il rilascio di prescrizione medica.
Non solo: i farmaci erano rappresentati dai "campioni gratuiti non destinati alla vendita" ricevuti dagli informatori medici scientifici dalle cui confezioni venivano opportunamente asportate le fustelle.
Le indagini hanno permesso di appurare che il professionista operava come un vero e proprio farmacista: dopo aver instaurato un rapporto di fiducia con i genitori ed averli rassicurati sul fatto che i medicinali in suo possesso erano più convenienti rispetto al prezzo di mercato, li cedeva, ricevendo denaro. Convenienza, che è risultata non vera in quanto i prodotti venivano venduti addirittura ad un prezzo superiore a quello commercializzato in farmacia.
Fondamentale per la ricostruzione dei fatti sono state le dichiarazioni raccolte dai genitori degli assistiti, alcuni dei quali versavano anche in precarie condizioni economiche. Inoltre, il medico, venuto a conoscenza delle indagini ha anche tentato di convincere un genitore a negare di aver acquistato farmaci da lui.
Il medico è stato denunziato per "Abusivo esercizio della professione di farmacista" (art. 348 c.p.).