PD Molfetta: «Sulla Zes solo tanta retorica dell'amministrazione»
La nota dopo il Consiglio comunale di ieri
venerdì 3 marzo 2023
Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota a firma del PD Molfetta:
Riteniamo sia stata una discussione a tratti surreale quella che si è svolta nella serata di ieri, in Consiglio Comunale, sulle agevolazioni di tipo tributario che saranno destinate alle imprese già insediate o che si insedieranno nella Zona Economica Speciale della nostra città. Abbiamo sentito parlare, infatti, tanto dai banchi della maggioranza quanto da quelli del centrodestra, di "giornata storica", di momento "epico", addirittura di un "arcobaleno" che da ieri illumina il futuro della città. Una retorica stucchevole e completamente scollegata dalla realtà vista la natura effettiva del provvedimento in discussione.
Ieri, in Consiglio Comunale, infatti, non si deliberava l'istituzione della ZES, strumento per favorire lo sviluppo e l'occupazione nel Mezzogiorno, pensato e realizzato dai governi di centrosinistra sostenuti, a livello nazionale, dal Partito Democratico. Né si discuteva dell'adesione di Molfetta alla ZES che è stata possibile solo grazie alle decisioni del governo regionale di centrosinistra guidato da Michele Emiliano e sostenuto dal Partito Democratico. Per questo gli attacchi miserevoli provenienti dalla maggioranza e dalla destra sulla presunta "sinistra contraria allo sviluppo" sono del tutto infondati e li rimandiamo sdegnatamente al mittente.
Tutta la comunità democratica non può che essere favorevole alla Zona Economica Speciale, quale strumento in grado di imprimere nuovo slancio allo sviluppo di una città che (proprio per colpa di chi ci amministra) langue, dando impulso all'occupazione soprattutto giovanile. In discussione, quindi, non è la ZES su cui confermiamo il nostro giudizio assolutamente favorevole, ma le criticità che la delibera portata dall'amministrazione comunale all'approvazione in Consiglio Comunale presentava e per cui la nostra consigliera comunale, Gabriella Azzollini, si è astenuta, insieme agli altri consiglieri della coalizione di centrosinistra.
La proposta di delibera approvata dalla maggioranza e dalla destra, infatti, era del tutto carente di documentazione a supporto che spiegasse le effettive conseguenze, per il bilancio comunale, delle misure aggiuntive decise dal Comune rispetto alle agevolazioni statali e regionali già previste per le imprese insediate nella ZES. Il provvedimento approvato dal Consiglio infatti prevede esenzioni e abbattimenti significativi in materia di IMU, TARI, Passi Carrabili, nonché di costi di costruzione ed oneri di urbanizzazione che appaiono privi di copertura economico-finanziaria. Il Comune, quindi, rinuncia a un rilevante gettito tributario senza in alcun modo preoccuparsi – e questa è la cosa più grave – di spiegare come intende compensare questa ingente perdita in termini di entrate tributarie, grazie alle quali si pagano i servizi alla collettività.
D'altra parte, non solo il Comune rinuncia a significative risorse finanziarie, ma dovrà comunque farsi carico dei maggiori oneri derivanti da nuove localizzazioni e insediamenti produttivi: dalle nuove urbanizzazioni, alla raccolta e smaltimento dei rifiuti, alla sicurezza, ai trasporti. Chi pagherà questi servizi? La risposta è chiara: la collettività tutta. Noi siamo assolutamente favorevoli alla ZES ma pretendiamo che le misure previste nascano da un'attenta valutazione in termini di costi e di benefici attesi sotto il profilo economico, ambientale, sociale e occupazionale, che, in questo caso, è completamente mancata.
A proposito di nuova occupazione, le considerevoli agevolazioni di cui stiamo parlando saranno riconosciute alle imprese che determineranno un "incremento occupazionale". Ma di che misura parliamo? Non viene indicato alcun riferimento al numero di nuovi lavoratori occupati necessari per poter avere accesso a questi benefici, né alle relative qualifiche e professionalità. Questo cosa significa? Che anche l'assunzione di un solo dipendente in più consentirebbe, di fatto, di non pagare i tributi locali per sette anni?
Incentivare lo sviluppo e l'occupazione è senz'altro apprezzabile, ma occorre programmazione e un'idea chiara del futuro per la nostra città, per evitare che le tante agevolazioni che la ZES prevede vengano riconosciute in maniera indiscriminata e quindi inefficace, senza una visione politica che, utilizzando la leva fiscale, incentivi alcune attività (le più virtuose o le più innovative sotto il profilo economico, occupazionale e ambientale) e ne disincentivi altre, a basso valore aggiunto, che consumano più risorse di quante effettivamente ne producono. Senza considerare che se nella ZES dovessero rientrare (come assai probabile) anche le attività commerciali, con la possibilità di nuovi grandi insediamenti per la vendita di prodotti, la nostra città si svuoterà ulteriormente e il commercio di prossimità, già tremendamente in crisi, subirà un tracollo definitivo con conseguente perdita di occupazione. Anche sotto questo profilo il provvedimento approvato appare carente perché non ha valutato, nel rapporto costi/benefici, questo aspetto assolutamente cruciale.
Queste sono solo alcune delle motivazioni che ci hanno indotto ad astenerci su una proposta di delibera troppo vaga sotto diversi profili e per la quale, se solo ci fosse stata data la possibilità, avremmo anche voluto dare il nostro contributo per migliorarla, in modo da poterla davvero votare all'unanimità. Ma l'amministrazione, al di là di appelli formali, non ha consentito nessuna interlocuzione sul punto, volendo solo approvare in fretta e furia quanto deciso altrove e chiedendo al Consiglio Comunale solo una ratifica a scatola chiusa. Il futuro di Molfetta e le sue prospettive di crescita economica e occupazionale avrebbero meritato ben altro approccio.
Riteniamo sia stata una discussione a tratti surreale quella che si è svolta nella serata di ieri, in Consiglio Comunale, sulle agevolazioni di tipo tributario che saranno destinate alle imprese già insediate o che si insedieranno nella Zona Economica Speciale della nostra città. Abbiamo sentito parlare, infatti, tanto dai banchi della maggioranza quanto da quelli del centrodestra, di "giornata storica", di momento "epico", addirittura di un "arcobaleno" che da ieri illumina il futuro della città. Una retorica stucchevole e completamente scollegata dalla realtà vista la natura effettiva del provvedimento in discussione.
Ieri, in Consiglio Comunale, infatti, non si deliberava l'istituzione della ZES, strumento per favorire lo sviluppo e l'occupazione nel Mezzogiorno, pensato e realizzato dai governi di centrosinistra sostenuti, a livello nazionale, dal Partito Democratico. Né si discuteva dell'adesione di Molfetta alla ZES che è stata possibile solo grazie alle decisioni del governo regionale di centrosinistra guidato da Michele Emiliano e sostenuto dal Partito Democratico. Per questo gli attacchi miserevoli provenienti dalla maggioranza e dalla destra sulla presunta "sinistra contraria allo sviluppo" sono del tutto infondati e li rimandiamo sdegnatamente al mittente.
Tutta la comunità democratica non può che essere favorevole alla Zona Economica Speciale, quale strumento in grado di imprimere nuovo slancio allo sviluppo di una città che (proprio per colpa di chi ci amministra) langue, dando impulso all'occupazione soprattutto giovanile. In discussione, quindi, non è la ZES su cui confermiamo il nostro giudizio assolutamente favorevole, ma le criticità che la delibera portata dall'amministrazione comunale all'approvazione in Consiglio Comunale presentava e per cui la nostra consigliera comunale, Gabriella Azzollini, si è astenuta, insieme agli altri consiglieri della coalizione di centrosinistra.
La proposta di delibera approvata dalla maggioranza e dalla destra, infatti, era del tutto carente di documentazione a supporto che spiegasse le effettive conseguenze, per il bilancio comunale, delle misure aggiuntive decise dal Comune rispetto alle agevolazioni statali e regionali già previste per le imprese insediate nella ZES. Il provvedimento approvato dal Consiglio infatti prevede esenzioni e abbattimenti significativi in materia di IMU, TARI, Passi Carrabili, nonché di costi di costruzione ed oneri di urbanizzazione che appaiono privi di copertura economico-finanziaria. Il Comune, quindi, rinuncia a un rilevante gettito tributario senza in alcun modo preoccuparsi – e questa è la cosa più grave – di spiegare come intende compensare questa ingente perdita in termini di entrate tributarie, grazie alle quali si pagano i servizi alla collettività.
D'altra parte, non solo il Comune rinuncia a significative risorse finanziarie, ma dovrà comunque farsi carico dei maggiori oneri derivanti da nuove localizzazioni e insediamenti produttivi: dalle nuove urbanizzazioni, alla raccolta e smaltimento dei rifiuti, alla sicurezza, ai trasporti. Chi pagherà questi servizi? La risposta è chiara: la collettività tutta. Noi siamo assolutamente favorevoli alla ZES ma pretendiamo che le misure previste nascano da un'attenta valutazione in termini di costi e di benefici attesi sotto il profilo economico, ambientale, sociale e occupazionale, che, in questo caso, è completamente mancata.
A proposito di nuova occupazione, le considerevoli agevolazioni di cui stiamo parlando saranno riconosciute alle imprese che determineranno un "incremento occupazionale". Ma di che misura parliamo? Non viene indicato alcun riferimento al numero di nuovi lavoratori occupati necessari per poter avere accesso a questi benefici, né alle relative qualifiche e professionalità. Questo cosa significa? Che anche l'assunzione di un solo dipendente in più consentirebbe, di fatto, di non pagare i tributi locali per sette anni?
Incentivare lo sviluppo e l'occupazione è senz'altro apprezzabile, ma occorre programmazione e un'idea chiara del futuro per la nostra città, per evitare che le tante agevolazioni che la ZES prevede vengano riconosciute in maniera indiscriminata e quindi inefficace, senza una visione politica che, utilizzando la leva fiscale, incentivi alcune attività (le più virtuose o le più innovative sotto il profilo economico, occupazionale e ambientale) e ne disincentivi altre, a basso valore aggiunto, che consumano più risorse di quante effettivamente ne producono. Senza considerare che se nella ZES dovessero rientrare (come assai probabile) anche le attività commerciali, con la possibilità di nuovi grandi insediamenti per la vendita di prodotti, la nostra città si svuoterà ulteriormente e il commercio di prossimità, già tremendamente in crisi, subirà un tracollo definitivo con conseguente perdita di occupazione. Anche sotto questo profilo il provvedimento approvato appare carente perché non ha valutato, nel rapporto costi/benefici, questo aspetto assolutamente cruciale.
Queste sono solo alcune delle motivazioni che ci hanno indotto ad astenerci su una proposta di delibera troppo vaga sotto diversi profili e per la quale, se solo ci fosse stata data la possibilità, avremmo anche voluto dare il nostro contributo per migliorarla, in modo da poterla davvero votare all'unanimità. Ma l'amministrazione, al di là di appelli formali, non ha consentito nessuna interlocuzione sul punto, volendo solo approvare in fretta e furia quanto deciso altrove e chiedendo al Consiglio Comunale solo una ratifica a scatola chiusa. Il futuro di Molfetta e le sue prospettive di crescita economica e occupazionale avrebbero meritato ben altro approccio.