PD Molfetta: «Crepe evidenti nella gestione del potere nella maggioranza»
La nota stampa: «Modalità poco trasparenti stanno emergendo sempre di più»
lunedì 29 gennaio 2024
La sezione locale del Partito Democratico torna a dire la sua sugli ultimi sviluppi della politica molfettese, in particolare con riferimento ad alcune situazioni spinose emerse di recente:
"La resa dei conti appena cominciata nella coalizione che ha sostenuto la rielezione di Tommaso Minervini, inizia a squarciare il velo dinnanzi alla città sulle modalità molto discutibili di gestione del potere da parte dell'amministrazione in carica e sui rapporti molto stretti esistenti tra esponenti della maggioranza consiliare a sostegno del sindaco e imprenditori locali aggiudicatari di appalti pubblici multimilionari da parte del Comune".
"Quello che sorprende è che a confermare i dubbi che da tempo solleviamo sulle modalità poco trasparenti con cui viene amministrata Molfetta siano, in queste ore, molteplici voci provenienti dalla stessa coalizione a sostegno del sindaco che, forse proprio per questo, ha dimostrato nei giorni scorsi, in Consiglio comunale, di essere sull'orlo di una crisi di nervi, arrivando al punto di insultare la consigliera Annamaria Gagliardi alla quale rinnoviamo la nostra solidarietà".
"Evidentemente inizia a prendere forma, sotto gli occhi della città, una questione morale molto seria all'interno della maggioranza di governo cittadino che nessuno può più ignorare. La notizia dell'aggiudicazione dei lavori di sostituzione edilizia del plesso scolastico "G. Cozzoli", per un importo complessivo di oltre 3 milioni e 500 mila euro (a valere sulle risorse del PNRR), a una ditta riconducibile al marito della consigliera comunale di maggioranza Francesca de Palma, vice-capogruppo di "Insieme per la Città", rappresenta solo l'ultimo di una lunga sequela di episodi (alcuni dei quali, come noto, già al vaglio della magistratura) che dimostrano, dal nostro punto di vista, l'esistenza a Molfetta di un intreccio poco trasparente tra una certa politica e una certa imprenditoria locale".
"Sia chiaro, nulla di illecito o di illegittimo, in quell'affidamento, almeno sino a quando non sarà eventualmente dimostrato il contrario da parte degli organi competenti, ma ci chiediamo e chiediamo alla città se possa considerarsi politicamente opportuno ed eticamente accettabile che a seguito di una "procedura negoziata" il Comune di Molfetta giunga all'affidamento di un appalto del valore di più di 3,5 milioni di euro all'azienda di famiglia di una consigliera comunale di maggioranza, senza che quest'ultima senta neanche il bisogno di rassegnare le sue dimissioni per rimuovere ogni eventuale ipotesi di potenziale conflitto di interessi".
"Ovviamente ci riserviamo di effettuare già nelle prossime ore una richiesta di accesso agli atti al fine di approfondire la vicenda e verificare con attenzione, per esempio, se una società che si occupa, prevalentemente, della installazione, della riparazione e della manutenzione di impianti idraulici e di condizionamento, con un capitale sociale di soli 17.500 euro, presenti tutte le garanzie e le caratteristiche necessarie per gestire un appalto pubblico di queste dimensioni per la realizzazione di un edificio scolastico. Ma quel che vogliamo evidenziare con forza, oggi, è che la città è stanca di questo modo di amministrare che sembra sempre più orientato a perseguire l'interesse di pochi a discapito di quello della collettività".
"Se il sindaco avesse davvero almeno un briciolo di quel senso di responsabilità politica e istituzionale che spesso richiama a sproposito in Consiglio comunale, non dovrebbe far altro che rassegnare le sue dimissioni prendendo atto del suo fallimento e consentendo a Molfetta di voltare pagina. A noi spetta il compito di lavorare con forza e determinazione alla costruzione di una alternativa possibile, per farci trovare pronti quando questa brutta stagione politica e amministrativa sarà finita".
"La resa dei conti appena cominciata nella coalizione che ha sostenuto la rielezione di Tommaso Minervini, inizia a squarciare il velo dinnanzi alla città sulle modalità molto discutibili di gestione del potere da parte dell'amministrazione in carica e sui rapporti molto stretti esistenti tra esponenti della maggioranza consiliare a sostegno del sindaco e imprenditori locali aggiudicatari di appalti pubblici multimilionari da parte del Comune".
"Quello che sorprende è che a confermare i dubbi che da tempo solleviamo sulle modalità poco trasparenti con cui viene amministrata Molfetta siano, in queste ore, molteplici voci provenienti dalla stessa coalizione a sostegno del sindaco che, forse proprio per questo, ha dimostrato nei giorni scorsi, in Consiglio comunale, di essere sull'orlo di una crisi di nervi, arrivando al punto di insultare la consigliera Annamaria Gagliardi alla quale rinnoviamo la nostra solidarietà".
"Evidentemente inizia a prendere forma, sotto gli occhi della città, una questione morale molto seria all'interno della maggioranza di governo cittadino che nessuno può più ignorare. La notizia dell'aggiudicazione dei lavori di sostituzione edilizia del plesso scolastico "G. Cozzoli", per un importo complessivo di oltre 3 milioni e 500 mila euro (a valere sulle risorse del PNRR), a una ditta riconducibile al marito della consigliera comunale di maggioranza Francesca de Palma, vice-capogruppo di "Insieme per la Città", rappresenta solo l'ultimo di una lunga sequela di episodi (alcuni dei quali, come noto, già al vaglio della magistratura) che dimostrano, dal nostro punto di vista, l'esistenza a Molfetta di un intreccio poco trasparente tra una certa politica e una certa imprenditoria locale".
"Sia chiaro, nulla di illecito o di illegittimo, in quell'affidamento, almeno sino a quando non sarà eventualmente dimostrato il contrario da parte degli organi competenti, ma ci chiediamo e chiediamo alla città se possa considerarsi politicamente opportuno ed eticamente accettabile che a seguito di una "procedura negoziata" il Comune di Molfetta giunga all'affidamento di un appalto del valore di più di 3,5 milioni di euro all'azienda di famiglia di una consigliera comunale di maggioranza, senza che quest'ultima senta neanche il bisogno di rassegnare le sue dimissioni per rimuovere ogni eventuale ipotesi di potenziale conflitto di interessi".
"Ovviamente ci riserviamo di effettuare già nelle prossime ore una richiesta di accesso agli atti al fine di approfondire la vicenda e verificare con attenzione, per esempio, se una società che si occupa, prevalentemente, della installazione, della riparazione e della manutenzione di impianti idraulici e di condizionamento, con un capitale sociale di soli 17.500 euro, presenti tutte le garanzie e le caratteristiche necessarie per gestire un appalto pubblico di queste dimensioni per la realizzazione di un edificio scolastico. Ma quel che vogliamo evidenziare con forza, oggi, è che la città è stanca di questo modo di amministrare che sembra sempre più orientato a perseguire l'interesse di pochi a discapito di quello della collettività".
"Se il sindaco avesse davvero almeno un briciolo di quel senso di responsabilità politica e istituzionale che spesso richiama a sproposito in Consiglio comunale, non dovrebbe far altro che rassegnare le sue dimissioni prendendo atto del suo fallimento e consentendo a Molfetta di voltare pagina. A noi spetta il compito di lavorare con forza e determinazione alla costruzione di una alternativa possibile, per farci trovare pronti quando questa brutta stagione politica e amministrativa sarà finita".