Altomare, La Grasta e De Pinto sono "salvi"

Nessun provvedimento della Commissione garanzia del Pd contro gli ex consiglieri

mercoledì 25 maggio 2016 10.15
A cura di Andrea Teofrasto
Nessun provvedimento a carico dei consiglieri comunali del Partito Democratico che non votarono la manovra fiscale. La storia finisce qui. Ieri sera, nelle stanze del Partito democratico, la commissione dei garanti si è riunita per esaminare la situazione di Annalisa Altomare, Sergio De Pinto, Roberto la Grasta.

«La Commissione ha proceduto ad un approfondito esame dell'intera vicenda - recita la nota della Commissione - e ha rilevato che l'addebito principale mosso ai tre consiglieri fosse la loro non partecipazione alla votazione della "manovra fiscale". La Commissione per quanto innanzi illustrato non ritiene vi siano elementi tali da consentire l'emanazione di provvedimenti disciplinari».

La bufera, dunque, secondo la Commissione di garanzia dovrebbe concludersi qui poiché nel momento di "verifica" non sono stati trovati elementi di non liceità sul discusso voto alla "manovra fiscale". Paola Natalicchio dal canto suo continua a puntare il dito contro Annalisa Altomare, Roberto la Grasta, Sergio De Pinto e Lia De Ceglia e contro il consigliere eletto nelle fila di SEL, Ignazio Cirillo. "Cinque consiglieri hanno abbandonato la nave" dice l'ex sindaco, anche a ben vedere i cinque consiglieri comunali non hanno mai dichiarato di uscire dalla maggioranza.

Su questo punto la commissione disciplinare del Pd o scrive nel proprio documento: «Non può essere imputato al Partito Democratico alcun addebito in ordine allo scioglimento anticipato del Consiglio Comunale di Molfetta. Il PD, pur essendo il partito con la maggior rappresentanza in Comune ha subito, spesso in silenzio, le "intemperanze" di tutti coloro che hanno avuto come unico obiettivo quello di mettere in difficoltà la sua politica ed i suoi dirigenti a tutti i livelli. La Commissione non ritiene vi siano elementi tali da consentirle l'emanazione di provvedimenti disciplinari (voto contrario espresso in consiglio comunae)».