Paura a Molfetta fra banchi di scuola, casa e uffici per il terremoto
Le prime testimonianze dopo la scossa avvertita in mattinata
martedì 21 maggio 2019
13.30
Secondi di vibrazione ma soprattutto minuti di paura. Questa è la prima sensazione che ha toccato tutti i molfettesi che alle 10.13 di questa mattina hanno avvertito in maniera abbastanza chiara la scossa di terremoto che magnitudo 3.9 che ha colpito la Puglia questa mattina a pochi chilometri dalla città di Barletta, con l'inevitabile propagazione degli effetti anche su una buona fetta del litorale adriatico, inclusa ovviamente la città di Molfetta.
Per chi da sempre vive in un territorio considerato a bassissimo rischio sismico, è normale non essere pronti a situazioni del genere che magari in altre zone d'Italia possono risultare più usuali se non addirittura di ordinaria amministrazione, pur nella drammaticità di questo tipo di avvenimenti. Nel momento in cui il terremoto ha sprigionato la sua discreta forza nella provincia della BAT, a Molfetta naturalmente si stavano svolgendo le regolari lezioni nelle varie scuole della città e tante persone erano in casa o in ufficio per le solite attività domestiche, di studio o di lavoro. A un certo punto, dal nulla, il boato. Sì, perché anche quando un terremoto si avverte in maniera più o meno indiretta è proprio il boato ad anticipare di qualche secondo l'oscillazione della terra, quasi a voler preannunciare l'arrivo di una forza della natura contro la quale l'uomo è spesso assolutamente impotente.
Nei secondi successivi a quel suono in apparenza proveniente da lontano, arriva la tanto famigerata vibrazione che, nella mattinata odierna, è stata sentita da tutti per qualche secondo, soprattutto ai piani alti dove si percepisce di più l'oscillazione dell'edificio. Pochi secondi in cui si sospende l'attività che si stava svolgendo e in cui non si ha nemmeno il tempo di pensare a nulla, magari perché inizialmente nemmeno ci si rende conto di quanto sta accadendo. Nelle scuole, in quei pochi secondi di movimento, tanti bambini si sono allarmati e sono corsi sotto ai banchi, dando forse per la prima volta seguito a quelle esercitazioni di sicurezza che spesso vengono svolte senza pensare che un giorno possano servire veramente. Soprattutto per chi non ha mai vissuto neanche lontanamente esperienze di questo tipo, è naturale avvertire un immediato senso di impotenza e smarrimento ed è così che si spiegano le lacrime di paura dei tanti alunni che subito dopo la scossa hanno seguito gli insegnanti all'esterno degli istituti nelle zone preposte alla sicurezza. Attimi concitati dentro e fuori dalle scuole, con genitori allarmati che per esempio hanno dato vita a momenti di puro panico in Via Felice Cavallotti, correndo verso la Scuola "Cesare Battisti" tra marciapiedi e traffico, rischiando anche di essere travolti dalle auto di passaggio.
Con il passare del tempo la situazione è tornata alla normalità, con i piccoli studenti tranquillizzati dopo il momento di paura e in molti casi prelevati dai genitori su via libera dei dirigenti che hanno optato per non far tornare i ragazzi nelle rispettive scuole. Anche in molte aziende ed uffici ci sono state fasi di confusione con l'evacuazione degli ambienti a cui poi è seguito un graduale ritorno alle regolari attività. Insomma, è stata una mattinata particolare e per certi versi grottesca per la città di Molfetta, vissuta fra quei pochi secondi di vibrazione e quel fantasma chiamato terremoto che da queste parti non si è (fortunatamente) abituati ad affrontare.
Per chi da sempre vive in un territorio considerato a bassissimo rischio sismico, è normale non essere pronti a situazioni del genere che magari in altre zone d'Italia possono risultare più usuali se non addirittura di ordinaria amministrazione, pur nella drammaticità di questo tipo di avvenimenti. Nel momento in cui il terremoto ha sprigionato la sua discreta forza nella provincia della BAT, a Molfetta naturalmente si stavano svolgendo le regolari lezioni nelle varie scuole della città e tante persone erano in casa o in ufficio per le solite attività domestiche, di studio o di lavoro. A un certo punto, dal nulla, il boato. Sì, perché anche quando un terremoto si avverte in maniera più o meno indiretta è proprio il boato ad anticipare di qualche secondo l'oscillazione della terra, quasi a voler preannunciare l'arrivo di una forza della natura contro la quale l'uomo è spesso assolutamente impotente.
Nei secondi successivi a quel suono in apparenza proveniente da lontano, arriva la tanto famigerata vibrazione che, nella mattinata odierna, è stata sentita da tutti per qualche secondo, soprattutto ai piani alti dove si percepisce di più l'oscillazione dell'edificio. Pochi secondi in cui si sospende l'attività che si stava svolgendo e in cui non si ha nemmeno il tempo di pensare a nulla, magari perché inizialmente nemmeno ci si rende conto di quanto sta accadendo. Nelle scuole, in quei pochi secondi di movimento, tanti bambini si sono allarmati e sono corsi sotto ai banchi, dando forse per la prima volta seguito a quelle esercitazioni di sicurezza che spesso vengono svolte senza pensare che un giorno possano servire veramente. Soprattutto per chi non ha mai vissuto neanche lontanamente esperienze di questo tipo, è naturale avvertire un immediato senso di impotenza e smarrimento ed è così che si spiegano le lacrime di paura dei tanti alunni che subito dopo la scossa hanno seguito gli insegnanti all'esterno degli istituti nelle zone preposte alla sicurezza. Attimi concitati dentro e fuori dalle scuole, con genitori allarmati che per esempio hanno dato vita a momenti di puro panico in Via Felice Cavallotti, correndo verso la Scuola "Cesare Battisti" tra marciapiedi e traffico, rischiando anche di essere travolti dalle auto di passaggio.
Con il passare del tempo la situazione è tornata alla normalità, con i piccoli studenti tranquillizzati dopo il momento di paura e in molti casi prelevati dai genitori su via libera dei dirigenti che hanno optato per non far tornare i ragazzi nelle rispettive scuole. Anche in molte aziende ed uffici ci sono state fasi di confusione con l'evacuazione degli ambienti a cui poi è seguito un graduale ritorno alle regolari attività. Insomma, è stata una mattinata particolare e per certi versi grottesca per la città di Molfetta, vissuta fra quei pochi secondi di vibrazione e quel fantasma chiamato terremoto che da queste parti non si è (fortunatamente) abituati ad affrontare.