Passione e cultura: il trionfo della Notte nazionale del Liceo Classico di Molfetta
Grande affluenza di pubblico al "Da Vinci" per la quinta edizione nazionale dell’evento
domenica 13 gennaio 2019
16.12
"Siamo come nani sulle spalle dei giganti". Il filosofo francese del XII secolo Bernardo di Chartres si serviva di queste parole per esprimere il rapporto di estrema devozione dell'uomo dei suoi tempi nei confronti dei grandi dell'antichità. Il pensiero valeva nel Medioevo ma si può tranquillamente attualizzare, nonostante la nota difficoltà con cui ormai la cultura si fa spazio nella tecnologica società dell'età contemporanea.
Per fortuna il quadro non è così negativo, grazie a coloro che continuano a credere nell'importanza degli studi umanistici nella formazione del singolo e nella collettività.
Proprio con questo intento è nata l'iniziativa de "La Notte Nazionale del Liceo Classico", promossa dal Liceo Classico Gulli e Pennisi di Acireale (CT) su un'idea del prof. Rocco Sghembra e giunta alla sua quinta edizione. L'evento del 2019 ha coinvolto ben 433 Licei Classici su scala nazionale e anche Molfetta non è stata da meno grazie alla consueta partecipazione del Liceo Classico Leonardo Da Vinci.
Il coinvolgimento di un notevole numero di studenti, appartenenti a tutte le classi di studio, ha permesso un'organizzazione variegata e completa, capace di esprimere al meglio i contenuti essenziali dello spirito classico: eleganza, gusto per l'arte in tutte le sue forme e passione per l'antico.
Il clima piovoso all'apertura simbolica del portone d'ingresso del Liceo non ha ostacolato l'atmosfera elevata, quasi fuori dal tempo, derivante dalla recitazione in greco antico di alcuni versi de Il lamento dell'esclusa, pianto d'amore di una donna sedotta e abbandonata tratto da un frammento papiraceo del II sec. a.C.. All'interno della scuola sono state allestite nelle diverse aule delle piccole rappresentazioni teatrali, capaci di spaziare fra passato e presente grazie al valore trasversalmente umano della cultura classica. Ecco dunque come alla lettura del Dialogo dei Meli del V sec. a.C. poteva far da sfondo l'opera Guernica di Picasso del 1937 senza destare alcuno stupore fra i presenti. Venticinque secoli di storia possono essere uniti dal filo rosso della distruzione legata alla guerra. Che sia lo sterminio di un popolo greco ad opera degli Ateniesi o il bombardamento di una città spagnola ad opera dei Nazisti poco cambia. La chiavi di lettura della realtà sono le stesse e, seppur con forme differenti, possono essere interpretate alla luce degli stessi valori.
Una riflessione interessante in merito all'evento è stata quella raccolta dalla nostra redazione dalla professoressa Maddalena Salvemini, fra le più attive promotrici della serata: "Vivere giornate come questa è motivo di grande orgoglio per noi, soprattutto perché sappiamo quanto lavoro ci sia da parte di studenti e docenti dietro il risultato finale. Un aspetto che ho molto apprezzato anche in questa edizione è stata la convergenza delle diverse discipline umanistiche nei confronti dello stesso scopo. Bisogna credere nella cultura classica perché questa può e deve ancora guidarci nei nostri impegni quotidiani, senza restare immobile e teorica sui libri ma trovando un valore concreto nella realtà. In queste settimane abbiamo remato tutti nella stessa direzione e questo non può che renderci felici".
Durante la manifestazione non sono mancati anche richiami più attuali come quello ad Aldo Moro, con delle letture legate al suo sequestro per mano delle Brigate Rosse, e al grande Fabrizio De André, con un omaggio musicale al cantautore nel ventennale della sua morte. Perché la cultura umanistica può legare tempi e forme artistiche diverse senza perdere di vista il suo scopo: fornire quelle chiavi universali utili all'interpretazione del mondo a partire dall'alba dei tempi. Possiamo guardare al presente e al futuro solo con la piena consapevolezza del passato e di quanti lo hanno reso grande, in tutti i modi possibili.
Allora è proprio vero, "siamo solo dei nani sulle spalle dei giganti".
Per fortuna il quadro non è così negativo, grazie a coloro che continuano a credere nell'importanza degli studi umanistici nella formazione del singolo e nella collettività.
Proprio con questo intento è nata l'iniziativa de "La Notte Nazionale del Liceo Classico", promossa dal Liceo Classico Gulli e Pennisi di Acireale (CT) su un'idea del prof. Rocco Sghembra e giunta alla sua quinta edizione. L'evento del 2019 ha coinvolto ben 433 Licei Classici su scala nazionale e anche Molfetta non è stata da meno grazie alla consueta partecipazione del Liceo Classico Leonardo Da Vinci.
Il coinvolgimento di un notevole numero di studenti, appartenenti a tutte le classi di studio, ha permesso un'organizzazione variegata e completa, capace di esprimere al meglio i contenuti essenziali dello spirito classico: eleganza, gusto per l'arte in tutte le sue forme e passione per l'antico.
Il clima piovoso all'apertura simbolica del portone d'ingresso del Liceo non ha ostacolato l'atmosfera elevata, quasi fuori dal tempo, derivante dalla recitazione in greco antico di alcuni versi de Il lamento dell'esclusa, pianto d'amore di una donna sedotta e abbandonata tratto da un frammento papiraceo del II sec. a.C.. All'interno della scuola sono state allestite nelle diverse aule delle piccole rappresentazioni teatrali, capaci di spaziare fra passato e presente grazie al valore trasversalmente umano della cultura classica. Ecco dunque come alla lettura del Dialogo dei Meli del V sec. a.C. poteva far da sfondo l'opera Guernica di Picasso del 1937 senza destare alcuno stupore fra i presenti. Venticinque secoli di storia possono essere uniti dal filo rosso della distruzione legata alla guerra. Che sia lo sterminio di un popolo greco ad opera degli Ateniesi o il bombardamento di una città spagnola ad opera dei Nazisti poco cambia. La chiavi di lettura della realtà sono le stesse e, seppur con forme differenti, possono essere interpretate alla luce degli stessi valori.
Una riflessione interessante in merito all'evento è stata quella raccolta dalla nostra redazione dalla professoressa Maddalena Salvemini, fra le più attive promotrici della serata: "Vivere giornate come questa è motivo di grande orgoglio per noi, soprattutto perché sappiamo quanto lavoro ci sia da parte di studenti e docenti dietro il risultato finale. Un aspetto che ho molto apprezzato anche in questa edizione è stata la convergenza delle diverse discipline umanistiche nei confronti dello stesso scopo. Bisogna credere nella cultura classica perché questa può e deve ancora guidarci nei nostri impegni quotidiani, senza restare immobile e teorica sui libri ma trovando un valore concreto nella realtà. In queste settimane abbiamo remato tutti nella stessa direzione e questo non può che renderci felici".
Durante la manifestazione non sono mancati anche richiami più attuali come quello ad Aldo Moro, con delle letture legate al suo sequestro per mano delle Brigate Rosse, e al grande Fabrizio De André, con un omaggio musicale al cantautore nel ventennale della sua morte. Perché la cultura umanistica può legare tempi e forme artistiche diverse senza perdere di vista il suo scopo: fornire quelle chiavi universali utili all'interpretazione del mondo a partire dall'alba dei tempi. Possiamo guardare al presente e al futuro solo con la piena consapevolezza del passato e di quanti lo hanno reso grande, in tutti i modi possibili.
Allora è proprio vero, "siamo solo dei nani sulle spalle dei giganti".